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  • Giovedì 10 ottobre 2019

Il condono voluto da Lega e M5S vale anche per il bollo auto

Il debito di chi non lo ha pagato tra 2001 e 2010, e deve allo Stato meno di 1.000 euro, è stato cancellato: ma c'è un ma

(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
(ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)

Dopo settimane di voci e incertezze, lunedì il ministero dell’Economia ha annunciato ufficialmente che chi non aveva pagato il bollo auto tra il 2000 e 2010 non deve più restituire nulla allo Stato, a patto che il suo debito non superi i 1.000 euro. La decisione del ministero è arrivata pochi giorni dopo  che la commissione tributaria regionale delle Marche era giunta alla stessa conclusione, al termine di un ricorso della regione contro un automobilista.

Quel che ha stabilito la commissione, in sostanza, è che il bollo auto non pagato rientra nelle imposte soggette alla “pace fiscale”, il condono o sanatoria approvato da Lega e Movimento 5 Stelle l’anno scorso e che permetteva di cancellare i debiti con il fisco se inferiori a mille euro. La decisione è arrivata lo scorso 16 settembre, in un caso che vedeva la regione Marche chiedere a un automobilista la restituzione di 930 euro per via di un bollo auto non pagato nel 2001. La regione sosteneva che, essendo il bollo un tributo locale, non dovesse essere incluso nella “pace fiscale” e che quindi la regione manteneva il diritto a chiedere la restituzione di quanto non pagato.

La commissione ha invece stabilito che l’automobilista non doveva più restituire nulla e, pochi giorni fa, il ministero ha chiarito l’interpretazione della norma introdotta dal governo precedente, ripetendo quanto stabilito dal tribunale marchigiano. Per ottenere l’annullamento del debito l’automobilista non dovrà fare nulla: il ministero ha ricordato che in questa circostanza l’agente della riscossione, cioè la società incaricata di recuperare il debito (in genere l’Agenzia delle Entrate), deve semplicemente cancellare il debito, senza che il contribuente debba fare richiesta o intraprendere qualsiasi altra azione.

Come ricorda il Sole 24 Ore, però, in tutta questa vicenda rimane un punto di incertezza. La sentenza della commissione tributaria delle Marche, infatti, non è l’ultimo grado di giudizio. Esiste sempre la possibilità che la regione – in questo o in altri casi – decida di fare ricorso e si arrivi fino alla Corte di Cassazione. La corte potrebbe quindi decidere di ribaltare il giudizio dei tribunali di ordine inferiore. Esiste una buona possibilità, concede il Sole, che la Cassazione non cambi la decisione, visto il suo orientamento in casi simili avvenuti in precedenza (per esempio in una vicenda che riguarda il canone RAI).

Anche una sola sentenza della Cassazione, però, rischia di non bastare a chiarire definitivamente la vicenda. Il Sole 24 Ore ricorda che nel nostro paese fino a che la giurisprudenza non è consolidata (che significa più sentenze della Cassazione che vanno tutte nella stessa direzione) la tendenza è seguire la vecchia prassi: che in questo caso significa continuare a cercare di ottenere la restituzione dei vecchi debiti, nonostante la decisione del tribunale delle Marche e la pronuncia del ministero.

Continua il Sole:

Questo è tanto più probabile se si considera che il bollo auto è incassato e gestito dalle Regioni. Cioè da enti che sono più tenaci e attenti della media a difendere il proprio gettito. E proprio il bollo auto è una delle loro principali fonti di finanziamento. Lo dimostra, per esempio, la lunga guerra combattuta dalla Regione Lombardia per poter recuperare il bollo anche dalla società di leasing, quando i loro clienti non lo pagano. Si è andati avanti per anni, con alterne vicende. Potrebbe accadere la stessa cosa con la pace fiscale.

Ricapitolando: chi non ha pagato il bollo tra 2001 e 2010 e ha un debito con lo Stato inferiore ai mille euro non dovrà pagare nulla e si vedrà automaticamente cancellata la cartella esattoriale. Nonostante questo è probabile che le regioni, o alcune tra loro, continueranno ad agire per vie legali, impegnandosi nei tribunali per ottenere il riconoscimento del bollo come tributo locale esente quindi dal condono frutto della “pace fiscale”.