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  • Mercoledì 2 ottobre 2019

Le armi sfoggiate martedì dalla Cina

Foto, storie e analisi del numero «senza precedenti» di nuovi missili, droni e aerei messi in mostra per celebrare il 70° anniversario della rivoluzione comunista

(EPA/WU HONG/ansa)
(EPA/WU HONG/ansa)

Martedì le strade di Pechino sono state attraversate dalla più grande parata militare nella storia della Cina. Quindicimila soldati divisi in 59 falangi, migliaia di civili in costume, centinaia di veicoli, aerei e missili hanno sfilato di fronte al presidente Xi Jinping per celebrare il 70° anniversario della fondazione dello Stato comunista.

Anche se il presidente Xi ha parlato delle intenzioni pacifiche del suo paese e della natura difensiva dell’Esercito Popolare di Liberazione (il nome ufficiale dell’esercito cinese), a nessuno è sfuggito il significato più profondo di questo sfoggio di forza. In un momento di tensioni internazionali nel vicino Mar Cinese, di guerra commerciale con gli Stati Uniti e di instabilità interna a Hong Kong, la parata è servita a mostrare al mondo come la Repubblica Popolare Cinese abbia definitivamente preso posto tra le grandi potenze militari mondiali (e lo ha fatto soprattutto grazie alla spinta personale di Xi, come ha raccontato un lungo e dettagliato reportage di Reuters pubblicato la scorsa primavera).

A colpire gli esperti e gli analisti internazionali è stato soprattutto il rapido progresso mostrato dall’esercito cinese. Jon Grevatt della rivista specializzata Jane’s Defence Weekly lo ha definito «quasi senza precedenti» e ha ricordato che mentre appena vent’anni fa gli armamenti che si vedevano nelle parate cinesi erano tutti di fabbricazione russa o ucraina, tutto ciò che è stato mostrato ieri, comprese le tecnologie più avanzate, è di fabbricazione cinese. Antoine Bondaz, un ricercatore della Fondation pour la Recherche Stratégique, ha detto al Washington Post che le capacità convenzionali e nucleari messe in mostra dalla Cina non hanno precedenti. Ecco i sistemi d’arma che gli analisti hanno osservato con più attenzione.

DF-41
La Cina non ha mai puntato molto sulle armi nucleari come strumento di difesa. Il fondatore della Repubblica Popolare, Mao Zedong, diceva che le bombe atomiche sono “tigri di carta”, molto meno minacciose di quanto ritenessero russi e americani. Per questa ragione la Cina ha mantenuto un arsenale nucleare più piccolo rispetto ai suoi rivali. Al momento si stima che abbia in servizio una settantina di missili balistici a medio e lungo raggio, contro i 450 degli Stati Uniti. Oggi Stati Uniti e Russia sono tornati a investire nei loro arsenali nucleari, ad ammodernare i loro sistemi e a svilupparne di nuovi.

(AP Photo/Mark Schiefelbein)

La risposta cinese è arrivata rapidamente e alla parata il pubblico ha potuto vedere per la prima volta il DF-41, il nuovo missile nucleare intercontinentale destinato a diventare il principale vettore delle forze atomiche cinesi. Il DF-41, chiamato anche Dongfeng, “vento dell’est”, è stata l’arma più importante mostrata nella parata e non solo per le sue dimensioni (circa 30 metri, compreso il sistema di lancio mobile). Non si conosce moltissimo delle sue caratteristiche, ma secondo alcune stime potrebbe viaggiare fino a 15 mila chilometri di distanza (il che lo renderebbe, per poco, il missile più a lungo raggio del mondo) e potrebbe portare fino a dieci diverse testate nucleari. Queste caratteristiche lo metterebbero alla pari dei più avanzati missili balistici a disposizione di Stati Uniti e Russia.

DF-17
Dopo il massiccio missile intercontinentale DF-41, l’arma che ha suscitato più attenzione è stata probabilmente il DF-17, una sorta di cugino più piccolo ma anche molto più complicato. È infatti un missile pensato per trasportarne un secondo. Questo secondo missile appartiene a una nuova categoria: i cosiddetti “missili ipersonici“, un nome con cui di solito si indicano missili in grado di raggiungere le enormi velocità di un missile intercontinentale (fino a 25 volte la velocità del suono), ma senza bisogno di salire altrettanto in alto e quindi con la capacità di colpire qualsiasi parte del mondo in una manciata di minuti (invece dei trenta che sono necessari a un missile intercontinentale). Secondo gli analisti il DF-17 potrebbe entrare in servizio già nel 2020: due anni in anticipo rispetto a quando gli ingegneri americani e russi ipotizzano di poter schierare i loro equivalenti.

(AP Photo/Mark Schiefelbein)

JL-2
Nell’ultimo anno si è parlato spesso di quanto sia cresciuta la marina militare cinese (tra l’altro ha da poco superato quella degli Stati Uniti per numero di imbarcazioni). Alla parata non si sono viste grandi novità, ma è stato mostrato di nuovo il JL-2, un missile balistico nucleare in servizio dal 2015 che può essere lanciato dai quattro sottomarini a propulsione nucleare della marina cinese. Missili nucleari e sottomarini sono una combinazione particolarmente potente: unisce la capacità di distruzione delle armi nucleari con la difficoltà di individuazione posseduta dai sottomarini. Grazie a questa combinazione, anche la Cina è entrata in possesso di un’importante capacità di rappresaglia fino a pochi anni fa posseduta soltanto dalle altre grandi potenze nucleari.

(AP Photo/Mark Schiefelbein)

La “Spada affilata”
È un drone di grosse dimensioni (ha un’apertura alare di 14 metri) le cui caratteristiche sono ancora abbastanza misteriose (durante le prove della parata era avvolto in un telo mimetico per nasconderlo). Secondo gli esperti potrebbe essere un drone da combattimento ad alte prestazioni e con bassa visibilità ai radar. Ma la sua funzione principale dovrebbe essere fare da ricognitore per missili basati a terra, in particolare i famosi “ammazza-portaerei” pensati per distruggere le navi che dovessero avvicinarsi a meno di qualche migliaia di chilometri dalla costa cinese.

Il bombardiere H-6N
A proposito dei missili “ammazza-portaerei” (che in gergo sono chiamati DF-21), un altro protagonista della parata è stata l’ultima versione del bombardiere a lungo raggio dell’aviazione cinese, l’H-6N. Di questo aereo si era già iniziato a parlare prima della parata, quando le prime foto delle prove sono iniziate a circolare, poiché alcune caratteristiche hanno fatto pensare agli esperti che l’aereo possa essere stato equipaggiato proprio con i DF-21 “ammazza-portaerei” (che invece normalmente sono lanciata da veicoli terrestri). Se fosse confermato, significherebbe che le acque del Mar Cinese sono divenute un luogo ancora più pericoloso e ostile dal quale la flotta statunitense sarà probabilmente costretta a rimanere lontana.

E l’esercito di terra?
Alla parata non c’è stato molto di nuovo per gli appassionati di mezzi tradizionali, carri armati e altri blindati. È stato mostrato per la prima volta il nuovo carro leggero Type 15 e l’ultimo modello del più pesante Type 99, ma queste armi sono state un’attrazione secondaria. È un’altra manifestazione dell’evoluzione dell’Esercito Popolare di Liberazione. Un tempo considerato una forza basata su centinaia migliaia di coscritti poco addestrati, oggi si è trasformata in un esercito moderno in cui meno di metà dei soldati fa parte delle truppe di terra. L’aviazione, la marina e le forze missilistiche sono discipline molto più importanti per una potenza mondiale e sono queste che hanno rubato la scena alle tradizionali branche delle forze armate.