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  • Martedì 1 ottobre 2019

Le foto della più grande parata militare mai organizzata in Cina

È stata organizzata a Pechino per festeggiare i 70 anni del governo comunista, e del discorso di Mao che ne annunciò l'inizio

(GREG BAKER /AFP/LaPresse)
(GREG BAKER /AFP/LaPresse)

Oggi a Pechino è avvenuta la più grande parata militare mai organizzata in Cina: ricorre il 70esimo anniversario del discorso con cui il rivoluzionario Mao Zedong annunciò la nascita della Repubblica Popolare Cinese, mettendo fine a una lunga guerra civile combattuta negli anni precedenti tra comunisti e nazionalisti. 15mila soldati e più di 500 mezzi militari e armamenti hanno partecipato alla parata in piazza Tienanmen e 160 aerei hanno sorvolato la manifestazione. È stata organizzata anche una grande parata di civili, in cui sono stati ricordati i più importanti dirigenti del Partito Comunista e i simboli dell’identità cinese, come le biciclette per cui la Cina era famosa prima della sua grande crescita economica.

Il presidente Xi Jinping, forse il più popolare dei leader comunisti cinesi dopo Mao, ha dato inizio alle celebrazioni con un discorso sulla crescita economica e sul ruolo del partito nel favorirla: «Nessuno può mettere in discussione lo status di questa grande nazione. Non c’è una forza che possa fermare il popolo cinese». Ha guardato la parata dallo stesso punto in cui Mao fece il suo discorso nel 1949.

Negli ultimi decenni la Cina è diventata e si è imposta come una delle principali potenze mondiali ma questo anniversario è arrivato in un periodo complesso per il paese, da un lato per la guerra commerciale con gli Stati Uniti di Donald Trump, dall’altro per le proteste a Hong Kong, che fa parte della Cina pur avendo un suo grado di autonomia. La comunità internazionale inoltre osserva con sempre maggiore preoccupazione la situazione nella regione dello Xinjiang, dove vivono i musulmani uiguri, cioè i membri di una minoranza etnica da tempo in conflitto con l’autorità centrale cinese: a luglio la Cina ha detto di aver chiuso la maggior parte dei “campi di rieducazione” per questa minoranza ma secondo gli esperti più di un milione di uiguri e altre persone appartenenti a minoranze etniche di religione musulmana si trovano all’interno di campi di prigionia.