Oggi il governo prenderà alcune importanti decisioni economiche

Sarà approvata, con qualche giorno di ritardo, la Nota di aggiornamento al DEF, che ci dirà qualcosa di come sarà la prossima legge di Bilancio

Giuseppe Conte con Roberto Gualtieri, Roma, 10 settembre 2019 (ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
Giuseppe Conte con Roberto Gualtieri, Roma, 10 settembre 2019 (ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Oggi pomeriggio è stato convocato un Consiglio dei ministri per approvare la Nota di aggiornamento al DEF (detta anche “NADEF” per brevità), con qualche giorno di ritardo sulla scadenza del 27 settembre. Nei giorni scorsi, il rinvio al via libera del NADEF aveva fatto parlare di alcune difficoltà all’interno del nuovo governo e della nuova maggioranza a far tornare i conti, difficoltà di cui hanno parlato ampiamente i giornali degli ultimi giorni.

Il DEF è il documento che contiene le intenzioni di spesa e le previsioni di crescita e di indebitamento del governo, insieme alla descrizione sommaria delle principali misure che il governo stesso intende introdurre. Il DEF si presenta ad aprile, mentre la nota di aggiornamento al DEF si presenta dopo l’estate. L’ultimo DEF era stato scritto dal ministro dell’Economia del primo governo Conte, Giovanni Tria, ed era sostanzialmente un’ammissione di sconfitta della strategia di crescita del governo precedente: prevedeva una crescita economica nulla (rispetto alle promesse di crescita superiore all’1 per cento dell’autunno precedente) e prometteva di recuperare le risorse per evitare l’aumento dell’IVA.

Ora ci sono un nuovo governo e un nuovo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il quale ha già dichiarato che la prossima manovra sarà intorno ai 30 miliardi di euro e sarà espansiva, non restrittiva «perché avrebbe un effetto negativo sull’economia». Gualtieri ha anche parlato di una «revisione della spesa» ma senza «tagli a scuola, sanità, università».

I punti principali in discussione sono la ricerca di coperture per evitare l’aumento automatico dell’IVA – previsto per l’anno prossimo da una clausola contenuta nella scorsa legge finanziaria – per il taglio del cuneo fiscale, ovvero la tassazione sul lavoro, e per le “spese indifferibili”, in particolare gli aumenti di spesa per reddito di cittadinanza e quota 100, le due più importanti misure approvate dal primo governo Conte che, l’anno scorso, furono erogate soltanto a partire dalla primavera. Tutto questo cercando di rispettare i vincoli di bilancio UE, nella speranza che all’Italia vengano comunque concessi maggiori margini di flessibilità. Molto probabilmente verrà deciso un aumento del deficit fino al 2,1 per cento del PIL, rispetto a quello programmato dell’1,6 per cento.

Per quanto riguarda l’IVA, l’ipotesi è quella di rivedere le aliquote, in particolare quella su alcuni beni e servizi più a rischio evasione, fissando un’IVA più alta per i pagamenti in contanti e più bassa per i pagamenti con carte di credito e bancomat, che sono tracciabili. In generale si vorrebbero approvare anche altre misure per favorire il ricorso alla moneta elettronica. Per il taglio del “cuneo fiscale” – cioè la differenza tra quanto spende per ogni lavoratore un’impresa e quanto il lavoratore percepisce in busta paga – le ipotesi sono o una riduzione del credito di imposta o un taglio dei contributi a carico dei lavoratori, per far crescere le buste paga e rilanciare i consumi.