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  • Venerdì 20 settembre 2019

Foto da un posto che rischia di sparire

La piccola città di Kivalina, in Alaska, è minacciata dall'innalzamento del livello del mare, e la vita dei suoi abitanti è cambiata

(Joe Raedle/Getty Images)
(Joe Raedle/Getty Images)

Kivalina è una città dell’Alaska, 120 chilometri sopra al Circolo Polare Artico e abitata da meno di 400 persone: si sviluppa su parte di una sottile isola, separata dalla terraferma da una striscia di mare. Kivalina è uno di quei posti del mondo in cui le conseguenze del cambiamento climatico sono visibili, e che per questo finisce spesso al centro di reportage. L’ultimo lo ha fatto il fotografo di Getty Images Joe Raedle, che ha fotografato Kivalina e i suoi abitanti, le cui abitudini sono cambiate in seguito all’erosione delle coste a causa dell’innalzamento del livello del mare, conseguenza dello scioglimento dei ghiacci provocato dall’aumento delle temperature. L’erosione è accelerata anche dalla progressiva riduzione della porzione di mare ghiacciato che la proteggeva.

Una foto che mostra la tundra intorno a Kivalina: l’85 per cento del permafrost nel suolo dell’Alaska si sta progressivamente sciogliendo, cosa che libera anidride carbonica nell’aria, contribuendo ad accrescere l’effetto serra. (Joe Raedle/Getty Images)

I pesci e gli altri animali che vivono nell’area di Kivalina sono stati in certi casi costretti a cambiare i propri percorsi migratori, privando gli abitanti del posto di una delle fonti principali di sostentamento. Gli abitanti della città raccontano che negli ultimi anni hanno pescato pesci mai visti prima nelle acque di Kivalina, per esempio. La caccia del caribù, poi, è diventata più difficile, cosa che ha aumentato notevolmente il costo della vita. Oltre all’erosione costale, le case di Kivalina sono minacciate anche dallo scioglimento del permafrost, il terreno ghiacciato tipico della tundra, un fenomeno che interessa tutta l’Alaska.

Nonostante gli abitanti di Kivalina, in buona parte di origine inuit, preferiscano restare nel luogo che in molti casi ha ospitato le loro famiglie per secoli, si stanno valutando le possibilità di spostare l’insediamento a una decina di chilometri di distanza. È un’ipotesi di cui si parla dagli anni Novanta, ma gli abitanti non hanno ottenuto finora i finanziamenti necessari. La FEMA, l’agenzia statunitense che si occupa disastri naturali, non interviene per aiutare le comunità minacciate dal riscaldamento globale. La cittadinanza ha in corso una causa contro ExxonMobil e altre compagnie petrolifere, accusate di aver minacciato l’esistenza della comunità producendo i gas serra che contribuiscono a causare il riscaldamento globale.

Jerry Norton, abitante di Kivalina
(Joe Raedle/Getty Images)