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  • Martedì 27 agosto 2019

Le grandi case editrici statunitensi hanno fatto causa ad Audible

Dicono che una sua nuova funzione – che trascrive le parole degli audiolibri man mano che li si ascolta – viola la legge sul diritto d'autore

Il logo di Audible su uno schermo nella sala conferenze nella sede dell'azienda a Newark, in New Jersey: gli uffici si trovano in una vecchia chiesa (AP Photo/Julio Cortez)
Il logo di Audible su uno schermo nella sala conferenze nella sede dell'azienda a Newark, in New Jersey: gli uffici si trovano in una vecchia chiesa (AP Photo/Julio Cortez)

La settimana scorsa a New York le cinque più grandi case editrici del mondo – Hachette, HarperCollins, Macmillan, Penguin Random House e Simon & Schuster, i cosiddetti “Big Five” – hanno fatto causa a Audible, il servizio di streaming di audiolibri di Amazon, la più grande società di e-commerce del mondo. L’oggetto della causa è una nuova funzione di Audible che sarà disponibile da settembre e che, secondo i grandi editori, viola il diritto d’autore. La funzione si chiama “Captions” ed è pensata per aiutare i bambini a leggere: un’intelligenza artificiale trascrive su uno schermo le parole che compongono gli audiolibri man mano che li si ascolta, in modo che la lettura accompagni l’ascolto come succede in una classe quando un insegnante legge ad alta voce.

Per gli editori, però, Captions va contro le leggi sul copyright: l’intelligenza artificiale compone il testo scritto basandosi sulla registrazione audio, e non riproduce il testo scritto del libro da cui si è ottenuto l’audiolibro in questione. Audible non avrebbe la licenza giusta per far leggere ai suoi utenti i libri nel formato scritto.

In risposta all’accusa, Audible ha detto a The Verge che Captions non è mai stato pensato come un’alternativa a un libro scritto: non è un ebook, non si può procedere nella lettura “sfogliando” le pagine, ma bisogna aspettare che la voce dell’audiolibro legga le parole per vederle comparire sullo schermo. Audible ha anche sottolineato che la trascrizione non corrisponde esattamente al testo del libro da cui è stato prodotto l’audiolibro, al punto che può contenere errori e segni di punteggiatura diversi da quelli originali: sembra quindi, dice The Verge, che Audible voglia far passare l’idea che le captions siano un nuovo tipo di testo.

La controversia tra editori e Audible somiglia molto a un’altra vicenda risalente a una decina di anni fa, quando Amazon cominciò a produrre i Kindle: la funzione dei primi modelli “Da Testo a Voce” (poi rimossa e tornata solo di recente in quelli più nuovi) si poteva usare per ascoltare una lettura automatica del testo man mano che lo si leggeva con gli occhi. In un certo senso il problema era opposto a quello di Captions: Amazon aveva la licenza per far leggere gli ebook sui suoi dispositivi, ma non quella per generare degli audiolibri a partire dal testo degli ebook. Alla fine in quel caso Amazon rinunciò alla funzione, dopo essere stata accusata di volersi imporre in modo scorretto nel mercato degli audiolibri.

Oltre ai “Big Five”, tra le parti in causa contro Audible riguardo a Captions ci sono anche la casa editrice Chronicle Books e Scholastic, azienda che pubblica libri per ragazzi e negli Stati Uniti ha i diritti sulla saga di Harry Potter e su quella degli Hunger Games. Gli audiolibri dei romanzi per ragazzi con protagonista Harry Potter sono tra i più grandi successi del settore dei libri da ascoltare nel mercato anglosassone.