La protesta dei laser a Hong Kong
Centinaia di manifestanti pacifici li hanno usati per criticare la polizia, che aveva arrestato uno studente che ne possedeva alcuni
Il 7 agosto a Hong Kong – dove da due mesi ci sono proteste sempre più frequenti contro governo e polizia – centinaia di persone hanno partecipato a una sorta di pacifico “laser show“. Le persone si sono cioé radunate presso il planetario del museo dello Spazio di Hong Kong e hanno usato i loro innocui puntatori laser colorati. La manifestazione è stata organizzata in risposta all’arresto di Keith Fong, uno studente a capo di un sindacato studentesco, dopo che la polizia lo aveva trovato in possesso di puntatori laser. La polizia aveva motivato l’arresto dicendo che quei puntatori potevano essere usati per dar fuoco a un giornale durante una manifestazione e quindi potevano essere pericolosi. I manifestanti radunatisi fuori dal planetario hanno puntanto numerosi laser sullo stesso giornale, dimostrando che non prendeva fuoco.
I manifestanti hanno usato i loro laser anche per creare particolari effetti di luce sugli alberi e sulle pareti degli edifici. Mentre lo facevano – e mentre niente prendeva fuoco – cantavano anche “fuoco, fuoco”. Durante la serata ci sono stati anche canti, balli e proiezioni delle cosiddette ombre cinesi sulle pareti del planetario. Il Guardian scrive che in seguito è anche girato su internet un video in cui le immagini della serata sono state montate con in sottofondo la colonna sonora di Star Wars, la serie di film famosa tra le altre cose per le spade laser usate da alcuni personaggi.
VIDEO: Protesters in Hong Kong brandish hundreds of laser pointers at a 'stargazing' event outside the city's space museum in protest of a recent arrest of a student leader for possession of offensive weapons — after officers found him carrying laser pointers in a plastic bag pic.twitter.com/PzfBysxIgI
— AFP News Agency (@AFP) August 7, 2019
Come spiegò il New York Times qualche giorno fa, i puntatori laser erano già stati usati in precedenza da alcuni manifestanti per evitare che le telecamere e la polizia potessero vedere e riprendere i loro volti, usando poi le immagini per incriminarli in quanto partecipanti alle manifestazioni di protesta.
Hong Kong protestors are on another level. Here they’re using lasers to avoid facial recognition cameras. A cyber war against Chinese artificial intelligence. pic.twitter.com/t1hIczr5Go
— Alessandra Bocchi (@alessabocchi) July 31, 2019
Le proteste di Hong Kong degli ultimi due mesi sono le più intense da quando, nel 1997, la regione tornò sotto il controllo – seppur indiretto – della Cina, dopo essere stata controllata dal Regno Unito. Le nuove manifestazioni sono iniziate il 6 giugno per protestare contro l’emendamento a una legge sull’estradizione che, se approvato dal Parlamento locale, avrebbe consentito di processare nella Cina contentale gli accusati di alcuni crimini gravi, come lo stupro e l’omicidio. L’emendamento è nel frattempo bloccato, ma le proteste sono proseguite, dirette più in generale verso governo e polizia.