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  • Mercoledì 24 luglio 2019

Il nuovo governo della Grecia vuole cancellare il “diritto di asilo universitario”

Cioè quella legge – unica in Europa, approvata dopo la fine della dittatura – che vieta alla polizia di entrare nelle università

Una protesta degli studenti ad Atene, 17 gennaio 2019 (AP Photo/Petros Giannakouris)
Una protesta degli studenti ad Atene, 17 gennaio 2019 (AP Photo/Petros Giannakouris)

Il nuovo primo ministro conservatore della Grecia, Kyriakos Mitsotakis, ha annunciato che – come promesso durante la campagna elettorale – annullerà il cosiddetto diritto di asilo universitario che dal 1982 vieta alla polizia di entrare nelle università, se non in casi davvero eccezionali e su esplicita richiesta del rettore o del senato accademico. La legge era stata approvata nel 1982 dopo la caduta della dittatura militare al potere dal 1967 e a cui gli studenti si opposero con un grande movimento di protesta, represso con la violenza. In Grecia la legge sul diritto di asilo universitario – intesa come forma di protezione e salvaguardia per gli studenti e la libera circolazione delle idee, che non esiste in nessun altro paese europeo – era sempre stata considerata intoccabile.

Il cosiddetto regime dei colonnelli, in Grecia, iniziò nel 1967 quando un gruppo di ufficiali dell’esercito guidò un colpo di stato contro il governo democraticamente eletto. Nella notte carriarmati e soldati occuparono tutti i luoghi più importanti della capitale Atene, arrestarono il comandante in capo delle forze armate e tutti i più importanti politici del paese; poi costrinsero il re ad appoggiare il golpe e diedero iniziò a un regime brutale che sarebbe durato per gli otto anni successivi. Appena insediata, la giunta dichiarò decaduti gli articoli della Costituzione che proteggevano la libertà di espressione e quella personale, tutti i partiti politici furono sciolti, migliaia di politici e attivisti furono arrestati e centinaia furono torturati nelle carceri speciali della polizia militare. Per combattere la giunta si formarono organizzazioni segrete nelle quali gli studenti ebbero un ruolo fondamentale: soprattutto a partire dal 1973, quando iniziarono ad essere organizzate grandi manifestazioni di piazza ad Atene che contestarono e sfidarono apertamente il regime della giunta.

A febbraio un gruppo di studenti occupò la facoltà di Giurisprudenza di Atene e la protesta si concluse con l’intervento violento delle forze dell’ordine. Il 14 novembre gli studenti del politecnico di Atene decisero di proclamare uno sciopero. Occuparono la facoltà e improvvisarono una stazione radiofonica, utilizzando l’attrezzatura dell’ateneo. In breve tempo migliaia di persone si radunarono attorno al Politecnico. Dopo tre giorni, il 17 novembre, la giunta inviò un carroarmato che aprì le porte del Politecnico schiantandole e passandoci sopra alle tre di notte. Il governo proclamò la legge marziale e il coprifuoco, spense l’illuminazione in tutta la città e i militari fecero irruzione nel Politecnico. Seguì una notte di scontri e violenze, dentro e fuori i locali universitari, e vennero uccise 24 persone.

Carri armati dell’esercito si preparano a varcare i cancelli del Politecnico di Atene per reprimere la protesta studentesca, 17 novembre 1973 (AP Photo/File)

Dopo la fine della dittatura, nel 1982, con Andreas Papandreou del PASOK come primo ministro, venne approvata la legge sul diritto di asilo universitario. I suoi critici affermano che, nel corso degli anni, la legge sia stata utilizzata dagli anarchici e da altri militanti di sinistra per compiere atti di violenza e intimidazioni, come scusa per usare gli atenei per produrre molotov da usare contro la polizia e, in generale, come scudo per attività illegali. «Le università saranno epurate da molotov, facinorosi e spacciatori e saranno restituite a studenti, professori e dipendenti», ha detto qualche giorno fa il nuovo primo ministro. E Niki Kerameus, ministra dell’Istruzione, ha spiegato a sua volta che l’obiettivo dell’abolizione del diritto di asilo universitario è garantire la sicurezza: «Senza sicurezza, non c’è libero scambio di idee e nessuna libertà accademica. Le nostre università sono state trasformate in covi di violenza e criminalità». Le autorità, ha infine spiegato, dovrebbero essere in grado di intervenire in caso di illegalità come in qualsiasi altro spazio pubblico.

Le università greche sono da sempre luoghi molto politicizzati. Soprattutto durante la crisi finanziaria degli ultimi anni, ha spiegato il New York Times, all’interno degli atenei si sono verificati diversi disordini e alcuni professori sono stati minacciati e intimiditi. Mary Bosi, docente di Sicurezza nazionale all’Università del Pireo, a marzo dello scorso anno è stata cosparsa di vernice rossa da alcuni anarchici mentre teneva una conferenza. Sulla cancellazione della legge per l’asilo ha detto però «che rappresenta un simbolo importante della libertà di parola». Il New York Times cita anche un sondaggio risalente al 2009 e fatto dal settimanale Protothema che mostrava come i greci fossero equamente divisi sulla questione dell’abolizione.

Il nuovo disegno di legge è stato presentato martedì, dovrebbe essere discusso in Parlamento questa settimana e votato la prossima, ma secondo alcuni innescherà un contraccolpo potenzialmente violento. Stavros Lygeros, che nel 1973 era presente al Politecnico, è stato intervistato dal New York Times: «Se vogliono cancellare la legge (…) ci sarà resistenza». Negli ultimi giorni studenti, sindacati e partiti di sinistra hanno già organizzato delle proteste.

L’asilo universitario è «una conquista democratica del movimento e della società studentesca», ha fatto sapere il sindacato studentesco PASP, affiliato al partito socialista PASOK. Un altro gruppo di organizzazioni studentesche di sinistra, EAAK, ha poi accusato il governo «criminalizzare» le loro lotte e di voler «terrorizzare gli studenti e i movimenti popolari». Domenica scorsa i membri del gruppo anarchico Rouvikonas hanno distribuito dei volantini tradotti in quattro lingue nei principali luoghi turistici della capitale, denunciando le politiche di destra del nuovo governo: «Il fuoco sta bruciando sotto le ceneri in Grecia e tutte le nuove misure prese per soffocarlo funzioneranno per un solo momento, ma alla fine il fuoco scoppierà».