La foto dei cani da slitta in acqua in Groenlandia, già 35 anni fa

Un ricercatore scattò nel 1984 un'immagine analoga a quella diventata virale in questi giorni, che alcuni hanno commentato in modo un po' precipitoso

di Emanuele Menietti – @emenietti

(2019 - Danmarks Meteorologiske Institut/Steffen M. Olsen via AP | 1984 - Mads Peter Heide Jørgensen)
(2019 - Danmarks Meteorologiske Institut/Steffen M. Olsen via AP | 1984 - Mads Peter Heide Jørgensen)

A metà giugno è stata molto condivisa online la foto di alcuni cani da slitta che camminano con le zampe immerse nell’acqua, acqua prodotta da un cospicuo scioglimento della banchisa in un’area costiera nel nord-ovest della Groenlandia. Molti giornali hanno associato quell’immagine agli effetti del riscaldamento globale, ma una fotografia scattata 35 anni fa – nella stessa zona e nello stesso periodo – racconta una storia un po’ diversa, e più complessa delle semplificazioni circolate negli ultimi giorni (anche il Post aveva pubblicato l’immagine più recente, spiegando perché fossero necessarie un po’ di cautele).

La fotografia dello scorso 13 giugno era stata scattata da Steffen Malskær Olsen, dell’Istituto Meteorologico Danese, nei pressi del fiordo Inglefield nella Groenlandia nord-occidentale, non molto distante da Qaanaaq (Thule). La permanenza di un’area di alta pressione nella zona aveva favorito un aumento della temperatura in un periodo dell’anno in cui c’è sempre il sole e il clima è sostanzialmente mite, per quanto possa esserlo a quelle latitudini.

Nell’immagine, i cani sembrano quasi camminare sull’acqua: in realtà hanno le zampe poggiate sulla parte rimasta intatta del ghiaccio sotto quella invece discioltasi a causa del caldo.

13 giugno 2019 (Danmarks Meteorologiske Institut/Steffen M. Olsen via AP)

Oltre a essere vista online da centinaia di milioni di persone in giro per il mondo grazie alla comunicazione un po’ precipitosa che potesse mostrare un sintomo del riscaldamento globale – fenomeno indubitabilmente acclarato – la foto di Steffen Malskær Olsen è stata vista anche da Mads Peter Heide Jørgensen, un rispettato professore dell’Istituto delle Risorse Naturali della Groenlandia. Osservandola, Heide Jørgensen si è ricordato di una fotografia molto simile che aveva scattato più o meno nella stessa zona, sempre con i cani da slitta con le zampe a mollo, ma nel 1984, in un periodo in cui gli effetti del riscaldamento globale erano noti, ma meno marcati e tangibili rispetto a oggi.

La vecchia immagine è stata pubblicata dal giornale danese Politiken e il Post si è messo in contatto con Heide Jørgensen per avere qualche conferma in più direttamente dal suo autore.

17 giugno 1984 (Mads Peter Heide Jørgensen)

Heide Jørgensen ha raccontato di avere scattato la fotografia intorno al 17 giugno del 1984, nello stesso periodo e sostanzialmente nello stesso luogo in cui Malskær Olsen avrebbe realizzato la sua immagine 35 anni dopo. All’epoca, Heide Jørgensen aveva trascorso un paio di mesi nella zona di Qaanaaq per raccogliere campioni da mammiferi marini, nell’ambito di uno studio sulla presenza dei metalli pesanti:

Era un bel periodo estivo e faceva caldo, ma è spesso così in quell’area tra i mesi di maggio e di giugno. Il ghiaccio marino (la banchisa, ndr) contribuisce a stabilizzare il meteo e il sole è presente 24 ore al giorno, quindi ci sono spesso temperature sopra gli zero gradi per 24 ore consecutive, che contribuiscono ad accelerare il disgelo. È questo che porta alla presenza dell’acqua al di sopra della banchisa, solitamente spessa intorno a un metro. Rende il tutto un po’ spaventoso quando ci si viaggia sopra perché non vedi il ghiaccio coperto dall’acqua e potresti imbatterti in qualche buco creato dalle foche durante l’inverno, ma fortunatamente i cani prestano attenzione a cose di questo tipo.

I tempi e l’estensione dello scioglimento della banchisa variano di anno in anno, a seconda della quantità di neve che si è accumulata sul ghiaccio, della quantità di nuvole e della temperatura. Come spiega Heide Jørgensen, è comunque normale vedere l’acqua che ricopre la banchisa. Succedeva nel 1984 come è successo quest’anno e come probabilmente accadrà nei prossimi anni.

Come spiegano spesso climatologi ed esperti, da una sola stagione non si possono derivare conclusioni certe sul ruolo del riscaldamento globale per particolari fenomeni. Questo non implica però che si debba trascurare l’emergenza climatica, come ha tenuto ad aggiungere Heide Jørgensen:

Non voglio in alcun modo sminuire gli effetti e l’importanza del riscaldamento globale, che osserviamo in modo tangibile in Groenlandia, ma l’acqua al di sopra della banchisa è una cosa normale in Groenlandia, e lo era ancora prima dell’innalzamento dei livelli di anidride carbonica.

L’anidride carbonica (CO2) è tra i principali responsabili dell’effetto serra: insieme ad altri gas, impedisce alla Terra di disperdere sotto forma di calore l’energia assorbita dai raggi solari, comportando un aumento della temperatura globale che causa il cambiamento climatico (scioglimento fuori controllo dei ghiacci, innalzamento del livello dei mari, eventi atmosferici sempre più estremi e molto altro). L’immissione di CO2 nell’atmosfera è aumentata enormemente nell’ultimo secolo a causa delle attività umane, il cui ruolo nel riscaldamento globale è ormai scientificamente dimostrato. Più CO2 continuiamo a produrre, più diventa difficile tenere sotto controllo il cambiamento del clima, da qui la necessità e l’impegno dei paesi del mondo per ridurre le emissioni e studiare nuove soluzioni per ridurre la presenza di anidride carbonica nell’atmosfera.

(The Economist)

L’aumento della temperatura in Groenlandia negli ultimi anni è un dato di fatto, e ci sono rilevazioni che mostrano come l’incremento nelle temperature massime sia stato particolarmente marcato negli ultimi anni. A prescindere dal caso specifico della foto con i cani da slitta, le anomalie nelle temperature ed eventi come lo scioglimento dei ghiacci vanno tenuti sotto controllo e indagati per stabilirne le cause e il ruolo del riscaldamento globale.