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  • Giovedì 20 giugno 2019

La notte di Zion Williamson

Il draft della NBA, l'evento con cui le squadre scelgono i nuovi giocatori, avrà un solo protagonista: che sembra forte come pochi altri

(Mike Lawrie/Getty Images)
(Mike Lawrie/Getty Images)

Nella notte tra giovedì e venerdì ci saranno i draft della NBA, l’evento annuale con cui le squadre della più importante lega nordamericana di basket scelgono i nuovi giocatori provenienti dall’estero, dai college o dalle scuole superiori. Intorno ai draft – da cui possono dipendere le sorti future di molte squadre – c’è sempre una grande attesa, durante la quale i migliori giocatori che decidono di entrare nella NBA vengono studiati e raccontati, chiedendosi chi sceglierà chi.

Quest’anno però è una storia a sé: da tempo il discorso sui draft si concentra intorno a quello che sarà il suo protagonista indiscusso, Zion Williamson, considerato da molti il migliore ad aver giocato nella NCAA – il campionato dei college – dai tempi di Michael Jordan. Non c’è praticamente nessun dubbio che Williamson sarà scelto come prima scelta assoluta dai New Orleans Pelicans, che un po’ a sorpresa si sono aggiudicati il primo posto nell’ordine con cui le squadre selezioneranno i giovani giocatori nell’anno in cui lo volevano tutti, proprio perché c’era Williamson.


Williamson ha 18 anni (ne compirà 19 tra un paio da settimane) e ha giocato la scorsa stagione a Duke, la prestigiosa università della North Carolina, lo stesso stato in cui è nato (e lo stesso di Jordan, peraltro). È facile intuire perché sia speciale anche senza vederlo giocare: è alto 2,01 metri e pesa 129 chili, e ha una massa muscolare impressionante per un giovane della sua età. Ha giocato in NCAA una sola stagione, dopo la quale ha subito deciso di fare il salto in NBA, ma è stato dominante e ha fatto parlare di sé come non succedeva da anni per un giocatore dei college, nonostante la sua squadra sia uscita dal campionato all’equivalente dei quarti di finale.

Nella fase finale del campionato di NCAA, tradizionalmente seguitissima a livello televisivo, Williamson è stato addirittura seguito da una telecamera appositamente dedicata a lui. Ha tenuto una media punti molto alta, e ha concluso la stagione con oltre 500 punti, 50 stoppate e 50 palle rubate, l’unico a riuscirci insieme a due giocatori di NBA: Kevin Durant dei Golden State Warriors e Anthony Davis, che la prossima stagione giocherà nei Los Angeles Lakers. Sono diventate celebri le sue schiacciate, viste centinaia di migliaia di volte su YouTube e accompagnate da ovazioni nei palazzetti in cui Williamson ha giocato.


Williamson è un giocatore fisicamente devastante, dominante a rimbalzo e potente negli scatti, spettacolare e impressionante da vedere in campo, specialmente in mezzo ad avversari della sua stessa età. Ma ha fatto vedere di saper portare palla e di servire grandi passaggi ai compagni di squadra, e anche di possedere un’ottima intelligenza cestistica, distinguendosi per gli anticipi, le palle rubate e la visione di gioco. Non ha un gran tiro da fuori, e anzi possiede una meccanica un po’ strana che ha fatto preoccupare qualcuno, visto che nella NBA i tiri da tre sono diventati importanti come non mai. Ma è una cosa che si può allenare: non era formidabile appena entrato in NBA nemmeno LeBron James, il giocatore a cui Williamson viene più spesso paragonato per caratteristiche fisiche e tecniche, e che è diventato uno dei più forti di sempre.

Williamson infatti è il prototipo del cestista contemporaneo: nasce come ala grande ma in realtà è in grado di ricoprire tutti i ruoli o quasi, come James e altre stelle della NBA, come Giannis Antetokounmpo e Ben Simmons. Di lui, Kevin Durant ha detto che un atleta così nasce una volta per generazione.

Viste le enormi aspettative sul suo conto, quando i Pelicans sono stati sorteggiati al primo posto per il draft hanno fatto i salti di gioia: letteralmente, come mostra il video qua sotto. Il draft è un sistema un po’ complicato che, semplificando, premia le squadre più deboli con le prime scelte al draft, per cercare di mantenere un po’ di equilibrio nella lega. Su un giocatore molto forte preso al draft una squadra di livello medio o basso può ragionevolmente pensare di costruire un ciclo (che poi funzioni è un altro discorso). Con Williamson, poi, questo ragionamento è ancora più fondato, visto che ha un potenziale come pochi altri nella storia.

I Pelicans, però, non erano probabilmente la squadra migliore in cui potesse capitare: c’erano in corsa i New York Knicks, i Cleveland Cavaliers e gli Atlanta Hawks, per esempio, che secondo molti avrebbero potuto costruirgli attorno un progetto più convincente. Lo stesso Williamson non è sembrato felicissimo quando ha visto che la squadra di New Orleans aveva ottenuto il primo posto al sorteggio: poi però è stato molto diplomatico, dicendo che non aveva una squadra preferita.