Guida alle elezioni comunali di Modena

Ci sono sette candidati ma il favorito è il sindaco uscente Gian Carlo Muzzarelli, che rischia di andare al ballottaggio (e una volta lì, chi lo sa)

(Gian Carlo Muzzarelli, candidato del centrosinistra, e Stefano Prampolini, candidato del centrodestra)
(Gian Carlo Muzzarelli, candidato del centrosinistra, e Stefano Prampolini, candidato del centrodestra)

Domenica a Modena si vota per eleggere il nuovo sindaco e il favorito è il sindaco uscente: Gian Carlo Muzzarelli del PD. Il suo principale avversario è Stefano Prampolini, candidato della Lega e di tutto il centrodestra. Modena è una storica città di sinistra, ma alle ultime elezioni per la prima volta il candidato del centrosinistra non ha vinto al primo turno, dovendo affrontare anche il ballottaggio. Il centrodestra punta a ripetere il risultato del 2014 e provare a vincere al secondo turno.

Oltre ai due favoriti ci sono altri cinque candidati: Andrea Giordani del Movimento 5 Stelle, che non è mai stato molto forte in città; Luca Ghelfi, candidato di Idea e vicino all’ex ministro Carlo Giovanardi; Sergio Celloni, un imprenditore locale candidato con la lista Giustizia Ordine e Libertà; Cinzia Franchi, ex sindacalista degli autotrasportatori della lista civica Modena Ora; Carolina Coriani, della lista di sinistra indipendente Modena Volta Pagina.

Modena è una delle ultime “roccaforti rosse”, le città del Centro-Nord Italia che hanno sempre avuto amministrazioni di sinistra. Muzzarelli è il decimo consecutivo sindaco di centrosinistra che la città ha eletto dal 1945 a oggi, ma è anche il primo che ha dovuto affrontare un ballottaggio prima di essere eletto. Nel 2014 mancò il 50 per cento dei voti di pochissimo e dovette affrontare il candidato del Movimento 5 Stelle Marco Bortolotti al ballottaggio. Lo sconfisse con il 63 per cento dei voti ma per la città fu un piccolo trauma: negli ultimi anni ai ballottaggi gli elettori del centrodestra hanno sostenuto i candidati del Movimento 5 Stelle e viceversa, e quel ballottaggio era arrivato nell’anno del massimo successo storico del PD, che all’europee di quell’anno aveva raccolto oltre il 40 per cento dei voti a livello nazionale. Da allora il centrosinistra ha perso in diverse sue roccaforti, da Pisa a Livorno, e anche se rimangono ottimisti, molti nel PD modenese non escludono del tutto la possibilità di sorprese nel voto di domenica.

Negli ultimi cinque anni Modena ha avuto un forte sviluppo del settore turistico ed enogastronomico, che ha coinciso con la crisi sempre più profonda di quello automobilistico, un tempo basato sulla filiera del motore e in particolare sulle fabbriche di Ferrari e Maserati. In questi anni Modena ha ottenuto una nuova fama internazionale grazie all’Osteria Francescana dello chef Massimo Bottura, che ha vinto per due volte il premio di miglior ristorante al mondo della rivista britannica Restaurant (e con cui Muzzarelli ha personalmente un buon rapporto). La città ha anche ospitato le riprese della serie prodotta da Netflix Master of None, che elogia moltissimo la città, e il gigantesco concerto di Vasco Rossi “Modena Park”. Secondo i dati raccolti dal comune e dalla regione Emilia-Romagna, negli ultimi quattro anni le presenze turistiche in città sono aumentate di quasi il 50 per cento.

Il sindaco Muzzarelli, che ha alle spalle una lunga carriera da amministratore locale ed è personalmente legato all’ex presidente della regione Vasco Errani, è considerato un personaggio “divisivo”: l’impressione è che l’attuale campagna elettorale sia vissuta da molti come un’occasione per unire tutti gli avversari di Muzzarelli e coloro che vorrebbero rovesciare il lungo governo della sinistra in città. Questa settimana, per esempio, avrebbe dovuto tenersi un confronto tra tutti i sette candidati organizzato dall’associazione Rete Impresa. Muzzarelli si è presentato ma gli altri sei candidati hanno tutti disertato l’incontro, accusandolo di essersi sottratto ad altri confronti in passato, e si sono fatti fotografare in un vicino bar.

Oltre a questo clima di rivalsa, il principale avversario di Muzzarelli, il candidato di centrodestra Stefano Prampolini, può contare sul traino che dovrebbe garantirgli la performance della Lega alle elezioni europee, che si svolgeranno lo stesso giorno delle elezioni cittadine. Stando ai sondaggi il partito guidato da Matteo Salvini potrebbe quasi raddoppiare i suoi voti alle politiche di un anno fa, generando un effetto positivo per tutti i candidati del centrodestra alle elezioni locali. Come molti altri candidati di centrodestra, Prampolini ha lasciato ampio spazio a Salvini nella sua campagna elettorale: uno dei momenti più importanti per la campagna del centrodestra a Modena è stato proprio il comizio di Salvini all’inizio di maggio (Salvini sarebbe dovuto tornare per un breve tour in città e provincia, ma dopo l’incendio di Mirandola ha annullato i comizi).

Prampolini ha trattato spesso temi di portata nazionale, preferendo impegnarsi poco in battaglie locali. Come quasi tutti i candidati sindaci di centrodestra in città di centrosinistra, anche lui ha puntato molto sul tema della sicurezza, sostenendo che Modena sia diventata una città sempre più pericolosa. Proprio ieri, però, Prampolini è stato smentito dal sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, che ha ricordato come, anche ultimamente, i reati a Modena siano in diminuzione (e che sono in diminuzione in tutto il paese ora lo dice anche lo stesso Salvini).

Prampolini è un commercialista molto noto in città ed è da sempre vicino alla Lega, il partito che gli ha chiesto di candidarsi, anche se in precedenza non aveva mai fatto politica attiva; oggi si presenta come una figura proveniente dal mondo delle professioni e nelle interviste parla spesso in maniera critica dei “professionisti della politica”. Il suo obiettivo, dice nelle interviste, è portare un cambiamento nella guida di una città da troppo tempo governata dalla stessa parte politica. Secondo Prampolini, Modena è come un’azienda che «non ha cambiato manager per 70 anni». I suoi slogan sono “Competenza, non appartenenza” e il classico leghista, “Prima i modenesi”.