Le recensioni dell’ultimo episodio di Game of Thrones

Cosa dicono i critici di "Il Trono di Spade", il finale di una serie che, di certo, ha saputo far parlare di sé

L’ottava e ultima stagione di Game of Thrones è finita con l’ultimo episodio, intitolato Il Trono di Spade. Ne abbiamo fatto un riassunto, per chi ne vuole ripercorrere le vicende e non ha tempo di rivederselo tutto. E ne abbiamo fatto la solita analisi approfondita, per chi vuole capirci qualcosa in più. Nei prossimi giorni ci sarà tempo per analisi e considerazioni generali e più a freddo, ma intanto si può vedere cosa hanno scritto i critici su quest’ultimo episodio: per vedere con chi si è d’accordo o per provare a formare meglio la proprio opinione a riguardo.

Abbiamo letto diverse recensioni, tra le svariate decine che sono state scritte e abbiamo provato a dividerle in tre grandi categorie. Quelle positive, quelle così-così e quelle negative. Due cose, prima di cominciare: sono recensioni sull’ultimo episodio (e quindi ci sono SPOILER) e sono recensioni che, per forza di cose, prendono anche in considerazione l’ottava e ultima stagione della serie.

Le recensioni positive
Diciamo subito che non ci sono recensioni davvero entusiastiche: nessuno ha scritto che l’episodio Il Trono di Spade è stato il migliore della storia della televisione, e nemmeno della serie. Molti critici hanno fatto notare che concludere una serie come Game of Thrones (il cui ultimo episodio è stato visto –  solo negli Stati Uniti e solo legalmente – da 20 milioni di persone) era complicato, per via della grandezza della storia raccontata e per via del seguito e della rilevanza culturale che ha raggiunto negli anni. Diversi critici hanno scritto che l’episodio conclusivo è piaciuto loro più dell’ultima stagione in generale e ad alcuni di loro ha ricordato le cose migliori delle stagioni precedenti.

Sul Guardian, Sarah Hughes ha parlato di un finale «fantastico e appropriato», che ha saputo essere «malinconico e commovente» perché «è girato intorno ai tre temi che hanno guidato la serie – la potenza dell’amore, della famiglia e delle storie – in un modo coerente e piacevole». La sua collega Lucy Mangan ha scritto che è vero che la stagione (durata solo 6 episodi) è sembrata andare molto di fretta, talvolta «senza fare giustizia ai suoi personaggi o attori», ma che l’ultimo episodio «ha fatto giustizia a chi è rimasto in vita». Mangan ha aggiunto che l’ultimo episodio «ha fatto quello che doveva fare», ragionando «sulla guerra e sui peccati della guerra». Citando una delle frasi più famose della serie («Al gioco del Trono o si vince o si muore: non c’è una terza possibilità»), Mangan ha scritto che Game of Thrones ha vinto, e che lo ha fatto correggendo alcuni degli errori che secondo lei la serie aveva fatto nei precedenti episodi.

James Hibberd, che scrive per Entertainment Weekly, ha definito l’episodio «stupendo», ma ha spiegato che la discriminante su cosa si pensa dell’ultimo episodio sta probabilmente nel quinto episodio e nel suo evento più importante: l’impulsiva decisione, da parte di Daenerys, di bruciare un indefinito numero di innocenti e di dare fuoco a gran parte della città che vuole conquistare:

«Se pensi che la svolta “regina pazza” di Daenerys sia stata sbagliata, allora non ti piacerà il finale, perché è un viaggio verso un luogo che secondo te non dovrebbe esistere. Se invece pensi che quella svolta fosse ragionevolmente motivata, allora tutto quello che succede ha per te una logica».

Myles McNutt ha scritto su A.V. Club che l’episodio è «tematicamente coerente» e che gli ha ricordato l’essenza di Game of Thrones e dei suoi episodi migliori. Ha però spiegato che è un episodio strano, diverso da molti ultimi episodi televisivi: «In genere, la fine di una serie televisiva guarda al passato, provando ad arricchire e ricordare quello che c’è stato; qui invece è stato fatto il contrario e si è provato a pensare a una visione del futuro, non a ri-raccontare di nuovo il passato». Richard Roeper ha scritto sul Chicago Sun-Times che il finale è stato «solido e ha rappresentato una soddisfacente chiusura di una delle più entusiasmanti serie televisive di sempre». Laura Prudom, che scrive per IGN, ha usato parole simili – compresa la parola «agrodolce», molto in voga anche in altre recensioni» – e ha aggiunto che il finale «è stato probabilmente più di quello che avremmo potuto sperare di vedere».

Le recensioni così-così
Sono molte e in gran parte girano intorno al fatto che il finale è stato soddisfacente ma che il modo in cui ci si è arrivati (l’ottava stagione) lo è stato meno. Tim Goodman ha scritto sull’Hollywood Reporter: «È stato perfetto? No, e non avrebbe potuto esserlo. Ha fatto abbastanza per correggere la rotta dopo alcune decisioni prese durante la stagione? Sì». Brian Lorry ha scritto su CNN:

«Non è stato un finale che passerà alla storia, se paragonato ai migliori di altre serie tv, ma tutto sommato non è andata male. Ci sono difetti, ma Game of Thrones ha riscritto le regole dell’epica televisiva grazie a un ottimo cast, una grande storia e una produzione con ambizioni e numeri da blockbuster cinematografico. È un peccato che l’atterraggio non sia stato perfetto. Ma quando voli così alto, un po’ di turbolenze sono probabilmente inevitabili».

Jeremy Egner, del New York Times, si è concentrato sul fatto che a diventare re dei sei (e non più sette) regni sia Bran Stark. Secondo Egner, è un segno del fatto che «nelle ultime due stagioni, almeno, la serie è cambiata. Era una saga shakespeariana sul potere, il sangue e la lealtà, come dicevamo ai nostri scettici amici che non la guardavano. Non una serie su draghi e maghi. E invece, alla fine, un drago ha fatto il gesto simbolicamente più potente della serie [sciogliendo nel fuoco l’agognato Trono di Spade] e un mago [Bran] è diventato re».

Alex McLevy, di A.V. Club, ha scritto, in disaccordo con il collega che aveva parlato di un episodio «tematicamente coerente», che il finale di Game of Thrones non ha «puntato molto in alto» e si è limitato a concentrarsi su due momenti: «Quello che succede in seguito al brutale atto di violenza di Daenerys e quello che succede, settimane dopo, quando chi resta in vita decide cosa fare». McLevy ha parlato di un episodio «storto e non superlativo», ma ha gradito il fatto che il finale sia stato «semplice: una cosa che ha dell’ironia, visto che si trattava di decidere il futuro di un intero regno».

Per la sua recensione, Darren Franich di Entertainment Weekly si è rifugiato nelle onomatopee: «Non è stato un gran finale, ma non è stato nemmeno terribile. “Così-così” è la parola giusta. Ti lascia con un sacco di cose a cui pensare, anche se la maggior parte di quelle cose variano tra i “Bwaahhhh??” e gli “Huh”».

Le recensioni negative
Quelli che hanno parlato male dell’ultimo episodio sono in genere quelli che avevano parlato male di tutti (o quasi) gli episodi dell’ottava stagione. La maggior parte delle critiche riguardano la velocità con cui si è arrivati a chiudere la storia e il modo in cui, per farlo, molte storie personali o sottotrame siano state trascurate. Le maggiori critiche sono state fatte alle scelte di scrittura e sceneggiatura da parte dei due creatori della serie, David Benioff e D.B. Weiss, che sono anche stati sceneggiatori e registi dell’ultimo episodio. Qualcuno ha criticato il fatto che a “vincere” sia stato Bran, un personaggio poco potente, qualcun altro che a diventare re sia stato un uomo, dopo che nelle ultime due puntate erano morte due regine.

Hillary Kelly ha scritto su Vulture che «gli sceneggiatori non avevano le capacità necessarie per mettere insieme i pezzi dei libri» (perché nelle ultime stagioni la serie ha superato i libri). Lenika Cruz ha scritto sull’Atlantic che si aspettava un finale deludente ma che non aveva previsto «una tale frustata di tono e narrazione» e se l’è presa con «problemi di ritmo, personaggi sviluppati male e di fretta, dissonanze tonali, scarsa attenzione ai dettagli, svolte non spiegate e dialoghi deboli». Il suo collega Spencer Kornhaber ha scritto, sempre sull’Atlantic, di aver trovato anche lui dissonanze di tono tra certe scene, e di non aver gradito la logica stiracchiata e le scarse emozioni che suscita il finale. Secondo lui l’ultimo episodio sembrava «la prima stesura di un finale», più che un vero finale. Anche Matt Miller ha parlato su Esquire di un finale abbozzato e di una stagione che sembrava solo una scaletta di eventi, con «qualche battaglia qua e là per renderla più intrigante». Ha parlato di un finale «comicamente pigro».

Willa Paskin di Slate ha scritto che, in effetti, nel finale ci sono diverse sorprese ma che, una volta svanito l’effetto sorpresa, «non resta molto». Riguardo al consiglio che elegge Bran, Paskin ha scritto: «È stato un consiglio con molta meno sofisticazione politica di qualsiasi episodio di Surivvor [il corrispettivo americano dell’Isola dei famosi]. Sul Washington Post, Alyssa Rosenberg ha parlato di una fine «goffa».

Per finire
I finali tendono sempre a essere divisivi, anche per i critici. A questo vanno aggiunti la grandezza che Game of Thrones ha raggiunto negli anni, il fatto che la critica abbia sempre a che fare, almeno in parte, con gusti e percezioni personali, e anche il fatto che – giusto per differenziarsi – certe opinioni a volte tendano a essere volutamente estremizzate. Sul sito IMDb, quello che si guarda quando si cita il voto medio dato alla serie dagli spettatori che scelgono di votarla, il voto medio di Game of Thrones (la serie) è 9,5: ottenuto facendo media tra oltre un milione di voti. Il voto medio dell’ultimo episodio (per ora votato da circa 150mila utenti) è per ora 4,4: il 5 per cento di loro ha dato 10 su 10 all’episodio; ma ci sono 60mila utenti, quasi la metà dei votanti, che gli ha dato 1 su 10.

La maggior parte delle recensioni, anche quelle dei più importanti critici dei più importanti siti e giornali, si concentrano quasi unicamente sulla storia di Game of Thrones: la trama, il susseguirsi degli eventi e l’esito di quegli eventi. L’episodio, come ogni altro episodio di una serie tv o come ogni altro film, è fatto anche da gestione dei tempi di narrazione, recitazione, costumi, scenografie, musiche, riprese e montaggio. Nelle prime recensioni, a caldo, se ne è parlato pochissimo: ma sono tutte cose che, oltre a una storia oggettivamente notevole e a suo modo rivoluzionaria per i canoni televisivi, hanno fatto sì che di Game of Thrones si parlasse così tanto e, spesso, molto bene.