Il morbillo nel mondo

Le epidemie continuano in diversi paesi, dagli Stati Uniti all'Australia, dall'Italia alla Germania, dove si studiano nuove leggi sui vaccini

Un bambino malato di morbillo assistito in un ospedale di Manila, Filippine (Ezra Acayan/Getty Images)
Un bambino malato di morbillo assistito in un ospedale di Manila, Filippine (Ezra Acayan/Getty Images)

Nei primi tre mesi del 2019 i casi di morbillo in tutto il mondo sono aumentati del 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo i dati provvisori raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il problema riguarda diversi paesi europei e asiatici, così come parte dell’Africa e degli Stati Uniti e sta portando alcuni governi a valutare nuove iniziative per rilanciare le vaccinazioni, primo strumento per arginare la diffusione della malattia.

Cos’è il morbillo (breve ripasso)
Il morbillo è una malattia infettiva del sistema respiratorio: è causata da un virus ed è altamente contagiosa. Viene trasmessa per via aerea e chi si ammala diventa contagioso circa tre giorni prima di avvertire i sintomi, e continua a esserlo fino a una settimana dopo la comparsa dei puntini rossi su buona parte del corpo (esantema). Oltre allo sfogo cutaneo, il morbillo causa tosse, raffreddore e febbre alta, che può raggiungere picchi intorno ai 40°C. Il morbillo può essere la causa di numerose complicazioni, dalla polmonite alla encefalite, una pericolosa infezione che interessa il cervello e il resto del sistema nervoso centrale, contenuto nella scatola cranica.

L’unico modo per non ammalarsi di morbillo è vaccinarsi, con un’iniezione che introduce una versione depotenziata del virus, sufficiente per fare imparare al nostro sistema immunitario a riconoscerlo e a contrastarlo, senza che si sviluppi la malattia. Come altre vaccinazioni, anche quella per il morbillo negli ultimi anni è stata al centro di numerose campagne da parte dei cosiddetti “no vax”, gruppi contrari ai vaccini perché secondo loro sarebbero inutili e dannosi, anche se tutta la letteratura scientifica e la pratica medica del Novecento dicono il contrario. Parte della diffidenza sui vaccini deriva inoltre da una delle più grandi e gravi frodi scientifiche della storia, quella sulla presunta correlazione tra vaccini e autismo.

Nei primi tre mesi del 2019, sono stati registrati 112.163 casi di morbillo in 170 paesi del mondo, con un aumento significativo dovuto in alcuni casi alla mancanza di sufficienti risorse per effettuare le vaccinazioni, in altri per scelte politiche che hanno portato a sottovalutare il problema o ad assecondare in parte le richieste dei “no vax”.

Madagascar
L’aumento più significativo di casi di morbillo è stato registrato in Africa, dove secondo l’OMS è stato pari al 700 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2018. In Madagascar l’attuale epidemia di morbillo iniziata lo scorso settembre ha causato la morte di almeno 1.200 persone e le autorità sanitarie hanno stimato almeno 115mila casi fino allo scorso aprile. Solo il 58 per cento degli abitanti del paese è vaccinato, ben al di sotto della soglia di sicurezza intorno al 90-95 per cento. Il problema sono la mancanza di risorse economiche e sanitarie per vaccinare la popolazione. Il 50 per cento dei bambini in Madagascar è malnutrito, condizione che concorre a rendere più pericoloso il contagio.

Australia
I casi segnalati in Australia da inizio anno a metà aprile sono stati 97, un numero maggiore rispetto a quelli segnalati nei quattro anni precedenti nel paese. Le cause principali sono l’arrivo nel continente di persone da Indonesia, Filippine, Sri Lanka, Thailandia e altri paesi dove sono in corso epidemie di morbillo. Appena 5 anni fa l’Australia era stata dichiarata libera dal morbillo proprio grazie all’alto tasso di vaccinati tra la popolazione. Le autorità sanitarie hanno deciso di intensificare le campagne di vaccinazione per contrastare la diffusione della malattia.

Stati Uniti
Negli Stati Uniti i casi registrati di morbillo hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 25 anni. Per quanto riguarda il 2019, finora sono stati segnalati 764 casi, con un picco di 60 segnalazioni tra fine aprile e primi giorni di maggio. Il record precedente era stato nel 1994 con 963 casi.

Persone malate di morbillo, di varie età, sono state segnalate in 23 stati. Le cause sono per lo più riconducibili a dubbi e scetticismo nei confronti dei vaccini, che negli ultimi anni hanno portato a una riduzione delle vaccinazioni. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’organizzazione statunitense per lo studio e la prevenzione delle malattie infettive, ha preparato un kit con informazioni e documenti, consigliando ai medici di utilizzarlo per divulgare l’importanza dei vaccini ai loro pazienti.

Il maggior numero di casi negli Stati Uniti è stato registrato nel nord-ovest del paese, nella zona di Portland e nella contea di Clark, che fanno parte dello stato di Washington. Il numero di contagiati è iniziato ad aumentare verso la fine del 2018 con 73 casi confermati fino allo scorso marzo. Nella zona è stata dichiarata un’emergenza sanitaria, sia per ottenere fondi maggiori per affrontare il problema, sia per finanziarie nuove e più efficaci campagne d’informazione sull’importanza delle vaccinazioni. Nelle ultime settimane si è invece parlato molto dell’epidemia di morbillo a New York, nata nella comunità di ebrei ultraortodossi.

Israele
Tra marzo 2018 e febbraio 2019 sono stati segnalati 3.590 casi di morbillo in Israele, 2.110 dei quali nella sola zona di Gerusalemme. I contagi hanno interessato per lo più bambini con meno di 9 anni di età. Dopo un picco di casi registrato a ottobre 2018, il ministero della Salute israeliano ha avviato una nuova campagna di vaccinazioni, che ha in parte contribuito a ridurre il problema negli ultimi mesi. In attesa di una legge da parte del Parlamento, il ministero ha inoltre deciso come misura di emergenza il divieto di accesso a scuola per i bambini non vaccinati.

Ucraina 
Nel periodo marzo 2018 – febbraio 2019, i casi segnalati di morbillo in Ucraina sono stati 72.400; solo nei primi due mesi del 2019 sono stati 25mila, rendendo l’Ucraina il paese con il più alto numero di infezioni da morbillo in tutta Europa. Nei primi due mesi di quest’anno in Ucraina sono morte almeno 10 persone a causa del morbillo. Le cause dell’epidemia sono diverse, ma comunque riconducibili a un decennio di grande instabilità politica, corruzione, guerre e una scarsa fiducia nel sistema sanitario.

A causa della guerra dovuta all’invasione della Crimea da parte della Russia e alla caduta del presidente Viktor Yanukovich nel 2014, l’Ucraina fu impossibilitata a ordinare nuovi vaccini fino al 2015. L’anno seguente, a causa delle scorte molto basse, fu vaccinato solo il 42 per cento dei nuovi nati, riducendo sensibilmente la soglia di sicurezza.

Serbia
Tra marzo 2018 e febbraio 2019 i casi di morbillo in Serbia sono stati quasi 3mila con 14 morti, mentre non ci sono ancora dati sufficientemente affidabili sui primi mesi del 2019. Nel paese è in corso un’epidemia dall’ottobre del 2017, che ha portato il governo a intensificare le campagne per le vaccinazioni con risultati positivi, che dovrebbero portare alla conclusione dell’epidemia entro fine anno.

Italia
Nei primi tre mesi del 2019, in Italia sono stati segnalati 557 casi di morbillo, con un picco a marzo di 210 segnalazioni. Nell’87,5 per cento dei casi, le persone coinvolte non erano vaccinate al momento del contagio; il 31 per cento di queste ha poi sviluppato complicazioni. Un adulto non vaccinato è morto per complicazioni respiratorie. L’introduzione della legge sui vaccini, che impone alle famiglie di vaccinare i loro figli per poterli fare ammettere a scuola, ha contribuito a far aumentare il tasso di vaccinazioni contro il morbillo in Italia, dopo un periodo in cui si era registrata una riduzione di nuovi vaccinati. Nel periodo marzo 2018 – febbraio 2019, in Italia i casi di morbillo sono stati 2.498, il numero più alto in tutta l’Unione Europea.

Germania 
Nei primi due mesi del 2019 i casi di morbillo segnalati in Germania sono stati 155, tra marzo 2018 e febbraio di quest’anno sono stati nel complesso 651. Una proposta di legge presentata negli ultimi giorni prevede di sanzionare i genitori che non vaccinano i propri figli, con multe fino a 2.500 euro. Il provvedimento, per ora in fase di valutazione, prevede anche meccanismi per vincolare la frequentazione scolastica alla vaccinazione.

Filippine
L’epidemia di morbillo nelle Filippine è iniziata nelle prime settimane del 2019 ed è stata dichiarata ufficialmente a febbraio in alcune specifiche aree del paese. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati segnalati oltre 23mila casi di morbillo e la morte di almeno 338 persone. La vaccinazione contro il morbillo nelle Filippine è gratuita, ma c’è una scarsa fiducia nei confronti delle vaccinazioni da parte della popolazione. Le autorità sanitarie ritengono che le cause siano almeno in parte riconducibili alle controversie intorno al Dengvaxia, un vaccino contro la dengue la cui diffusione nelle scuole fu sospesa nel 2017 quando fu comunicato dal produttore, Sanofi Pasteur, che il medicinale comportava rischi più elevati nelle persone che non avevano avuto almeno un’infezione da dengue. Il governo ha avviato campagne di comunicazione per incentivare il ricorso ai vaccini.

95 per cento
Il vaccino è la risorsa più importante per rendersi immuni dal morbillo senza dovere contrarre la malattia e di conseguenza i rischi che questa comporta. Come per gli altri vaccini, è fondamentale che in una popolazione si raggiunga la cosiddetta “immunità di gregge”: se la stragrande maggioranza delle persone è vaccinata, la malattia non riesce a diffondersi e si proteggono indirettamente anche i pochi che non si possono vaccinare per vari motivi medici. In un certo senso vaccinarsi è anche un gesto altruista, perché chi non può ricorrere a un vaccino ha spesso malattie al proprio sistema immunitario, quindi è ancora più esposto ai rischi di malattie virali particolarmente aggressive. Nel caso del morbillo, l’esperienza medica ci dice che si raggiunge un’immunità di gregge quando sono vaccinate tra il 90 e il 95 per cento delle persone. Al di sotto di questa soglia, un’epidemia di morbillo ha molte più probabilità di diffondersi.