Il Regno Unito parteciperà alle elezioni europee, dice il vice primo ministro britannico

Brexit non si è fatta in tempo, quindi i cittadini britannici voteranno per eleggere degli europarlamentari che potrebbero andarsene nel giro di pochi mesi

La prima ministra britannica Theresa May alla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. (Leon Neal/Getty Images)
La prima ministra britannica Theresa May alla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. (Leon Neal/Getty Images)

Il ministro del Gabinetto britannico David Lidington, che svolge un ruolo analogo a quello di vice primo ministro, ha confermato che il Regno Unito parteciperà alle elezioni europee previste per fine maggio, perché le trattative su Brexit non si sono concluse in tempo. L’ipotesi della partecipazione al voto era stata a lungo esclusa dalla prima ministra Theresa May nei mesi scorsi, ma nelle ultime settimane era diventata sempre più probabile visti i mancati progressi nelle trattative tra i partiti britannici per approvare un accordo.

Lidington ha detto che il governo sperava di concludere il processo che dovrebbe portare all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea prima delle scadenze previste per evitare di partecipare alle elezioni, ma non ci è riuscito. Il Regno Unito, ha detto Lidington, è quindi legalmente vincolato a partecipare alle elezioni, ma «raddoppierà» gli sforzi sulle trattative su Brexit dopo il voto. Il governo spera di far approvare un accordo in Parlamento entro il 2 luglio, la data in cui si insedieranno i nuovi europarlamentari, in modo da non dover richiamarli più tardi.

Brexit avrebbe dovuto essere effettiva dal 29 marzo scorso, ma il fallimento di May nel trovare una maggioranza parlamentare per l’accordo negoziato con l’Unione Europea aveva portato a un rinvio al 31 ottobre. Non si sa quanto durerà il mandato degli europarlamentari che saranno eletti in Regno Unito, al di là delle speranze del governo. Secondo Politico, comunque, sarà così breve che non avranno effettivamente il tempo di insediarsi per davvero, ma molto probabilmente rimarranno a Strasburgo almeno fino a ottobre. O oltre, se Brexit non dovesse farsi più o se dovesse essere nuovamente rinviata.

Nel dubbio, comunque, anche da quelle parti si sta facendo una specie di campagna elettorale: uno dei primi politici a muoversi è stato Nigel Farage, ex leader del partito indipendentista Ukip, che ha fondato un nuovo partito, il Brexit Party. Laburisti e Conservatori, invece, non hanno ancora ufficialmente iniziato la campagna elettorale, anche perché nessuno dei due sa bene quale strada intraprendere a livello europeo quando a livello nazionale sta cercando di lasciare l’Unione.

Nell’eventualità che Brexit fosse diventata effettiva il 29 marzo, l’Unione Europea aveva già approvato una direttiva per ridistribuire 27 seggi britannici agli altri paesi dell’Unione e lasciare vacanti i restanti 46 per i paesi che entreranno in futuro. Il numero dei parlamentari quindi si sarebbe ridotto da 751 a 705.