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  • Giovedì 28 febbraio 2019

Netanyahu sarà incriminato, alla fine

Il procuratore generale ha accolto le raccomandazioni della polizia accusandolo di corruzione, frode e violazione di fiducia: e ora?

(Ronen Zvulun - Pool/Getty Images)
(Ronen Zvulun - Pool/Getty Images)

Il procuratore generale d’Israele, Avichai Mandelblit, ha annunciato la sua decisione di accogliere le richieste della polizia israeliana e incriminare il primo ministro uscente Benjamin Netanyahu. Netanyahu sarà formalmente accusato di corruzione e frode in uno dei tre casi in cui è coinvolto e di violazione di fiducia negli altri due. Il Likud, il partito di Netanyahu, aveva provato a bloccare l’incriminazione chiedendo alla Corte suprema di “congelare” il processo fino alle elezioni parlamentari che si terranno il prossimo 9 aprile, ma senza successo.

Almeno per il momento non ci saranno conseguenze: la legge israeliana non prevede che il primo ministro debba dimettersi in caso di incriminazione, e del resto Netanyahu nega da sempre di aver commesso i reati che gli vengono contestati nei tre casi.

Nel primo caso, considerato il più grave e per cui Netanyahu è accusato di corruzione, il primo ministro israeliano avrebbe favorito l’azionista di maggioranza di Bezeq, la più grande società di telecomunicazioni di Israele, in cambio di una copertura mediatica favorevole su Walla news, un popolare sito di news israeliano legato a Bezeq. Nel secondo caso Netanyahu e sua moglie avrebbero ricevuto regali dal valore di centinaia di migliaia di dollari da un produttore di Hollywood, Arnon Milchan, e un miliardario australiano, James Pack, in cambio di agevolazioni fiscali. Nel terzo caso, invece, Netanyahu si sarebbe accordato con il proprietario del quotidiano Yedioth Ahronoth per indebolire un giornale rivale in cambio di un trattamento più favorevole da parte di Yedioth Ahronoth verso il governo.

La decisione di Mandelblit era molto attesa e arriva a poche settimane dalle elezioni parlamentari. Nonostante gli scandali in cui è coinvolto, una vittoria del Likud di Netanyahu sembrava scontata – l’elettorato israeliano è molto polarizzato, e la maggior parte dei sostenitori di Netanyahu non crede alle accuse sollevate da Mandelblit – ma pochi giorni fa i due principali avversari di Netanyahu, cioè i leader centristi Benny Gantz e Yair Lapid, hanno annunciato un po’ a sorpresa la fusione dei loro partiti, cosa che darà loro qualche possibilità in più di battere il primo ministro in carica.

I processi nei confronti di Netanyahu potrebbero durare diversi anni. Non esistono misure che prevedano le sue dimissioni in caso di incriminazioni, a meno di ipotizzare un intervento della Corte suprema. Probabilmente potrebbe continuare a ricoprire l’incarico di primo ministro anche se in caso di condanna, ma sul tema non ci sono pareri legali ufficiali.