I profitti di H&M sono ancora in calo

Per il sesto trimestre consecutivo: la grande catena di abbigliamento ha risposto aprendo nuovi negozi e puntando sull'online

H&M
Un negozio H&M a Miami Beach, in Florida, gennaio 2018 (Joe Raedle/Getty Images)

La catena di abbigliamento svedese H&M ha riportato un calo dei profitti nell’ultimo trimestre del 2018, per la sesta volta consecutiva (quindi, un anno e mezzo). Si parla di 482 milioni di dollari, 420 milioni di euro; un anno fa, nello stesso periodo, il profitto era stato di 543 milioni di dollari, 474 milioni di euro.

H&M sta attraversando un periodo complicato: il 2018 è stato il terzo anno consecutivo con profitti in calo, anche a causa della concorrenza di marchi come Asos, Primark e soprattutto quelli di Inditex, il gruppo che controlla Zara e che è la più grande catena di abbigliamento al mondo. H&M sta cercando di riprendersi investendo nella logistica, nell’apertura di nuovi negozi e nel rafforzamento dell’offerta online, tra cui l’apertura di tre nuovi centri per fare consegne più veloci. Programma di aprire 175 nuovi punti vendita nel 2019, di cui la metà di COS, Monki, &Other Stories e Weekday, quattro marchi che fanno parte del gruppo: la strategia ricorda quella di Inditex, che ha sezionato il mercato offrendo a ogni segmento una linea di abbigliamento specifica. H&M ha anche assunto come consulente per l’analisi dei dati e per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale Christopher Wylie, diventato famoso per aver rivelato quasi un anno fa il funzionamento di Cambridge Analytica

I dirigenti hanno detto che da dicembre la situazione è in ripresa, anche grazie a collezioni migliori che hanno ridotto la necessità di svendere con saldi a prezzi molto bassi. Dal primo dicembre al 28 gennaio le vendite sono cresciute del 4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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