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  • Mercoledì 9 gennaio 2019

Il leader dei Verdi tedeschi ha lasciato Twitter e Facebook

Dopo un paio di brutte figure, spiegando che stare sui social «fa scattare qualcosa in me: mi fa essere più aggressivo, più chiassoso, più tagliente»

I due co-presidenti dei Verdi tedeschi, Robert Habeck e Annalena Baerbock. (Jens Schlueter/Getty Images)
I due co-presidenti dei Verdi tedeschi, Robert Habeck e Annalena Baerbock. (Jens Schlueter/Getty Images)

Uno dei due leader del partito dei Verdi tedeschi, Robert Habeck, ha chiuso i suoi profili social su Twitter e Facebook, riconoscendo di aver avuto problemi ad usare le due piattaforme e nonostante siano ancora uno dei modi più facili per comunicare con l’elettorato. Habeck ha preso la decisione dopo che molte sue conversazioni private erano state rese pubbliche nel recente attacco hacker contro i politici tedeschi e dopo aver ricevuto critiche molto severe per un video pubblicato sul suo profilo Twitter in cui sembrava suggerire che uno degli stati tedeschi non fosse “democratico”.

Robert Habeck ha 49 anni, è un deputato dei Verdi nel parlamento nazionale della Germania e da quasi un anno è co-presidente del partito assieme a Annalena Baerbock. Negli ultimi giorni Habeck era stato fortemente criticato per un video girato in vista delle elezioni nello stato tedesco della Turingia, nella Germania centro orientale, e pubblicato sulla sua pagina Twitter. «Stiamo tentando di tutto perché la Turingia diventi uno stato aperto, libero, democratico ed ecologico» diceva Habeck nel video, dando a molti l’impressione di considerare la Turingia uno stato non libero e non democratico. Fino al 1991 la Turingia faceva parte della Repubblica Democratica Tedesca, ma sono passati quasi trent’anni dalla riunificazione delle due Germanie e molti abitanti degli stati dell’Est hanno criticato duramente il commento di Habeck.

Habeck ha spiegato che registrando il video aveva usato una parola sbagliata e che non intendeva dire che la Turingia non fosse un posto democratico, ma in passato era già stato criticato per una gaffe simile. Dopo le elezioni in Baviera dello scorso ottobre, dove i Verdi erano sorprendentemente diventati il secondo partito più votatoHabeck aveva scritto su Twitter che «finalmente la democrazia torna in Baviera», ricevendo moltissime critiche. «Quanto si deve essere stupidi per commettere due volte lo stesso errore?» ha scritto Habeck nel messaggio con cui ha annunciato la chiusura dei suoi profili. Nello stesso messaggio, pubblicato sul suo sito personale, Habeck ha scritto che «Twitter è più aggressivo di qualsiasi altro mezzo digitale, e non c’è altro social con così tanto odio, malizia e istigazione» e che «fa scattare qualcosa in me: mi fa essere più aggressivo, più chiassoso, più tagliente».

Oltre al profilo Twitter, Habeck ha deciso di chiudere anche quello su Facebook, motivando la decisione con il furto di dati e conversazioni subito negli ultimi mesi insieme ad altre centinaia di politici tedeschi. Tra i diversi documenti privati che sono stati resi pubblici dopo l’attacco hacker reso noto a inizio gennaio, infatti, c’erano anche le conversazioni private che Habeck aveva avuto con diversi suoi familiari su Facebook. Habeck e il suo partito sono stati tra le principali vittime del furto di dati, che ha coinvolto più di mille persone tra politici tedeschi e personaggi dello spettacolo e per cui la polizia tedesca ha arrestato una persona.

Habeck ha detto che rimarrà comunque attivo su Instagram, dove il dibattito politico è meno accentuato e dove i Verdi cercano di coinvolgere i più giovani, mentre l’altra co-presidente Annalena Baerbock continuerà ad utilizzare tutti i suoi profili social regolarmente.