«Hakuna matata» ©

Disney ha registrato la frase in swahili resa famosissima dal Re Leone, ma qualcuno pensa che non ne abbia il diritto

Un'immagine dal nuovo film "Il Re Leone", che uscirà nell'estate del 2019
Un'immagine dal nuovo film "Il Re Leone", che uscirà nell'estate del 2019

Quest’estate uscirà il nuovo Il Re Leone, un rifacimento del popolarissimo film animato di Disney del 1994 in animazione digitale. Moltissime persone hanno grandi aspettative per il film, nel cui cast ci sarà anche Beyoncé: più di 120mila invece vorrebbero che Disney rinunciasse al marchio registrato «Hakuna matata», la locuzione in lingua swahili contenuta nel ritornello della più famosa canzone del Re Leone, e lo hanno chiesto con una petizione online. Pensano che un’azienda non debba poter registrare un’espressione comunemente usata da milioni di persone in quanto parte della propria madrelingua. Lo swahili è lingua nazionale in Tanzania, Kenya, Uganda e Rwanda e la locuzione «Hakuna matata» viene usata ogni giorno per dire «nessun problema», «tutto ok».

La petizione, lanciata dall’attivista zimbabwese Shelton Mpala, parla di appropriazione culturale, cioè dell’uso ingiusto di elementi di una cultura diversa dalla propria in un processo creativo, e dice:

La decisione di registrare «Hakuna matata» è fondata solamente sull’avidità ed è un insulto non solo allo spirito del popolo swahili ma all’Africa intera.

Secondo gli esperti di copyright, chi chiede che Disney rinunci alla registrazione di «Hakuna matata» non ha però capito bene cosa comporta il marchio registrato. Ovviamente il copyright non vieta a nessuno di dire «Hakuna matata» durante una normale conversazione, né nell’Africa orientale né negli Stati Uniti, dove Disney ha registrato l’espressione prima dell’uscita del primo Re Leone: è un modo per cercare di evitare la vendita di prodotti contraffatti da parte di aziende che potrebbero provare a sfruttare il marchio Disney. Se la frase viene stampata su una maglietta che non c’entra nulla con Il Re Leone, per esempio su una maglietta venduta in un negozio di souvenir di Nairobi, come le magliette con la scritta «Ciao bella» vengono vendute a Roma, non c’è nessuna infrazione di copyright: il prodotto in questione non induce a pensare che Disney c’entri qualcosa.

Allo stesso modo Apple ha registrato l’immagine di una mela che è il suo logo, ma non può impedire ad altre aziende di usare immagini di una mela o la stessa parola «apple». Ciò che la registrazione del marchio prevede è che nessuno possa usare l’immagine di una mela per far credere ai consumatori che il proprio prodotto sia stato fatto da Apple. Tra il 1978 e il 2006 ci sono state varie cause intentate ad Apple da Apple Corps, la società che controlla i diritti delle canzoni dei Beatles e ha a sua volta una mela come logo, ma dato che le due società vendono prodotti diversi le cose si sono concluse senza conseguenze.

Nonostante questo, per ragioni di immagine secondo alcuni potrebbe avere senso per Disney annullare la registrazione del marchio, spiega un articolo del New York Times. Phillip Johnson, un professore di diritto commerciale della facoltà di legge di Cardiff, nel Regno Unito, esperto di proprietà intellettuale, ha detto: «La cosa difficile di questo caso è decidere se sia stata una decisione commerciale ragionevole, da parte di Disney, registrare il marchio. Riguarda meno il diritto legale di farlo. La questione è se il marchio Disney riceva più benefici dall’aver registrato il marchio di quanto non sia danneggiata a livello di immagine per averlo fatto».