Gli sviluppi sulle ricerche di Silvia Romano
Sono state arrestate altre tre persone, e il capo della polizia locale ha raccontato alcune cose a Repubblica: i rapitori della volontaria italiana, però, non si sono ancora fatti vivi
Tra il 23 e il 24 novembre sono arrivati alcuni aggiornamenti dal Kenya, dove a inizio settimana è stata rapita Silvia Romano, una volontaria italiana di 23 anni la cui storia è da giorni oggetto di attenzione e dibattito. Nelle ultime ore sono state arrestate altre tre persone (dopo le 17 dei giorni precedenti) e ci sono alcune indicazioni, tutte da confermare ufficialmente, secondo le quali Romano sarebbe ancora insieme ai tre uomini che l’hanno effettivamente rapita. Le informazioni arrivano soprattutto da Raffaella Scuderi e Francesco Battistini, inviati in Kenya di Repubblica e Corriere della Sera.
Riguardo agli arresti, il capo della polizia nazionale Joseph Boinett ha detto che i nuovi arrestati hanno fornito «informazioni di grande valore». Riguardo a Romano, Raffaella Scuderi ha scritto di aver parlato con Noah Mwivanda, il capo della polizia nella regione in cui è avvenuto il rapimento, che ha detto: «Silvia Romano è viva. Non abbiamo dubbi». Scuderi ha anche scritto che secondo Mwivanda, «Silvia si trova nella foresta, in mano a tre degli assalitori», ma ha anche specificato che «l’area di ricerca supera i 40mila chilometri quadrati», quasi il doppio della Sardegna. Sempre Mwivanda ha poi detto: «Per quanto riguarda il movente non sappiamo ancora nulla, ma siamo propensi ad escludere un atto terroristico». È una dichiarazione in contraddizione con quelle del governatore dell’area, che aveva detto di pensare al rapimento come a un attentato terroristico.
A parte qualche dichiarazione e i nuovi arresti, non ci sono però novità rilevanti su Romano. Potrebbe trovarsi ancora vicino a Chakama, il villaggio nel sud del Kenya in cui è stata rapita; ma anche più lontano, in base al fatto – confermato da alcune persone del villaggio – che a rapirla sono state tre persone che parlavano somalo. Nel frattempo, il ministero degli Esteri italiano non ha diffuso alcun aggiornamento. Il 23 novembre il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha detto del rapimento, ospite a Uno Mattina: «Lo stiamo seguendo dall’inizio con l’unità di crisi della Farnesina e avete avuto tutte le notizie che sono state diffuse: le autorità kenyane si stanno impegnando molto. C’è un inevitabile riserbo, ma quello che è importante sapere è che noi stiamo seguendo molto, molto da vicino».
Romano, originaria di Milano, si trovava a Chakama da pochi mesi. Era già stata in Kenya come volontaria con una diversa onlus italiana che gestisce un orfanotrofio nella citta di Likoni. Davide Ciarrapica, volontario della onlus di Likoni, ha descritto Chakama come un posto “in mezzo alla foresta, in mezzo al niente”, spiegando che la più vicina caserma di polizia è a circa 80 chilometri di distanza e che per queste ragioni era stato sconsigliato a Romano di spostarsi lì.