• Sabato 20 ottobre 2018

Ve lo ricordate Snapchat?

Instagram gli ha tolto la terra da sotto i piedi: continua ad andare benissimo tra gli adolescenti, ma solo tra quelli

(Carl Court/Getty Images)
(Carl Court/Getty Images)

Qualche anno fa Snapchat era considerato il social network “del momento”, in particolare per gli adolescenti e negli Stati Uniti. Il successo fu tale da spingere il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, a fare un proposta di acquisto di circa tre miliardi di dollari, subito rifiutata. Era il 2013. Solo un anno prima, Facebook aveva comprato per un terzo di quella somma un’altra applicazione molto popolare, ma non quanto Snapchat: Instagram.

In molti all’epoca videro nel rifiuto del CEO di Snapchat, Evan Spiegel, la volontà di non sottomettersi a un’azienda colossale come Facebook, che aveva l’abitudine di comprare i potenziali concorrenti, e provare a far crescere ancora Snapchat autonomamente. Nell’aprile del 2017 la società che gestisce il social network si è quotata in borsa, ma le aspettative iniziali sul titolo non hanno soddisfatto il mercato azionario, e le difficoltà economiche del 2018 hanno costretto l’azienda a tagliare circa 200 posti di lavoro, soprattutto nei settori del marketing e della pubblicità. Oggi Snapchat ha perso la sua rilevanza, proprio a vantaggio di Instagram, e non è chiaro che direzione prenderà in futuro.

Snapchat per principianti

Snapchat è nata nel luglio del 2011 da un’idea di tre studenti dell’Università di Stanford, Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown. Divenne presto popolarissima tra i più giovani perché, a differenza di tutti gli altri social network, aveva una funzione che permetteva di condividere privatamente con alcuni amici i cosiddetti “Snap”, cioè foto o video che si cancellavano dopo dieci secondi, e per le “Storie”, un insieme di “Snap” che – a differenza di questi ultimi – erano visibili a tutte le persone che seguivano il proprio profilo, ma che si cancellavano automaticamente 24 ore dopo la loro pubblicazione. Se siete pratici di Instagram tutto questo vi ricorderà qualcosa: in effetti le “Storie” di Instagram, secondo molti, sono una copia di quelle di Snapchat.

Inoltre, contrariamente a tutti gli altri social network, dove l’homepage è composta da un elenco dei post dei propri amici, in Snapchat la prima cosa che si vede è la fotocamera dell’app, che può quindi essere usata immediatamente per scattare una foto o fare un video, a cui aggiungere poi eventualmente filtri, scritte, adesivi. Scorrendo verso sinistra si accede a una scheda in cui è possibile chattare con i propri amici, mentre scorrendo a destra appaiono tutte le “Storie” pubblicate nelle ultime 24 ore dalle persone che si seguono, e un elenco di “Storie” suggerite in base ai propri interessi. La modalità d’uso così diversa dagli altri social network – inizialmente pure un po’ ostica – ha permesso a Snapchat di costruire una sua identità e tenere al largo gli adulti: una cosa che è stata un vantaggio, finché non è diventata un problema.

Cos’è successo nel giro di due anni

Dal suo ingresso in borsa, una delle cose su cui Snapchat ha puntato di più sono stati gli “Spectacles”, occhiali da sole con due videocamere incastonate ai lati, da usare per registrare le proprie esperienze e condividerle – ovviamente su Snapchat. La prima versione degli “Spectacles” fu un insuccesso abbastanza clamoroso: i video registrati con gli occhiali, in un formato circolare che imita la visione umana, non erano visualizzabili su altre piattaforme, e per molti mesi gli occhiali furono quasi impossibili da acquistare (a un certo punto furono messi in vendita solo in distributori automatici in luoghi casuali). Alla fine Snapchat vendette solamente 222mila paia di “Spectacles”, perdendo circa 40 milioni di dollari rispetto agli investimenti iniziali.

Ma la principale causa del crollo di Snapchat è stata in un certo senso Snapchat stessa, e il formato che l’aveva resa così popolare, cioè le “Storie”: brevi video da condividere con gli amici che si cancellavano entro 24 ore, e che erano il vero motivo per cui tanti adolescenti americani usavano l’app. Nell’agosto del 2016 Instagram portò il formato delle “Storie” anche sulla sua app, e da allora niente è più stato lo stesso. In quel periodo dagli utenti attivi giornalmente su Snapchat erano 143 milioni, un numero raggiunto da Instagram nel giro di sei mesi, fino al sorpasso avvenuto nell’aprile del 2017. Oggi le “Storie” di Instagram hanno circa 400 milioni di utenti attivi ogni giorno, mentre Snapchat è ferma a 180 milioni.

Oltre gli adolescenti

A questo calo globale di Snapchat nei confronti degli altri grandi social network va aggiunto un altro dato, apparentemente paradossale. Snapchat continua a essere popolarissima tra gli adolescenti degli Stati Uniti, dove i ragazzi tra i 12 e i 17 anni la che usano sono il 45 per cento, contro il 26 per cento di Instagram e il 9 per cento di Facebook e Twitter. È un dato in leggero calo per Snapchat, che conferma però una presenza ancora solidissima e preminente tra i giovani americani.

I motivi vanno ricercati nella natura di Snapchat, che a differenza di Facebook e Instagram è rimasto un luogo esclusivamente per giovani. In fondo la ragione per cui tanti adolescenti statunitensi sono ancora su Snapchat è che lì è quasi impossibile che trovino i loro fratelli più grandi o i loro genitori, al contrario di quello che è avvenuto prima su Facebook e ormai anche su Instagram. Per molti adolescenti Snapchat è una bolla in cui sentirsi protetti, impermeabile a quello che succede fuori.

Ovviamente, però, il mercato degli adolescenti non può bastare a Snapchat per fare concorrenza mondiale a un colosso come Facebook, e l’aspirazione della società sarebbe andare oltre e cercare di conquistare anche un pubblico più adulto. Nonostante gli adolescenti restino una fetta importante del suo bacino di utenza, l’obiettivo di Snapchat è consolidare la sua presenza anche tra gli ex-adolescenti, quelli che ormai sono studenti universitari. A questo scopo, prima ha ridisegnato completamente la sua app alla fine del 2017, separando la parte social dedicata agli amici da una dedicata ai media, quindi più indirizzata a un pubblico adulto in cerca di notizie. Ora, in vista delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, ha stretto un accordo con l’organizzazione non-profit TurboVote per poter inserire nelle “Storie” dei link per invitare gli utenti a registrarsi per votare. È un modo di coinvolgere i non-più-adolescenti a continuare a usare Snapchat e vederlo non più solo come un posto dove condividere contenuti frivoli o seguire le celebrities, ma anche per fare attività politica. Per diventare adulti, insomma.

Snapchat ha inoltre introdotto un “Visual Searcher”, uno strumento per fotografare un oggetto che si vuole acquistare venendo reindirizzati direttamente alla relativa pagina Amazon, e pochi giorni fa ha lanciato una nuova sezione, “Snapchat Originals“, che contiene 12 web serie originali da guardare direttamente tramite l’app: sono girate in verticale e l’utente può anche interagirvi in vari modi. È anche questa una mossa per provare a fare concorrenza a Facebook, che da poco ha lanciato una piattaforma simile chiamata “Facebook Watch”, e a Instagram, che da qualche mese ha inserito nella sua app una nuova sezione, IGTV, dedicata solo ai video.

Funzionerà?

I dati dicono che il mercato degli adolescenti sta tenendo a galla Snapchat nonostante sia in grandi difficoltà da tanti altri punti di vista; e che continua a navigare a vista, senza una prospettiva precisa di dove possa andare. Nel secondo trimestre del 2018 gli utenti attivi giornalieri sono stati 188 milioni, l’8 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2017 e il 2 per cento in meno rispetto al primo trimestre del 2018. Il calo rispetto al primo trimestre è stato dovuto, secondo il CEO Evan Spiegel, a un rinnovamento del design dell’app accolto con freddezza gli utenti, e a una serie di casi che hanno coinvolto celebrities come Rihanna e Kylie Jenner, che avevano criticato pubblicamente Snapchat per motivi diversi.

I profitti medi ricavati da ogni singolo utente sono passati da 1,05 dollari nel secondo trimestre del 2017 a 1,40 dollari nel secondo trimestre del 2018, una crescita del 34 per cento. Nello stesso periodo i profitti dell’azienda sono stati di 262 milioni di dollari (+44 per cento) e le perdite nette si sono fermate a 353 milioni di dollari (-20 per cento). Sembrerebbero dati buoni, ma sono inferiori alle aspettative: gli investitori continuano a guardare con sospetto Snapchat e negli ultimi giorni il valore delle sue azioni ha raggiunto il minimo storico, 6,46 dollari l’una, quando al momento della quotazione in borsa due anni fa valevano 17 dollari. Al momento le novità promesse da Snapchat per i prossimi mesi non sembrano poter garantire una crescita rapida, e secondo gli analisti nel terzo trimestre del 2018 la società perderà un altro milione di utenti attivi giornalieri.