La poesia di Leonard Cohen su Kanye West

Sta circolando sui social network per prendere in giro il rapper, ma è del 2015 e probabilmente aveva un altro intento

(FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
(FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

Da qualche giorno sta circolando online una poesia scritta dal grande cantautore canadese Leonard Cohen, morto nel 2016, e contenuta nella raccolta postuma appena uscita The Flame. La poesia si chiama “Kanye West non è Picasso”, e in molti la stanno condividendo e commentando come una specie di sagace critica al rapper americano, da mesi contestato e criticato per una serie di uscite – spesso confuse e ingenue – in favore del presidente degli Stati Uniti Donald Trump o su altri temi controversi. Non possiamo sapere esattamente cosa volesse dire Cohen con la poesia, ma ci sono buoni motivi per pensare che le cose non stiano proprio così.

Kanye West non è Picasso
Io sono Picasso
Kanye West non è Edison
Io sono Edison
Io sono Tesla
Jay-Z non è il Dylan di niente
Io sono il Dylan di tutto
Io sono il Kanye West di Kanye West
Il Kanye West
Del grande finto cambiamento della cultura delle cazzate
Da una boutique all’altra
Io sono Tesla
Sono la sua bobina
La bobina che ha reso l’elettricità soffice come un letto
Io sono il Kanye West che Kanye West pensa di essere
Quando vi butta giù dal palco
Io sono il vero Kanye West
Non vado più molto in giro
Non l’ho mai fatto
Torno in vita solo dopo una guerra
E non l’abbiamo ancora avuta

In molti hanno interpretato la poesia come un tentativo riuscito di Cohen di ridicolizzare le manie di grandezza e l’egocentrismo di West, uno che nella sua carriera si è paragonato a Gesù Cristo, Walt Disney e, per l’appunto, Picasso. In particolare, la poesia di Cohen è stata condivisa in relazione alle sbandate di West degli ultimi due anni, che lo hanno isolato e reso una specie di personaggio caricaturale nello show business americano, uno le cui uscite strampalate nemmeno sorprendono più.

In realtà, come ha fatto notare Carl Wilson su Slate, non essendoci più Cohen per spiegarcelo, alcune cose che sappiamo di lui fanno dubitare di questa interpretazione. Primo: quando ha scritto la poesia – nel marzo del 2015 – West non aveva la reputazione di oggi: diceva spesso cose bizzarre, ma faceva ancora dischi apprezzatissimi e dimostrava una creatività come pochi altri. Non veniva irriso così tanto, insomma.

I versi di Cohen sembrano più una specie di “battaglia rap” – cioè una gara a prevalere sull’avversario con dei versi – ingaggiata con West, in cui il cantautore prova a superare il rapper in quanto a presunzione ed egocentrismo. Cohen negli ultimi anni aveva detto spesso di apprezzare l’hip hop per la limpidità del linguaggio e per la coerenza dei suoi temi. In un’intervista del 2001 aveva definito «grandi» e «impressionanti» i testi di Eminem. In alcune canzoni verso la fine della carriera, Cohen aveva addirittura fatto qualcosa di simile al rap, come nella canzone “Jazz Police”. Soprattutto, nel 2015 aveva detto in un’intervista al Wall Street Journal che gli piacevano West e Jay-Z, e che addirittura si immedesimava in loro.

Il verso della poesia che parla di West, dei cambiamenti culturali e delle boutique sembra poi una specie di scherzosa rivendicazione da parte di Cohen, che aveva fatto dell’eleganza una delle sue cifre stilistiche, del proprio primato nel precorrere e dettare mode negli anni Sessanta. In diverse sue canzoni, poi, Cohen aveva parlato di sé in un modo simile a quello adottato da West: in “The Cuckold’s Song” del 1961, per esempio, un verso dice “la cosa importante era mettere le corna a Leonard Cohen / Mi piace quel verso perché dentro ha il mio nome”.

La poesia di Cohen potrebbe essere insomma una critica a West, ma considerando il personaggio sembra più probabile fosse una presa in giro bonaria, fatta utilizzando un linguaggio a metà tra il testo di una sua canzone e una battaglia rap. Nel paragonarsi a sua volta a Picasso, Edison, Tesla e Bob Dylan, Cohen potrebbe aver voluto sfidare West in uno degli sport in cui è più forte: vantarsi e spararla grossa. In molti sono stati colpiti soprattutto dal verso “Io sono il Kanye West che Kanye West pensa di essere”, in quanto una delle critiche che più di frequente viene rivolta a West è credersi molto più intelligente e visionario di quanto sia in realtà.