Il problema delle anatre che restano impigliate nelle reti da pesca

Ne muoiono ogni anno 400mila, e non le si può salvaguardare come già si fa con i mammiferi per via del loro udito

Un edredone comune su una spiaggia norvegese
(Hinrich Bäsemann/picture-alliance/dpa/AP Images)
Un edredone comune su una spiaggia norvegese (Hinrich Bäsemann/picture-alliance/dpa/AP Images)

Ogni anno 400mila anatre restano impigliate nelle reti gettate per i pesci e muoiono in mare, stando ai dati raccolti da Christopher Williams, professore di Ecologia della fauna selvatica all’Università del Delaware. Lo stesso accade a molti mammiferi marini, dai delfini alle balene, che a volte si salvano perché vengono avvertiti e allontanati dal pericolo attraverso suoni fastidiosi emessi da strumenti acustici usati proprio per salvaguardarli. Kate McGrew, che segue un master nella facoltà del professor Williams, ha iniziato uno studio sull’udito delle anatre marine per capire se sia possibile fare la stessa cosa anche con le anatre. Finora gli studi sull’udito delle anatre sono stati pochissimi, per questo al momento non ci sono strumenti acustici pensati per le anatre.

McGrew ha lavorato con più di venti piccoli di tre diverse specie (le morette codone, gli edredoni comuni e gli orchi marini dagli occhiali), che ha cercato di addestrare per alcuni mesi nel 2016 e nel 2017. Per prima cosa gli anatroccoli imparavano ad associare un suono a una ricompensa; poi a beccare un bersaglio quando sentivano quel suono; infine quando vedevano una luce dovevano tuffarsi in acqua, beccare un bersaglio e, se avevano sentito un suono mentre erano sott’acqua, risalire in superficie e beccarne un altro. Non tutte le anatre avevano la stessa capacità di apprendimento: in due anni solo nove dei 29 piccoli sono riusciti a imparare tutti i passaggi.

«Le morette codone sono le più sveglie», ha detto McGrew, precisando che sono anche quelle che cercano di imbrogliare di più per ottenere la ricompensa. Gli edredoni comuni si muovono troppo in gruppo per terminare con successo un test del genere ma una volta che se ne riesce ad addestrare una, sono le più affidabili (lei ci è riuscita con un anatroccolo su 11). Gli orchi marini dagli occhiali stanno a metà: non sono le più intelligenti ma una volta che hanno imparato a eseguire il test, lo fanno correttamente.

Le conclusioni dello studio sono che le anatre percepiscono sott’acqua suoni con una frequenza compresa tra 1 e 3 kilohertz (kHz). Sfortunatamente è più o meno la stessa frequenza dei suoni che sentono i pesci: possono percepire suoni fino a 2 kHz di frequenza. Sarà dunque difficile convincere i pescatori ad adottare sistemi per salvaguardare le anatre, dato che così facendo rischierebbero di allontanare anche i pesci: per ora le anatre continueranno a morire. I mammiferi marini invece percepiscono frequenze più alte e per questo i pescatori sono disposti ad avvertirli. La ricerca di McGrew è però soltanto un primo passo per capire come funziona l’udito nelle anatre.