Di Maio ha fatto un po’ di promesse al Fatto

Le autostrade saranno nazionalizzate, e il reddito di cittadinanza arriverà molto presto

Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, Roma 23 luglio 2018
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, Roma 23 luglio 2018 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Oggi Luigi Di Maio – ministro dello Sviluppo Economico e leader del Movimento 5 Stelle – è stato intervistato dal Fatto, al quale ha rivolto una serie di affermazioni assertive e impegnative sulle prossime iniziative del governo Conte, e sui rapporti tra Movimento 5 Stelle e Lega.

Sulla situazione di Autostrade per l’Italia, la società controllata dalla famiglia Benetton che gestisce in concessione una grossa parte delle autostrade italiane, Di Maio ha detto:

«La revoca della concessione ad Autostrade procede ottimamente, ci sta lavorando il presidente Conte che è un eccellente avvocato. […] Ci sono tutti i presupposti per la revoca, poi realizzeremo la nazionalizzazione. Pensiamo a un nuovo soggetto ad hoc che gestisca quelle strade. Bisogna scegliere tra un modello statale o un altro composto da più soggetti regionali. Ci stiamo lavorando. […] E comunque per me la nazionalizzazione non è una religione: per altri settori valuteremo. In questo caso era una scelta obbligata: non potevamo riaffidarci a uno dei tre soggetti privati, Toto, Gavio o Benetton, perché avrebbe prevalso ancora la logica del profitto».

Di Maio ha parlato poi della politica economica del governo, dando una notizia sul reddito di cittadinanza. La linea del Movimento 5 Stelle sulla sua promessa più importante, il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, era che prima di introdurlo bisognava riformare i centri per l’impiego, cosa che avrebbe richiesto qualche anno. Ora Di Maio dice che le due cose si possono fare contemporaneamente, e che vuole «realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo». Il Movimento 5 Stelle non ha mai indicato con chiarezza dove intende reperire i soldi per introdurre queste riforme, che costerebbero tutte insieme oltre cento miliardi di euro. Il Fatto in prima pagina mette in bocca a Di Maio la scadenza del 2019, probabilmente interpretando il suo «subito», ma Di Maio non ha preso impegni temporali precisi.

Nel M5S dicono che potreste varare subito una versione ridotta del reddito di cittadinanza, da 7-8 miliardi.
«Io voglio realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo: superamento della legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax».

Quindi, reddito subito? Volevate prima riformare i centri per l’impiego…
«La riforma si può avviare assieme alla distribuzione del reddito di cittadinanza».