L’aria condizionata fa male?

Una volta per tutte, la risposta è NO (ma possiamo argomentare, con questa guida minima per preoccupati, intransigenti e accaldati)

Poche conversazioni estive sono polarizzanti come quelle sull’aria condizionata: c’è chi la terrebbe accesa tutto il giorno a temperature artiche, chi vorrebbe metterla al bando del tutto e chi cerca mediazioni, o indossa golfini passivo-aggressivi per far capire agli altri che forse stanno esagerando (c’è anche la variante opposta, “sto sudando!”). I condizionatori – che hanno migliorato la vita a milioni di persone in tutto il mondo, ma hanno anche comportato un aumento considerevole dei consumi energetici e dell’inquinamento – hanno i loro pregi e i loro difetti, anche per quanto riguarda la salute. In linea di massima, però, tenete presente una cosa: l’aria condizionata non fa male. Il fresco che produce non vi farà ammalare. Ci possono essere alcuni imprevisti, però, soprattutto per chi ne abusa o utilizza i condizionatori nel modo sbagliato.

Il freddo non fa ammalare
Benché sia un luogo comune diffuso e radicato, a oggi nessuna ricerca scientifica ha mai dimostrato in modo incontrovertibile che il freddo causi più facilmente raffreddore, mal di gola, tosse o addirittura l’influenza. Quella cosa del “colpo d’aria”, o di “non prendere freddo”, repertorio di nonne e mamme di ogni dove, è falsa: non ci si ammala per il freddo. Per ammalarsi è necessaria la presenza di virus e alcuni tipi di batteri: in loro assenza semplicemente non può verificarsi un’infezione delle vie aeree superiori, quello che di solito chiamiamo raffreddore. Qui potete trovare altre informazioni, approfondimenti e riferimenti sul rapporto tra freddo e malattie.

Quindi l’aria condizionata non porta malattie?
I condizionatori sono studiati per ridurre al minimo la possibilità che al loro interno si accumulino batteri e muffe, che potrebbero causare problemi di salute a chi frequenta gli ambienti che rinfrescano. Unità interne ed esterne, filtri e tubature devono essere mantenuti puliti e igienizzati almeno una volta all’anno, per ridurre ulteriormente i rischi. Per i condizionatori domestici è sufficiente seguire le istruzioni fornite con l’elettrodomestico, mentre per gli impianti che condizionano interi edifici – come nel caso degli uffici – ci si deve affidare ai professionisti, che eseguiranno una manutenzione più approfondita e su larga scala.

Se il vostro condizionatore ha qualche anno, e non ha ricevuto molte cure, potrebbe comunque essere consigliabile farlo controllare da un professionista, anche perché un sistema pulito e ben mantenuto è più efficiente: rinfresca meglio e consuma meno.

Questa storia della legionella?
Negli ultimi giorni si è parlato molto di alcuni casi di legionellosi a Bresso, un comune vicino a Milano, dovuto al consumo di acqua contaminata dalla legionella, un batterio che nei soggetti a rischio può causare infezioni polmonari anche mortali. È soprattutto l’inalazione di piccole gocce d’acqua (aerosol) contenenti il batterio a rendere possibile il contagio. Poiché molti impianti di condizionamento, soprattutto di grandi dimensioni, utilizzano sistemi di gestione e ricircolo dell’aria, può accadere che vengano contaminati dal batterio e lo diffondano negli ambienti (un caso classico è quello degli ospedali). Una pulizia e corretta sterilizzazione degli impianti riduce notevolmente rischi di questo tipo, così come l’eliminazione dei ristagni d’acqua.

Va bene, però a me viene mal di testa!
L’aria condizionata in alcuni casi può contribuire a far venire il mal di testa, nelle persone più esposte a questo problema. Le cause possono essere diverse e alcune eliminate facilmente.

• Un condizionatore non solo produce aria fresca, ma deumidifica anche l’ambiente, riducendo quindi l’umidità nell’aria e contribuendo alla disidratazione delle persone che si trovano nella stanza. Uno stato di moderata disidratazione può causare mal di testa. Naturalmente ci si disidrata anche al caldo, ma è più facile accorgersene perché si suda e si tende quindi a bere più di frequente, rispetto a quanto si faccia stando al fresco. Avere sempre a portata un bicchiere d’acqua può aiutare a non farsi venire un mal di testa da condizionatore.

• L’aria fredda del condizionatore può influire sul nervo trigemino, nei soggetti che periodicamente patiscono di nevralgie. Il trigemino è uno dei nervi cranici più importanti e ha ampie estensioni sulla faccia e verso la dura madre, la parte esterna e più spessa delle membrane (meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. I meccanismi che lo portano a irritarsi e a causare i mal di testa non sono ancora completamente noti, ma molte persone che ne soffrono dicono di soffrire di nevralgie dopo essere stati all’aria fredda.

• Infine, il mal di testa potrebbe essere causato da qualche tipo di allergia. Se non si fa manutenzione degli impianti, nei condizionatori possono accumularsi muffe e funghi, le cui spore vengono sparse nell’ambiente quando il sistema è in funzione. Anche per questo è importante pulire i filtri o assicurarsi che sia fatto, se per esempio lavorate in un ufficio.

Quindi chi è allergico deve evitare i condizionatori?
Naturalmente no: come abbiamo visto è sufficiente fare un po’ di manutenzione. In molti casi i condizionatori possono essere un vantaggio per gli allergici ai pollini: riducono il numero di ore in cui si tengono le finestre aperte e con i filtri adatti contribuiscono ad avere un’aria più pulita, con meno pollini in sospensione che possono causare le reazioni allergiche.

Caldo e capacità cognitive
Una recente ricerca scientifica ha osservato una riduzione delle capacità cognitive negli studenti che vivevano in dormitori senza aria condizionata, rispetto a quelli climatizzati. Gli studenti al caldo hanno per esempio impiegato in media il 13,4 per cento di tempo in più per risolvere un test, che chiedeva semplicemente di identificare il colore di alcune parole mostrate sullo schermo degli smartphone. In un’altra prova sull’aritmetica, hanno invece ottenuto in media punteggi del 13,3 per cento più bassi rispetto ai membri dell’altro gruppo, al fresco con i condizionatori.

Ma a me viene il torcicollo
Difficilmente l’aria condizionata può causare da sola il torcicollo, ma può comunque contribuire alla sua insorgenza nelle persone che sono già predisposte e che soffrono di questo disturbo. In questo caso il problema non si presenta mentre si è al lavoro o in altre condizioni in cui ci si muove, ma dopo una notte passata in diretto contatto con l’aria fredda prodotta da un condizionatore. Il muscolo del collo coinvolto è di solito quello sternocleidomastoideo, che si trova sul lato del collo (ne abbiamo uno da entrambi i lati). Il muscolo si può contrarre nelle ore notturne a causa delle posizioni poco naturali che si assumono nel sonno, alla ridotta idratazione dovuta alla presenza del condizionatore che deumidifica ed eventualmente per il getto d’aria fredda, considerato che lo sternocleidomastoideo è piuttosto superficiale. La contrazione prolungata indolenzisce e blocca il muscolo, regalando dopo la sveglia un fastidioso torcicollo.

(Wikimedia)

Il torcicollo ha comunque cause molto più complesse e che variano a seconda degli individui, quindi non può essere il condizionatore il solo e unico colpevole. Nel caso di un torcicollo ricorrente è consigliabile consultare un medico, per verificare eventuali problemi di postura.

Fa bruciare gli occhi!
Un condizionatore che deumidifica molto rende l’aria più secca, al punto da ridurre l’idratazione delle mucose (quella sensazione di bocca e lingua “asciutte”) e degli occhi. Il fenomeno è avvertito di più da chi lavora negli uffici e passa numerose ore davanti a documenti e cose da leggere sullo schermo del computer. Quando leggiamo, apriamo e chiudiamo gli occhi con una frequenza minore rispetto al normale, riducendo la loro idratazione: anche per questo sentiamo gli occhi “stanchi” alla sera. L’aria condizionata può accentuare questa sensazione, a volte in modo estremo come avviene in aereo dove l’umidità dell’aria viene tenuta molto bassa, sia per motivi igienici sia per proteggere i sistemi elettronici di bordo.

Sì, ma io ho freddo
La temperatura corporea degli esseri umani è in media intorno ai 36,5 °C e il nostro organismo ha una formidabile capacità termoregolatrice, per adattarsi a seconda della temperatura esterna. Ma in medicina ognuno è un mondo a parte, quindi la sensibilità al caldo e al freddo varia enormemente: c’è chi si trova a proprio agio in una stanza a 28 °C e chi non tollera temperature superiori ai 24 °C. I litigi sull’aria condizionata accesa o no e a che temperatura derivano quasi tutti da queste differenze di costituzione, sulle quali non possiamo fare molto.

Come in molte cose della vita, la ricerca di un compromesso è l’unica soluzione possibile. Chi ha sempre freddo dovrebbe tenere in considerazione che può coprirsi di più, rispetto a chi ha sempre caldo, e ricordarsi che chi patisce il caldo vive comunque una condizione di disagio. Viceversa, chi ha sempre caldo dovrebbe ricordarsi che anche chi patisce il freddo vive una condizione di disagio, e che non è il massimo costringere qualcuno a indossare un maglioncino in piena estate.

Quindi l’aria condizionata è ok?
Sì, certo. L’importante è ricordarsi di fare una buona manutenzione del condizionatore e, nel caso di impianti datati, valutare la loro sostituzione: i modelli più recenti consumano molta meno energia e riducono il loro impatto ambientale, che non va comunque mai trascurato. La differenza di temperatura tra l’esterno e l’interno dovrebbe essere intorno ai 5-8 °C, per evitare grandi sbalzi e ridurre i consumi (naturalmente molto dipende dalle condizioni esterne). Periodicamente è comunque opportuno aprire le finestre e favorire un ricircolo naturale dell’aria, soprattutto in ambienti chiusi e molto affollati. Bevete molto, eh.