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  • Lunedì 2 luglio 2018

Il ministro dell’Interno della Germania ha minacciato di dimettersi

Horst Seehofer chiede politiche più dure sui migranti ad Angela Merkel, mettendo in difficoltà il suo governo

Horst Seehofer (CHRISTOF STACHE/AFP/Getty Images)
Horst Seehofer (CHRISTOF STACHE/AFP/Getty Images)

Il ministro dell’Interno della Germania, Horst Seehofer, ha annunciato di volersi dimettere nel caso in cui il governo della cancelliera Angela Merkel non attui politiche più incisive sul tema dei migranti e dei richiedenti asilo in Germania. Le eventuali dimissioni di Seehofer potrebbero avere serie conseguenze per la coalizione che regge il governo Merkel, formato dopo mesi di difficoltose trattative. Per lunedì sono organizzati nuovi incontri per discutere la situazione, e non è quindi ancora chiaro se le dimissioni annunciate nelle intenzioni saranno formalizzate.

Oltre a essere ministro dell’Interno, Seehofer è anche il leader dell’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU), il partito conservatore regionale attivo unicamente in Baviera, dove affronterà a ottobre una delicata elezione regionale incalzato dai partiti di estrema destra che rischia, per la prima volta dal dopoguerra, di sottrargli la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento locale. Seehofer e la CSU sono storici alleati dell’Unione Cristiano-Democratica di Merkel (CDU), ma hanno da tempo posizioni più nette e drastiche sull’immigrazione, in contrasto con quelle di Merkel di maggiori aperture e inclini all’accoglienza. La differenze di vedute finora non avevano comunque intaccato più di tanto l’alleanza di lunga data tra i due partiti, ma secondo gli osservatori le eventuali dimissioni di Seehofer potrebbero cambiare le cose, indebolendo la coalizione che sostiene il governo Merkel.

Dopo le forti pressioni ricevute dalla CSU, la settimana scorsa Angela Merkel ha proposto un accordo piuttosto vago agli altri leader europei riuniti a Bruxelles, con l’impegno a costruire nuovi centri per i richiedenti asilo e a rendere più rigido il sistema dell’accoglienza in Germania. Questa soluzione – che deve essere ancora definita nei dettagli e che è soggetta al mantenimento degli impegni da parte degli altri paesi europei – era stata definita da Merkel in linea con le richieste della CSU, culminate nella minaccia da parte di Seehofer di espellere tutti i richiedenti asilo che si trovano in Germania ma abbiano fatto richiesta di asilo in altri paesi dell’Unione Europea.

È il tema dei cosiddetti “secondary movements”: Merkel intende scoraggiarli, e ha lavorato in questo senso anche all’ultimo Consiglio europeo, ma ha sempre detto di essere contraria alle espulsioni delle persone già in Germania, sostenendo che sia più opportuno coinvolgere gli altri stati europei e cercare la loro collaborazione. La cancelliera teme che una chiusura, per quanto parziale, dei confini della Germania potrebbe mettere a rischio il principio di libera circolazione delle persone e delle merci, uno dei risultati più importanti raggiunti nell’Unione Europea e che ha contribuito a rendere più dinamico il suo sistema economico a partire proprio da quello tedesco.

Merkel ha presentato alla CSU un piano per ridurre in generale l’arrivo di nuovi migranti in Europa e al tempo stesso per riorganizzare la presenza dei richiedenti asilo. Ha annunciato di avere stretto accordi con oltre 15 paesi dell’Unione Europea per fare in modo che riaccettino le persone che avevano presentato richiesta di asilo nei loro confini, prima di spostarsi in Germania. Durante un’intervista alla televisione tedesca ZDF, Merkel ha poi cercato di rassicurare ulteriormente la CSU, spiegando che l’obiettivo condiviso resta ridurre il fenomeno dei migranti, ma che semplicemente il suo governo propone di farlo in modo meno drastico e cercando la collaborazione degli altri stati.

Domenica Seehofer ha partecipato a una lunga riunione con gli altri leader della CSU, arrivando alla conclusione che la soluzione offerta da Merkel non fosse sufficiente e mantenendo l’idea delle espulsioni. Divisioni interne alla stessa CSU potrebbero complicare ulteriormente le cose, perché non tutti i suoi membri condividono la posizione di Seehofer. Oltre ad avere annunciato la possibilità di dimettersi da ministro dell’Interno, Seehofer ha anche detto che potrebbe lasciare la direzione della CSU.

Le eventuali dimissioni di Seehofer potrebbero offrire a Merkel qualche possibilità di riprendere il controllo della situazione, seppure precariamente e nel breve periodo, eliminando un elemento di instabilità nel suo governo. Il problema è che le difficoltà potrebbero prolungarsi lo stesso nei prossimi mesi: a ottobre la CSU sarà impegnata nelle elezioni in Baviera, e questo spiega in parte toni e dichiarazioni di questi giorni nell’ottica della campagna elettorale.

Per lunedì sono previsti nuovi incontri con Merkel e altri rappresentanti del governo. Seehofer si è riservato di prendere ancora un po’ di tempo per valutare le loro proposte prima di formalizzare le dimissioni.