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  • Mercoledì 27 giugno 2018

Si dimetterà un giudice della Corte Suprema

Anthony M. Kennedy, che ha 81 anni ed era stato nominato da Reagan: ora Trump ha l'occasione di portare a cinque i giudici conservatori

(Eric Thayer/Getty Images)
(Eric Thayer/Getty Images)

Il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Anthony M. Kennedy ha annunciato mercoledì che si dimetterà, lasciando così un posto vacante che dovrà essere riempito da una nomina del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che potrà quindi spostare i delicati equilibri della più alta corte federale americana ulteriormente verso il fronte conservatore.

Kennedy ha 81 anni ed era stato nominato nel 1988 dal presidente Repubblicano Ronald Reagan. Era un conservatore “moderato”, e nei suoi anni di servizio era stato un cosiddetto swing vote, cioè un giudice che non votava sempre allineato a un gruppo tra conservatori e progressisti. Aveva infatti votato come i giudici liberal sui diritti degli omosessuali, sull’aborto e sulla pena di morte, e insieme ai conservatori sul controllo delle armi.

Il voto per sostituire Kennedy avverrà in autunno, e il candidato dovrà essere scelto da Trump e sottoposto all’approvazione del Senato, controllato dai Repubblicani: a novembre ci saranno le elezioni di metà mandato, ma è estremamente probabile che Trump farà di tutto per votare prima. La possibilità di scegliere un membro della Corte Suprema è infatti un’occasione rara e ambita dai presidenti statunitensi e dai loro partiti: i nove membri della Corte non hanno un mandato a tempo, ma possono essere sostituiti soltanto alla loro morte o in caso di dimissioni (o con una procedura di impeachement).

La composizione della Corte Suprema, intesa come quantità di giudici conservatori e progressisti, è un elemento centrale della politica americana, che in molti casi può avere conseguenze importanti: come nel caso dell’approvazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso nel 2015, o la più recente approvazione del cosiddetto “travel ban”, arrivata questa settimana. Votando a maggioranza (per esempio 5 contro 4), un giudice in più per un fronte o per l’altro è dirimente. Trump, in sostanza, ha la possibilità di decidere una parte importante della direzione che prenderanno gli Stati Uniti nei prossimi decenni, perché può portare a cinque il numero dei giudici conservatori, ottenendo così la maggioranza.

I giudici della Corte Suprema. In prima fila, da sinistra: Ruth Bader Ginsburg, Anthony M. Kennedy, John G. Roberts, Clarence Thomas e Stephen Breyer. In seconda fila, da sinistra: Elena Kagan, Samuel Alito Jr. Sonia Sotomayor e Neil Gorsuch. (Alex Wong/Getty Images)

Trump aveva già nominato un giudice: Neil Gorsuch, che l’anno scorso prese il posto di Antonin Scalia, morto quando era ancora presidente Barack Obama. Obama aveva provato a nominare Merrick Garland, andando però incontro all’ostruzionismo senza precedenti del Partito Repubblicano, che controllava il Senato, e che ottenne così di lasciare il seggio vacante fino all’insediamento di Trump.

Degli otto giudici in carica, due furono nominati da George W. Bush, uno da George H. W. Bush, due da Bill Clinton, due da Barack Obama e uno da Trump. I quattro nominati da Clinton e Obama sono noti per il loro orientamento liberal, mentre tre di quelli nominati dai presidenti Repubblicani sono convinti conservatori. John G. Roberts Jr., nominato nel 2005 da Bush figlio, è indicato ora come il rimanente swing vote tra i nove giudici della Corte Suprema, ipotizzando che quello che sceglierà Trump per sostituire Kennedy sarà molto conservatore. Va tenuto poi presente che ci sono due giudici in età molto avanzata, e che quindi potrebbero decidere di dimettersi nei prossimi anni (oppure, ovviamente, potrebbero ammalarsi o morire): Ruth Bader Ginsburg e Stephen Breyer, di 85 e 79 anni, entrambi liberal e nominati da Clinton.