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  • Martedì 26 giugno 2018

Dove andrà LeBron James?

È molto probabile – anche se non sicuro – che quest'estate il più forte giocatore di basket al mondo cambierà squadra, e si parla di dove andrà

(Gregory Shamus/Getty Images)
(Gregory Shamus/Getty Images)

Durante l’estate LeBron James, il più forte giocatore di basket in attività e uno dei più forti della storia, lascerà probabilmente la sua squadra di NBA, i Cleveland Cavaliers. Il suo contratto con Cleveland dura fino alla prossima stagione, ma contiene un’opzione che gli permette di svincolarsi già quest’estate: James non ha ancora detto cosa farà, ma la maggior parte dei commentatori ritiene improbabile che rimanga ai Cavaliers, visto com’è andata quest’anno.

James ha concluso due settimane fa la sua quindicesima stagione in NBA, perdendo le finali contro i Golden State Warriors per il secondo anno di fila. Per James, che a dicembre compirà 34 anni, è stata la quarta stagione consecutiva con la maglia dei Cleveland Cavaliers, la squadra della sua città natale (o quasi: lui è di Akron, un sobborgo), e la undicesima in totale. Il legame tra James e Cleveland è uno dei più leggendari e raccontati dello sport contemporaneo, e raggiunse una dimensione letteraria prima nel 2010, con il suo traumatico passaggio ai Miami Heat, e poi nel 2014, quando tornò a Cleveland e con lui la squadra vinse il suo primo titolo NBA nella storia, riscattando decenni di insuccessi sportivi.

L’ultima stagione però è stata la più deludente del secondo ciclo di James ai Cavaliers, perché gli acquisti fatti dalla società per circondarlo di giocatori alla sua altezza sono stati fallimentari: è apparso ancora più evidente che in passato che James doveva caricarsi la squadra interamente sulle spalle, per farla vincere. È andata esattamente così ai playoff, nei quali James ha fatto cose sensazionali e i suoi compagni di squadra sono sembrati quasi sempre inadeguati a una finale NBA. Gli ultimi secondi di gara 1 delle finali riassumono efficacemente questo problema.

Per questo, da mesi i siti sportivi americani fanno ipotesi su quale sia la possibile futura destinazione di James. Le squadre di cui si parla sono sostanzialmente sei: i Los Angeles Lakers, i Boston Celtics, i San Antonio Spurs, gli Houston Rockets e i Miami Heat, più o meno in quest’ordine di insistenza nelle voci di mercato. Ci sono poi in ballo gli stessi Cavaliers, se James dovesse decidere a sorpresa di rinnovare il contratto. A queste opzioni se ne aggiungono altre due, meno credibili delle altre ma molto suggestive: i Golden State Warriors, già per distacco la migliore squadra della NBA, che con l’aggiunta LeBron James sarebbe con ogni probabilità la squadra più forte della storia dello sport; e i Philadelphia Sixers, una squadra che negli ultimi anni ha adottato la controversa strategia di giocare con una squadra scarsa e perdere le partite, per ottenere i vantaggi assegnati alle ultime classificate della NBA e tornare a vincere. Ci è riuscita, ed è una gran storia. C’è poi chi ipotizza che James possa ritirarsi, ma sembra molto strano visto che la sua parabola discendente praticamente non è ancora cominciata.

Il dibattito sulla futura squadra di James è reso ancora più complesso dal fatto che la NBA prevede delle complesse regole per i tetti degli stipendi dei giocatori, che le società possono aggirare o risolvere in molti e complessi modi. Le squadre elencate sopra sono quelle che per una ragione o per l’altra sono contemporaneamente attrezzate a sostenere i costi del contratto di James e nelle quali lui potrebbe voler andare a giocare. È infatti piuttosto condiviso che James possa andare solo in una squadra che abbia ambizioni realistiche di vincere il titolo: del resto sono otto anni consecutivi che James arriva alle finali NBA, e non vorrà interrompere questa striscia.

• A Los Angeles, James possiede due case, e da tempo i Lakers stanno mettendo insieme un progetto convincente per ritornare ad alti livelli, dopo una lunga serie di annate deludenti. Sono anche una delle società che ha i margini di manovra più ampi per quanto riguarda i contratti, e che quindi dovrebbe fare meno acrobazie per ingaggiarlo e potrebbe offrirgli buone garanzie sull’arrivo di un altro “peso massimo”: si sta parlando di Kawhi Leonard, stella dei San Antonio Spurs, con il quale James formerebbe certamente una coppia notevole; oppure di Paul George degli Oklahoma City Thunder. Qualcuno ha messo sul tavolo anche la possibilità dei Clippers, altra squadra di Los Angeles, ma sembra più probabile che se James sceglierà di andare a Los Angeles lo farà per la squadra più famosa e vincente della città. Ai Lakers, però, James avrebbe ogni anno l’ostacolo dei Warriors e dei Rockets tra sé e le finali: giocano nella stessa conference, uno dei due campionati regionali che designano le finaliste della NBA.

• I Celtics sono una delle squadre più promettenti di tutta la NBA: quest’anno hanno fatto dei playoff incredibili nonostante i loro due giocatori migliori, Kyrie Irving e Gordon Hayward, li abbiano saltati per infortunio. Sono anche la società più vincente della storia della NBA, con una tradizione decennale, e Boston non è molto lontana da Cleveland. È un’ipotesi emersa soltanto in tempi recenti, ma sta gradualmente attirando sostenitori. Per motivi simili si è anche parlato dei New York Knicks, anche se nelle ultime settimane sembra una supposizione sempre meno fondata.

• Per i Rockets sembra più difficile trovare lo spazio contrattuale per James, anche se  l’eventuale trio formato insieme a James Harden e Chris Paul sarebbe probabilmente l’unico in grado di reggere il paragone con Steph Curry, Kevin Durant e Klay Thompson dei Golden State Warriors. I Rockets sono, in pratica, la squadra migliore in cui James potrebbe andare se il suo scopo fosse banalmente aggiungersi alla squadra più forte della NBA dopo i Warriors.

• Per quanto riguarda i Sixers, i dubbi non sono tanto economici quanto progettuali: in una squadra così giovane e dagli equilibri ancora fragili, come si inserirebbe James (il cui gioco è peraltro simile a quello della stella dei Sixers Ben Simmons)?

• James ha spesso espresso ammirazione per Gregg Popovich, l’allenatore degli Spurs, e San Antonio potrebbe essere una destinazione allettante anche per il passato recente di grandi risultati di giocatori sopra i 35 anni, da Manu Ginobili a Tony Parker a Tim Duncan. Gli Spurs non sono soliti a questo tipo di operazioni, né potrebbero mai diventare “la squadra di LeBron”: ma è un’ipotesi che ha una sua credibilità.

• L’ipotesi degli Heat è legata soprattutto al fatto che James ci ha già giocato, ci ha già vinto e ci si è trovato bene, ma sembra per ora un’opzione poco plausibile.

• Per quanto riguarda i Warriors, l’arrivo di James dovrebbe necessariamente coincidere con la partenza di alcuni dei giocatori protagonisti delle ultime stagioni – come Thompson e Draymond Green – e con una riduzione dello stipendio di Durant. Questo senza contare la difficoltà a superare la rivalità degli ultimi anni.