Da dove viene la moda di madri e figlie vestite uguali

Ci siamo abituati a modelle e attrici con abiti coordinati alle proprie bambine, ma la prima fu una stilista di alta moda francese 100 anni fa

Mamma e figlia in costume a righe, marzo 1955
(Chaloner Woods/Getty Images)
Mamma e figlia in costume a righe, marzo 1955 (Chaloner Woods/Getty Images)

Sugli account Instagram di attrici e cantanti famose, non è raro trovare fotografie in cui sono ritratte insieme alle figlie, vestite allo stesso modo; è una moda che sta prendendo piede, lentamente, anche tra le famiglie comuni, con aziende che propongono abiti abbinati per madri e figlie, identici tranne che nelle dimensioni. Non è una novità dei nostri giorni: nata a inizio Novecento, è rispuntata a più riprese nel tempo, raccontando ogni volta qualcosa di nuovo dell’idea di famiglia, dell’essere donne, madri e figlie, come ha raccontato nel 2018 Kimberley Chrisman-Campbell in un articolo sull’Atlantic.

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Le madri tendono a vestirsi come le figlie «nei periodi storici in cui c’è maggior enfasi sulla famiglia e la relazione-madre figlia», ha raccontato all’Atlantic la storica di moda Jennifer Farley Gordon. Spesso si tratta di donne che non lavorano e che hanno tempo libero per cucire i vestiti abbinati o disponibilità economica per comprare le versioni di buona marca nei negozi; ovviamente passano molto tempo in pubblico con le loro bambine, altrimenti indossare le stesse cose perderebbe senso.

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La moda iniziò nel primo Novecento e fu resa famosa dalla stilista di alta moda francese Jeanne Lanvin, che nel 1897, a 30 anni, ebbe la sua prima e unica figlia, Marguerite. Nel 1908 Lanvin propose una collezione di alta moda per bambine usando gli stessi tessuti e tagli originali della linea donna, adattandola ai gusti e ai corpi infantili. Marguerite fece da modella, con la madre che se la portava sempre appresso vestendola en pendant. Addirittura il logo di Lanvin, disegnato dall’illustratore Paul Iribe, è ispirato a una fotografia che le ritrae insieme, in abito da ballo e cappello a punta. Da grande Marguerite confessò quanto fosse imbarazzante per lei: «Appena ero vestita in tiro volevo soltanto nascondermi».

Il Logo disegnato da Paul Iribe per Lanvin nel 1923
(© Patrimoine Lanvin)

I vestiti di Lanvin erano troppo cari e rimasero relegati alle classi più ricche, poi arrivò la Grande Depressione che rese di cattivo gusto ostentare prosperità e frivolezze. La moda di vestirsi uguali ritornò alla fine degli anni Trenta grazie al cinema di Hollywood. Attrici giovani, carine e famose amavano farsi fotografare in abiti coordinati con le loro figlie, adorabili copie in miniatura che esaltavano la loro bellezza dipingendole anche come madri e mogli amorevoli. Ci volle un po’ di tempo perché si adattasse anche il mondo reale, soprattutto perché la produzione nella moda era rigidamente suddivisa per età, e fu solo nel 1938 che la rivista Life scrisse che «prima di quest’estate i vestiti abbinati tra madri e figlie non erano così diffusi». Funzionava, scriveva sempre Life, perché «sembrare simili» significava «sembrare più giovani». Negli anni Quaranta e Cinquanta questi abiti sottolineavano la giovinezza della madre piuttosto che la maturità della figlia: erano gonne a ruota o grembiulini arricciati portati su magliette e camiciette dalle maniche a sbuffo, spesso con nastri nei capelli, più adatti a una bambina di otto anni che a una donna adulta. Sempre Life consigliava, nel caso le figlie fossero più di una, di vestirsi coordinate alla più piccola.

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Dal 1939 alla fine degli anni Cinquanta Ladies’ Home Journal – tra le riviste femminili più lette del tempo – uscì con decine di copertine illustrate dal disegnatore Al Parker, con madri e figlie vestite identiche dalla testa ai piedi e impegnate in faccende domestiche e passatempi come cuocere biscotti, lavorare ai ferri, incartare regali, sciare e andare in bici. Le copertine piacevano tantissimo e i vestiti inventati da Parker erano proposti spesso come modelli nelle riviste per lavori a maglia e ricamo, o tradotti in abiti in vendita nei grandi magazzini.

Poi c’è Kanye West, che veste la figlia North coordinata a lui
( AHMAD GHARABLI/AFP/Getty Images)

Durante la Seconda guerra mondiale la moda si rafforzò, per motivi patriottici: «Tutti dovevano fare la loro parte e anche le figlie dovevano aiutare le madri a casa» spiega Gordon. Dopo la guerra, i cambiamenti sociali che avevano visto le massicce famiglie ottocentesche asciugarsi in nuclei monofamiliari si riversarono anche sull’abbigliamento: vestirsi uguali era un modo per sottolineare il rapporto affettivo stretto e privilegiato tra madri e figlie. «Ladies’ Home Journal ne parlava come fosse la più grande scoperta dopo il pane affettato», dice Gordon «ma c’era un filone di persone in sottofondo che la criticava. Alcuni stilisti ne erano inorriditi». Helen Lee, tra i più importanti stilisti di moda per bambini tra gli anni Cinquanta e Sessanta era tra loro: «c’è una differenza di 20 o 30 anni tra madri e figlie e nella maggior parte dei casi l’una o l’altra sarebbe sembrata ridicola».

La modella Coco Rocha in passerella con la figlia di due anni per la sfilata di Jean Paul Gaultier, Parigi, 24 gennaio 2018 (AP Photo/Francois Mori)

Le cose cambiarono negli anni Settanta, quando le donne iniziarono a lavorare fuori casa tutto il giorno: dovevano indossare abiti formali come completi, tailleur con gonne o pantaloni, giacche e camicie che divennero di moda anche tra le casalinghe ma che non erano adatti alle bambine piccole. Questa tendenza si rafforzò negli anni Ottanta, quando le donne portavano abiti maschili o sensuali per affermare la propria indipendenza e mettere in discussione il potere maschile. Lilly Pulitzer, tra le prime aziende a proporre vestiti abbinati per madri e figlie, chiuse nel 1984; riaprì nove anni dopo, quando nelle vetrine si riaffacciavano i primi vestitini con stampe e colori pastello.

Oggi che molte donne inseguono la completezza dello “have it all”, cioè dell’avere tutto (carriera, figli, amore, bellezza), vestirsi abbinate alle proprie figlie va di nuovo di moda, anche tra le donne che lavorano e hanno successo: indica infatti l’efficienza nel gestire carriera, famiglia e immagine. A rafforzarla ci sono stiliste come Stella McCartney e Michelle Smith di Milly che si fanno spesso vedere in giro vestite coordinate alle figlie, e che propongono linee per bambini che richiamano quelle per gli adulti. Modelle come Coco Rocha e Cindy Crawford hanno sfilato insieme alle loro figlie adolescenti, e sempre più aziende propongono giacche, cravattini e polo per i bambini e gonne con stampe, e scarpine all’ultima moda per le bambine. Spesso i cataloghi mostrano direttamente donne e bambine con gli stessi abiti e ora c’è anche una nuova tendenza, quella di vestire uguale tutta la famiglia, fratelli e padri compresi.