La Gabbia, puntata del 15 marzo
(Lapresse - Omar Abd el Naser)

Repubblica ha interrotto la collaborazione con Piergiorgio Odifreddi dopo un suo articolo molto critico su Eugenio Scalfari

Repubblica ha fatto sapere di avere interrotto la propria collaborazione con il matematico e divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi, che collaborava da quasi vent’anni con l’edizione online e cartacea del giornale. La ragione dell’interruzione è un articolo pubblicato due giorni fa da Odifreddi nel suo blog sul sito di Repubblica, in cui aveva criticato il fondatore del giornale Eugenio Scalfari per essersi inventato tre interviste a Papa Francesco (l’ultima delle quali una settimana fa). Odifreddi aveva scritto:

Rimane il secondo problema, che è perché mai Repubblica non metta un freno alle fake news di Scalfari, e finga anzi addirittura di non accorgersene, quando tutto il resto del mondo ne parla e se ne scandalizza. In fondo, si tratta di un giornale che recentemente, e inusitatamente, ha preso per ben due volte in prima pagina le distanze dalle opinioni soggettive del proprio ex editore-proprietario ma che non dice una parola sulle ben più gravi e ripetute scivolate oggettive del proprio fondatore.

Io capisco di giornalismo meno ancora che di religione, ma la mia impressione è che in fondo ai giornali della verità non importi nulla. La maggior parte delle notizie che si stampano, o che si leggono sui siti, sono ovviamente delle fake news: non solo quelle sulla religione e sulla politica, che sono ambiti nei quali impera il detto di Nietzsche “non ci sono fatti, solo interpretazioni”, ma anche quelle sulla scienza, dove ad attrarre l’attenzione sono quasi sempre e quasi solo le bufale.

Nella lettera aperta con cui il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha comunicato a Odifreddi la fine del rapporto di collaborazione, si legge: «Il problema è che non si può collaborare con un giornale e contemporaneamente sostenere che della verità ai giornalisti non importa nulla. Che oggi serva di più pubblicare il falso del vero. Questo è inaccettabile e intollerabile, non solo per me ma per tutti quelli che lavorano qui».

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