C’è «il 50 per cento» di possibilità di tornare a votare, dice Salvini

Secondo il segretario della Lega la colpa è del Movimento 5 Stelle che non vuole rinunciare a candidare Luigi Di Maio presidente del Consiglio

Matteo Salvini a Milano, 22 gennaio 2018 (Lapresse/AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA)
Matteo Salvini a Milano, 22 gennaio 2018 (Lapresse/AFP PHOTO/MIGUEL MEDINA)

In un’intervista al Corriere della Sera il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha detto che se il Movimento 5 Stelle non rinuncerà a proporre come unico capo del governo Luigi Di Maio, la possibilità di andare a nuove elezioni è molto alta. In quel caso, sostiene il segretario della Lega, si potrà tornare a votare con l’attuale legge elettorale o, ancora meglio, con una legge elettorale che assegni un premio di maggioranza alla coalizione che ottiene il maggior numero di voti.

Che probabilità ci sono di tornare alle urne?

«A oggi, il 50 per cento. Non è quello per cui io lavoro e non faccio di certo il calcolo che nelle urne incasserei di più. Ma si sappia che se mi rendessi conto che non c’è una via di uscita, che nessuno è disposto a fare passi indietro, bisognerebbe tornare a chiedere agli italiani».

Con la stessa legge elettorale che ha prodotto questo risultato?

«Io sarei per una legge che assegna il premio di maggioranza a chi arriva primo, come già sarebbe stato opportuno fare dall’inizio».

Primo partito o prima coalizione?

«Prima coalizione».

Si è anche ricominciato a parlare di una legge a doppio turno. Lei è favorevole?

«Se la legge vuoi farla ex novo, blocchi il Parlamento e l’Italia per mesi. Sarebbe più sensato partire dalla legge attuale con l’aggiunta del premio a chi vince».

L’intervista di Salvini è una risposta alla posizione assunta negli ultimi giorni dal Movimento 5 Stelle, i cui leader hanno ribadito che l’unico governo che il Movimento 5 Stelle è disposto a sostenere è un governo guidato da Luigi Di Maio, il capo politico del Movimento. A ripeterlo, in questi ultimi giorni, sono stati diversi dirigenti del Movimento, come Alfonso Bonafede, mentre lo stesso Di Maio ha preferito non esporsi in prima persona (ma aveva già ribadito lo stesso concetto subito dopo le elezioni). «Se noi ai cittadini presentiamo un altro candidato premier non eletto dai cittadini determiniamo il definitivo allontanamento dalla politica», ha detto Bonafede (in realtà i cittadini non hanno votato per nessun candidato premier alle ultime elezioni).

Salvini, da parte sua, non ha mai posto condizioni così stringenti a un accordo e ha spesso detto di essere disposto a rinunciare all’incarico di presidente del Consiglio per fare spazio a qualcuno in grado di raccogliere maggior consenso in Parlamento. Salvini ha anche detto che qualsiasi governo che la Lega appoggerà avrà anche il sostegno di Forza Italia e che non intende rompere la coalizione di centrodestra, un’affermazione che serve in parte a fugare i sospetti che la Lega possa accordarsi autonomamente con il Movimento tenendo fuori il partito di Berlusconi.

La settimana scorsa i sospetti che un accordo di governo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle fosse oramai raggiunto erano aumentati dopo che i due schieramenti si erano accordati per eleggere i presidenti di Camera e Senato. Secondo i giornali, l’accordo più probabile era quello su un governo senza esponenti di primo piano dei due partiti e con un programma fatto di pochi punti semplici. Ora però le trattative sembrano complicate dal fatto che il Movimento, a quanto pare, intende insistere sulla scelta del capo del futuro governo. Non è chiaro al momento se questa è per loro una condizione irrinunciabile o se è solo di un tentativo di contrattare condizioni migliori.

Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri tra esponenti della Lega e del Movimento e, la settimana prossima, Salvini ha annunciato un incontro con lo stesso Di Maio. Se sarà raggiunto un accordo prima di martedì prossimo, centrodestra e Movimento potranno presentare il loro governo alle consultazioni con il presidente della Repubblica, che cominceranno il prossimo 3 aprile. In quel caso, il presidente del Consiglio designato dall’alleanza potrebbe ricevere l’incarico già la settimana prossima.