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  • Mercoledì 21 marzo 2018

La bomba di ieri in Texas è collegata a quelle di Austin

Lo ha stabilito la polizia, che ieri ha trovato anche un'altra bomba – inesplosa – in un deposito FedEx della città

Un'auto della polizia davanti al deposito FedEx dove è esplosa una bomba nella notte tra lunedì e martedì (AP Photo/Eric Gay)
Un'auto della polizia davanti al deposito FedEx dove è esplosa una bomba nella notte tra lunedì e martedì (AP Photo/Eric Gay)

L’FBI ritiene che anche la bomba esplosa nella notte tra lunedì e martedì in un deposito della società di logistica FedEx di San Antonio, in Texas, sia opera della stessa persona collegata alle quattro bombe esplose ad Austin nelle ultime settimane. La bomba è esplosa poco dopo la mezzanotte di lunedì, quando nel deposito stavano lavorando diverse decine di persone, ma non ha ferito nessuno. Era contenuta in un pacco postale che era stato spedito da Austin ed era diretto ad Austin, un’evoluzione rispetto alle precedenti quattro bombe che erano invece state lasciate in strada, sul marciapiede.

Poche ore dopo l’esplosione della quinta bomba, la polizia ne ha trovata una sesta ancora inesplosa in un altro deposito FedEx più vicino ad Austin. È la prima bomba della serie che la polizia può analizzare interamente e potrebbe dare indizi importanti per risalire alla persona che l’ha fabbricata, e che è ritenuta responsabile della morte di due persone e del ferimento di altre quattro. I due pacchi esplosivi trovati nei depositi FedEx erano stati spediti dallo stesso ufficio FedEx di Sunset Valley, un’area di Austin, e un comunicato di FedEx lascia intendere che siano stati spediti dalla stessa persona. La polizia ha ricevuto le registrazioni delle telecamere di sicurezza dell’ufficio di Sunset Valley, dove si vede anche la persona che ha consegnato i due pacchi esplosivi.

La prima esplosione ad Austin era stata il 2 marzo e aveva causato la morte di un uomo di 39 anni, Anthony Stephan House. Altre due esplosioni erano avvenute il 12 marzo a poche ore di distanza in due diversi quartieri della periferia est di Austin. La prima aveva coinvolto due persone: un ragazzo di 17 anni, che era stato trovato gravemente ferito ed era morto poco dopo, e una donna che aveva riportato ferite ma non era in pericolo di vita. I due avevano trovato il pacco davanti alla porta e lo avevano portato in casa, dove era esploso. La seconda esplosione del 12 marzo aveva invece coinvolto una donna di 75 anni, che era rimasta ferita gravemente. La quarta bomba è esplosa domenica sera, in una diversa zona di Austin, e ha ferito due ventenni che probabilmente hanno attivato inavvertitamente la trappola di innesco dell’ordigno. I due sono ancora ricoverati in ospedale ma non sono in pericolo di vita.

Alle indagini sulle bombe stanno partecipando centinaia di agenti, che oltre ad occuparsi di raccogliere indizi di qualunque tipo dai luoghi delle esplosioni, stanno rispondendo a centinaia di segnalazioni di pacchi sospetti in tutta la città di Austin. Non sembra che ci sia una direzione precisa per le indagini e – nonostante l’appello pubblico di domenica scorsa – la polizia non è riuscita ancora a mettersi in contatto con l’autore delle bombe. Le prime persone ferite ed uccise erano tutti neri o ispanici, e la polizia aveva sospettato che potesse esserci un movente razzista dietro le bombe, ma la bomba di domenica sera e quelle trovate nei depositi FedEx non sembravano essere destinate a qualcuno in particolare.