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  • Lunedì 29 gennaio 2018

Chi sono i “Big Five” dell’editoria mondiale

Sono i cinque più grandi gruppi del mercato di libri di intrattenimento in inglese e la maggior parte delle cose che leggiamo hanno in qualche modo a che fare con loro

Coste di libri Penguin in una libreria di Londra, il 2 dicembre 2015 (Ben Pruchnie/Getty Images)
Coste di libri Penguin in una libreria di Londra, il 2 dicembre 2015 (Ben Pruchnie/Getty Images)

Qualche giorno fa il sito britannico di notizie sull’editoria The Bookseller ha pubblicato alcuni dati sul mercato dei libri nel Regno Unito secondo cui nel 2017 la quota di mercato complessiva dei quattro più grandi gruppi editoriali attivi nel paese – i cosiddetti “Big Four” – era diminuita. È passata dal 47,8 per cento del 2016 al 46,8 per cento del 2017, arrivando a valere circa 744,8 milioni di sterline (cioè più di 851 milioni di euro).

Anche se questi dati riguardano solo il Regno Unito, sono importanti per il mondo dei libri in generale, sia perché il mercato dell’editoria in lingua inglese è il più grande di tutti, sia perché non si può escludere che in futuro grandi gruppi editoriali stranieri investano di più in Italia, dove l’intera editoria (escludendo scolastica e testi tecnici) nel 2017 ha fatturato 1,485 miliardi di euro. Per questo abbiamo messo insieme una guida per saperne un po’ di più sul loro conto.

Per “Big four” si intendono HarperCollins, Hachette, Macmillan e Penguin Random House: i gruppi più importanti per il mercato dei libri cosiddetti “trade”, cioè quelli di intrattenimento, quindi escludendo l’editoria scolastica e quella che si occupa di testi tecnici. A questi quattro gruppi se ne può aggiungere un quinto – Simon & Schuster – attivo sul mercato statunitense, ed è per questo che spesso si parla dei “Big Five” dell’editoria mondiale. È importante tenere a mente che non si tratta dei gruppi più grandi in assoluto, ma di quelli più grandi nella loro categoria: che comunque riguarda la maggior parte dei libri che si comprano in libreria.

HarperCollins

È l’unico gruppo editoriale dei Big Five che già pubblica libri anche in Italia (Hachette controlla Hachette Fascicoli, che però non pubblica libri, ma prodotti per le edicole). HarperCollins fa parte della News Corp di Rupert Murdoch ed è arrivata nel mercato editoriale italiano nel 2015, comprando da Mondadori Harlequin Italia, l’editore degli Harmony, cioè i romanzi rosa in vendita nelle edicole.

La HaperCollins come società nacque nel 1990 dalla fusione della casa editrice americana Harper & Row, acquisita dalla News Corp nel 1987, e della scozzese William Collins & Sons, acquisita dalla stessa società nel 1989. Tra le altre cose la William Collins & Sons fu la prima casa editrice a pubblicare i gialli di Agatha Christie. Dal 1990 altre case editrici sono state acquisite e integrate nel gruppo HarperCollins.

Il logo di HarperCollins fu disegnato mettendo insieme il logo di Harper and Row, che rappresentava una fiaccola, e quello di Collins, che rappresentava una fontana: il risultato sono fiamme stilizzate che aleggiano sulle onde

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito comunque non troverete mai un libro con il marchio HarperCollins: è solo il nome del gruppo, non di uno dei suoi “imprint”, cioè dei marchi editoriali con cui pubblica libri. Tra questi però c’è Harper.

Nel Regno Unito il 2017 è andato bene ad HarperCollins per via di alcuni libri bestseller: Bad Dad dello scrittore per ragazzi David Walliams e dell’illustratore Tony Ross, il giallo Equivoci e bugie di Joanna Cannon ed Eleanor Oliphant is completely fine di Gail Honeyman, entrambe esordienti, e i più recenti libri dello chef Nigel Slater e di George R.R. Martin, l’autore di Game of Thrones. Grazie a questi libri ha fatturato 119,9 milioni di sterline (quasi 137 milioni di euro) nel 2017, il suo miglior risultato degli ultimi quattro anni.

Penguin Random House

È probabilmente il gruppo più famoso dei Big Five, anche per via della fama del marchio Penguin e della sua iconografia. È nato nel 2013 dalla fusione di due precedenti gruppi editoriali, Random House e Penguin Group, il primo di proprietà della grande società tedesca Bertelsmann, il secondo del gruppo britannico Pearson: il 75 per cento del gruppo appartiene a Bertelsmann, il restante 25 a Pearson. Prima che Random House e Penguin si unissero, si parlava di Big Six, invece che di Big Five. Una cosa importante da sapere è che Pearson oltre a pubblicare libri “trade” controlla molte case editrici che si occupano di testi scolastici e scientifici – tra cui Bruno Mondadori, attraverso Pearson Italia – e grazie a queste è il più grande gruppo editoriale del mondo secondo la classifica di Publishers Weekly.

Random House fu fondata nel 1925, a New York. Tra le altre cose, nel 1934 pubblicò la prima edizione legale dell’Ulisse di James Joyce dopo che il romanzo era stato accusato di oscenità. Tra le più importanti case editrici che ne fanno parte c’è Knopf, che tra gli altri pubblica i libri di Cormac McCarthy.

Penguin invece fu fondata nel 1935 a Londra, inizialmente come parte di un’altra casa editrice, The Bodley Head, e diventò indipendente dall’anno successivo. Fu una delle prime case editrici a credere che i romanzi di qualità avrebbero avuto un mercato ampio, decidendo perciò di vendere i propri libri in formato tascabile e a un prezzo contenuto. Nel 1960 pubblicò per la prima volta nel Regno Unito L’amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence, libro considerato scandaloso all’epoca. Un’altra ragione del successo dei libri Penguin è stata sicuramente la nota scelta grafica fatta per le sue copertine, tutte immediatamente riconoscibili per la divisione in tre fasce orizzontali colorate in modo diverso a seconda della collana di appartenenza.

https://www.instagram.com/p/BdfocSRBXR1/?taken-by=penguinclassics

Macmillan

Macmillan ha sede e origine nel Regno Unito, ma appartiene a un gruppo industriale più grande tedesco, Holtzbrinck, che tra le altre cose è l’editore della rivista scientifica Nature ed è al 15esimo posto della classifica di Publishers Weekly sui più grossi gruppi editoriali del mondo. Macmillan è parte di Holtzbrinck dal 1995, quando ne fu acquisito il 70 per cento; quattro anni dopo Holtzbrinck comprò il resto dalla società dalla famiglia Macmillan. Tra i marchi editoriali che appartengono a Macmillan ce ne sono molti noti anche in Italia, anche solo per sentito dire: tra questi Picador, Farrar, Straus and Giroux (l’editore dei romanzi di Jonathan Franzen, tra gli altri) e Henry Holt & Co.

Nel Regno Unito per Macmillan il 2017 è stato meno fruttuoso del 2016, quando uscì una serie di libri di diete abbinate a esercizi del personal trainer e conduttore televisivo Joe Wicks. Rispetto al 2016 il fatturato del gruppo editoriale è stato più basso del 10,5 per cento: è arrivato a 69,42 milioni di sterline, cioè quasi 80 milioni di euro.

Hachette

Hachette è il nome con cui viene chiamato l’insieme delle società editoriali della multinazionale francese Lagardère, che si occupa di varie altre cose oltre all’editoria. È il gruppo che possiede le casa editrici francesi Grasset (quella che pubblicò per prima i romanzi di Marcel Proust) e Le Livre de Poche (quella che per prima ha fatto tascabili in Francia, a partire dal 1952). In Italia non controlla nessuna casa editrice di libri, ma possiede Hachette Fascicoli, che produce quei periodici da edicola come Costruisci il mitico trattore cingolato Fiat 605 C, Tarocchi da collezione e I like uncinetto.

Nell’ultima classifica di Publishers Weekly sui più grandi gruppi editoriali del mondo Hachette è al sesto posto, subito prima dello spagnolo Grupo Planeta: tra i Big Five è quella più in alto.

Il logo di Hachette Livre

Il 2016 era andato molto bene ad Hachette nel Regno Unito dato che la sua casa editrice Little, Brown and Company aveva pubblicato Harry Potter e la maledizione dell’erede, la sceneggiatura di uno spettacolo teatrale presentato come ottavo capitolo della saga di Harry Potter della scrittrice inglese J.K. Rowling, e Animali fantastici e dove trovarli, la sceneggiatura dell’omonimo film sempre ambientato nel mondo di Harry Potter. Nel 2017 però il fatturato del gruppo è calato dell’8,3 per cento: è arrivato a 193,2 milioni di sterline, circa 220 milioni di euro.

Simon & Schuster

Nel 2017 è arrivato al 23esimo posto della classifica dei gruppi editoriali di Publishers Weekly. Appartiene a CBS Corporation, una delle più grandi società di mezzi di informazione del mondo, che controlla la rete televisiva americana CBS. Simon & Schuster esiste dagli anni Venti e fa parte di CBS Corporation – in precedenza conosciuta come Viacom – dal 1994: prima di entrarci si era ingrandita più e più volte negli anni, diventando la più grande casa editrice americana. Fu fondata come editore di libri di cruciverba e nel 1939 divenne la prima azienda di libri americana a produrre tascabili, con la sua divisione Pocket Books. Oggi controlla 35 marchi editoriali diversi, tra cui Scribner, che pubblica i libri di Don DeLillo e Stephen King, tra gli altri.

Il logo di Simon & Schuster rappresenta un seminatore

Nel 2016 Simon & Schuster ha fatturato 767 milioni di dollari, cioè 618 milioni di euro: nello stesso anno Mondadori ha fatturato quasi 404 milioni di euro. Questi numeri danno un’idea di quanto sia grande il mercato editoriale americano rispetto a quello italiano ma anche rispetto a quello britannico.