Otto cose che non avete notato nell’ultimo film di Star Wars

SOLO per chi l'ha visto, ovviamente, tutti gli altri alla larga: quei dadi ve li ricordavate? E che fine hanno fatto quei libri?

Star Wars: Gli Ultimi Jedi è uscito mercoledì nei cinema: come alla fine di ogni film di Star Wars, anche in questo caso è probabile che la maggior parte degli spettatori sia rimasta con un mucchio di pezzi da rimettere a posto, cose che ha notato solo di sfuggita o domande a cui non ha trovato risposta (avvertimento: da qui in poi è pieno di SPOILER). A differenza di quello che succedeva con altri film della saga, però, alla fine degli Ultimi Jedi non si rimane con grandi domande irrisolte, e molte questioni lasciate aperte nel Risveglio della Forza hanno trovato una risposta. Piuttosto, il film contiene una serie di sottigliezze e dettagli difficili da rimettere insieme dopo due ore e mezzo di cose. Proviamoci.

Ricordate questa scena?
Negli Ultimi Jedi viene finalmente spiegata una scena mostrata per la prima volta nel secondo trailer ufficiale del Risveglio della Forza, più di due anni e mezzo fa, e poi molto brevemente nel film. C’erano il droide R2-D2 e un uomo con la mano destra robotica – Luke Skywalker – davanti a un edificio in fiamme.

Ora sappiamo con certezza che si tratta di un flashback: le rovine che bruciano sono quelle dell’accademia Jedi che aveva fondato Luke, e che poi era stata distrutta da Kylo Ren durante la sua ribellione. È lo stesso Luke a raccontarlo a Rey. Rimane ancora qualche domanda: Luke dice che la sua accademia aveva 21 allievi, e quindi quanti di loro si sono ribellati insieme a Ren? Sono loro i famosi “cavalieri di Ren” citati più volte nella saga? Che fine hanno fatto?

C-3PO è di nuovo tutto intero
Nelle rare scene in cui era apparso nel Risveglio della Forza, il droide reso famoso dalla trilogia originale aveva un braccio colorato di rosso. All’epoca questa stranezza non era stata spiegata (e anzi era stata usata per una delle battute più riuscite del film) ma se ne parlò in un fumetto ufficiale uscito qualche mese dopo. C-3PO si fece impiantare quel braccio rosso in ricordo di un droide del Primo Ordine con cui aveva passato delle disavventure, e che a un certo punto si era sacrificato per lui. Negli Ultimi Jedi però C-3PO è di nuovo tutto intero, e del braccio rosso non c’è traccia. Non sappiamo ancora cosa sia successo nel frattempo: magari la questione verrà chiarita da un nuovo fumetto.

C-3PO è stato mostrato tutto intero anche negli eventi promozionali per “Gli Ultimi Jedi” (Christopher Jue/Getty Images for Disney)

I dadi del Millennium Falcon
Quasi nessuno si accorse che nella cabina di comando del Millennium Falcon, nella trilogia originale, era appeso un paio di dadi colorati. Nemmeno la produzione del Risveglio della Forza, che se ne rese conto a riprese già iniziate e ne comprò frettolosamente un paio su eBay.

Negli Ultimi Jedi ricoprono un ruolo molto più importante. Luke sembra commuoversi quando li rivede nel Millennium Falcon, e poi li consegna a Leia quando appare nella base della Resistenza verso la fine del film. I dadi scompaiono dalle mani di Kylo Ren quando Luke muore. Secondo la Lucasfilm, quei dadi sono gli stessi con cui Han Solo vinse il Millennium Falcon giocando d’azzardo con Lando Carlissian, come raccontato nella trilogia originale.

La scena dello specchio
Una delle scene più originali e meno inquadrabili degli Ultimi Jedi si svolge in una grotta subacquea del pianeta Ahch-To, quello dove si è rifugiato Luke. Rey la individua grazie a una visione, ci entra e trova una pietra-specchio in cui è riflessa la sua immagine decine di volte. I suoi alter-ego, però, si muovono con qualche istante di ritardo rispetto a lei. Nella scena è quasi assente la colonna sonora, e si sente Rey ragionare sui motivi che l’hanno spinta sull’isola, e sui dubbi che si porta dietro riguardo ai suoi genitori. Sembra un episodio di Twin Peaks.

Rey poco prima di entrare nella caverna misteriosa

L’intera sequenza assomiglia anche a una delle scene più enigmatiche della trilogia originale, quella in cui Luke immagina di combattere contro Darth Vader nell’Impero colpisce ancora. Le similitudini non si limitano al contesto – una grotta situata in un posto sperduto, durante l’addestramento per diventare un Jedi – ma anche alle condizioni in cui ci arrivano Luke e Rey: pieni di dubbi sulla propria identità e incapaci di distinguere fra bene e male.

Il ritorno di Yoda
Era stata una delle rarissime informazioni trapelate durante la produzione degli Ultimi Jedi. Il celebre maestro Jedi torna in forma di fantasma, come già era accaduto nel Ritorno dello Jedi. Nei titoli di coda degli Ultimi Jedi compare il nome di Frank Oz, il burattinaio britannico che lo controllava nella trilogia originale e che l’aveva doppiato nella trilogia dei prequel, dove appariva solamente in computer grafica. A prima vista sembra che la produzione degli Ultimi Jedi abbia fatto una cosa a metà: nei primi secondi in cui appare in scena Yoda sembra ricreato al computer, ma quando si avvicina a Luke prima di incendiare l’albero del Tempio assomiglia di più al burattino usato nei primi film. Probabilmente ne sapremo di più nei prossimi giorni.

Crait non è Hoth
Nonostante fra i due pianeti ci siano molte somiglianze – la grotta con dentro una base segreta, le trincee, la superficie bianca, le macchine da guerra con quattro gambe – il pianeta in cui la Resistenza si arrocca per sfuggire al Primo Ordine non è lo stesso che si vede all’inizio dell’Impero colpisce ancora. Quello era Hoth, dove era situata una base ribelle conquistata da Darth Vader e il suo esercito. Forse i ribelli tendevano a scegliere posti simili per le loro basi.

Il pianeta Hoth nell’Impero colpisce ancora

Il pianeta Crait negli Ultimi Jedi

Rey ha conservato i libri sacri degli Jedi
Luke voleva dare loro fuoco, insieme all’albero sacro, per eliminare definitivamente l’Ordine degli Jedi (con cui ha sempre avuto un conflittuale rapporto di odio/rispetto). Il fantasma di Yoda lo precede, facendo cadere un fulmine sull’albero e prendendo in giro Luke per essere rimasto così attaccato alle cose vecchie: l’isola, i libri, l’Accademia, e così via. I libri sacri degli Jedi però erano stati già trafugati da Rey: li vediamo dentro a un cassetto del Millennium Falcon in una delle scene finali. Qualche impallinato sospetta già che Yoda abbia incaricato Rey di conservarli, e che abbia fatto credere a Luke di averli distrutti per scuoterlo dalla depressione.

Tornano i ribelli?
Nel Risveglio della Forza si lasciava intendere che la Resistenza fosse composta sostanzialmente dagli stessi che trent’anni prima avevano combattuto il malvagio Impero Galattico, i ribelli. Si capiva però che la Resistenza e la Ribellione erano due cose distinte. Nel nuovo film quel confine sembra essere più sfocato: nel combattimento finale con Capitan Phasma, Finn si definisce “feccia ribelle”, uno degli insulti più comuni rivolti ai ribelli nella trilogia originale. Nell’anello che Rose mostra ai bambini per farsi riconoscere, e che uno di loro indossa nella scena finale, è inciso proprio il simbolo della Ribellione.