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  • Domenica 10 dicembre 2017

In Sudafrica sta per succedere una cosa importante

La prossima settimana il partito che governa dalla fine dell'Apartheid sceglierà il suo nuovo presidente, e la scelta influenzerà le elezioni del 2019

Un sostenitore di Cyril Ramaphosa, il vicepresidente del Sudafrica, a Johannesburg, il 27 settembre 2017 (GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)
Un sostenitore di Cyril Ramaphosa, il vicepresidente del Sudafrica, a Johannesburg, il 27 settembre 2017 (GIANLUIGI GUERCIA/AFP/Getty Images)

Dal 16 al 20 dicembre il Congresso Nazionale Africano (ANC), il partito che governa il Sudafrica dalla fine dell’apartheid nel 1994 (quello di Nelson Mandela, per capirci), si riunirà per scegliere il suo nuovo presidente. La scelta potrebbe essere determinante per il risultato delle elezioni del 2019, in cui l’ANC rischia di perdere per la prima volta dopo 25 anni: ultimamente il partito ha perso molto consenso a causa degli scandali di corruzione in cui è stato coinvolto Jacob Zuma, presidente del Sudafrica e dell’ANC, e ha risentito molto anche del fatto che l’economia del paese non si è ancora ripresa del tutto dalla crisi del 2008. Il prossimo presidente dell’ANC infatti sarà anche il candidato alle prossime elezioni presidenziali.

Sette persone si sono candidate per diventare il presidente dell’ANC, ma la vera sfida è tra due: Nkosazana Dlamini-Zuma, ex moglie di Zuma, più volte ministra ed ex presidente della Commissione dell’Unione Africana, e Cyril Ramaphosa, attuale vicepresidente del Sudafrica e ricco uomo d’affari. Ramaphosa ha promesso che si impegnerà per risolvere il problema della corruzione; da Dlamini-Zuma tutti si aspettano invece protezione verso l’attuale presidente, che ha ricevuto 783 accuse di corruzione. Secondo l’Economist, che in un editoriale pubblicato sul numero di questa settimana ha preso posizione in favore di Ramaphosa, la vittoria di Dlamini-Zuma «danneggerebbe l’economia, metterebbe a rischio l’armonia sociale (fragile, in un paese con il quinto più alto numero di omicidi al mondo per abitante), e consoliderebbe il processo per cui le aziende statali passano sotto il controllo di privati».

Nkosazana Dlamini-Zuma, il 24 settembre 2017 (RAJESH JANTILAL/AFP/Getty Images)

Secondo le previsioni dei giornali sudafricani Ramaphosa ha dalla sua parte un maggior numero di delegati al congresso dell’ANC, ma secondo il Financial Times non si può escludere la vittoria di Dlamini-Zuma perché le procedure di voto dell’ANC sono «confuse e vulnerabili a essere manipolate». Le previsioni ottimistiche per Ramaphosa potrebbero anche essere dovute al fatto che è molto sostenuto nelle città e i giornali stanno parlando solo di questa parte del sostegno, dando poco peso a quello che Dlamini-Zuma ha nelle aree rurali.

Secondo l’Economist una vittoria di Ramaphosa sarebbe preferibile, anche se questo risultato non porterebbe immediatamente a un governo «pulito» visto che la corruzione è diffusa a tutti i livelli dell’ANC. Per molti commentatori il vicepresidente potrebbe comunque limitare la corruzione all’interno del partito ai livelli precedenti la guida di Zuma, e già questo potrebbe essere un risultato importante. Ramaphosa si è presentato come molto pragmatico, proponendo un programma per far riprendere la crescita economica, aumentare il numero di posti di lavoro (più di uno su quattro sudafricani è disoccupato e la disoccupazione cresce dal 2008) e migliorare il sistema scolastico.

Il Financial Times spiega che tra le possibili conseguenze di una vittoria di Ramaphosa, oltre a un aumento della fiducia verso il Sudafrica nel mercato finanziario, ci potrebbero essere le dimissioni di Zuma da presidente del paese e la sua sostituzione proprio con Ramaphosa. Un’altra possibile conseguenza potrebbe essere il ritorno all’interno dell’ANC di Julius Malema, giovane e carismatico ex leader della lega giovanile del partito, che dopo essersi scontrato con Zuma nel 2013 ha fondato il partito dei Combattenti della Libertà Economica: questo potrebbe significare un aumento di voti per l’ANC, a scapito del quale il partito di Malema ha ottenuto l’8 per cento del consenso.

Cyril Ramaphosa, il 13 novembre 2017 (MUJAHID SAFODIEN/AFP/Getty Images)

Secondo gli esperti, se dovesse essere Dlamini-Zuma a vincere, l’ex ministra dovrebbe trovare un modo per distanziarsi da Zuma per evitare che l’ANC perda le elezioni del 2019. Un’altra conseguenza che una sua vittoria potrebbe comportare è una possibile nuova spaccatura all’interno del partito, con la fuoriuscita dei sostenitori di Ramaphosa, che formano la corrente dei cosiddetti “costituzionalisti”. Questa prospettiva è vista di buon occhio dall’opposizione, perché aprirebbe la strada a future nuove coalizioni per le prossime elezioni. Molti sudafricani ritengono infatti che una vittoria di Dlamini-Zuma sia auspicabile proprio perché porterebbe alla sconfitta elettorale dell’ANC nel 2019.