Graydon Carter non sarà più il direttore di Vanity Fair, dopo 25 anni

Graydon Carter nel 2016
(Charles Sykes/Invision/AP, File)
Graydon Carter nel 2016 (Charles Sykes/Invision/AP, File)

Il giornalista canadese Graydon Carter si è dimesso dalla direzione dell’edizione americana di Vanity Fair, dopo 25 anni. Carter, che ha 68 anni, ha detto di aver «amato ogni istante qui e aver fatto più o meno tutto quello che volevo» e ha ringraziato la redazione: «abbiamo costruito insieme una rivista sofisticata, brillante, con uno sguardo internazionale e poggiato sulle fondamenta di un solido giornalismo». Carter aveva programmato di andarsene qualche tempo prima, ma aveva rimandato per assistere all’inizio della presidenza Trump, che aveva criticato più volte quand’era soltanto un uomo d’affari.

Non si sa ancora chi prenderà il suo posto a Vanity Fair, anche se a riguardo circolano voci da anni: Adam Moss, direttore del New York Magazine, è dato come più probabile ma, scrive Business of Fashion, pare anche che abbia rifiutato più volte. Poi ci sono Janice Min, ex direttrice dell’Hollywood Reporter, Jim Nelson direttore di GQ dal 2003, e Jon Kelly, giornalista di Vanity Fair online che l’anno scorso ha lanciato il sito online The Hive; oppure Condé Nast, l’editore di Vanity Fair, potrebbe scegliere tra i giornalisti e i direttori delle tante riviste che controlla.

Prima di diventare direttore di Vanity Fair nel 1992 prendendo il posto di Tina Brown, Carter si era trasferito a vent’anni dal Canada agli Stati Uniti per lavorare a Time, poi era passato a Life, aveva fondato la rivista Spy ed era diventato giornalista del New York Observer. Sotto la guida di Carter, famoso anche per la sua eleganza e per il gusto per la mondanità, Vanity Fair è stata una rivista «combattiva e influente», scrive il Guardian, ha trattato temi controversi e pubblicato scoop, dagli editoriali contro la presidenza di George W. Bush e l’intervento in Iraq, alla rivelazione dell’identità di Gola Profonda, dalla prima copertina con Caitlyn Jenner all’intervista a Monica Lewinsky sul rapporto con Bill Clinton, vent’anni dopo. Carter ha anche avvicinato Vanity Fair al mondo di Hollywood: dal 1995 ha fatto uscire la Hollywood Issue, un numero pubblicato in concomitanza con gli Oscar dedicato al mondo delle celebrities, spesso fotografate da Annie Leibovitz, che ha contribuito a rendere leggendaria; e poi la festa organizzata dopo gli Oscar, uno dei momenti più glamour dell’anno. La Hollywood Issue è probabilmente la più importante della rivista e Carter, nell’annunciare il suo addio, ha detto che se ne andrà solo dopo averlo supervisionata.