La breve carriera di Melanie Griffith
Oggi compie 60 anni, ha avuto una vita movimentata e tutti i suoi film più famosi li ha fatti in un decennio
Per i primi 25 anni della sua vita, Melanie Griffith è stata soprattutto “figlia di”: figlia di Tippi Hedren, l’attrice famosa per aver recitato in Gli uccelli e Marnie, di Alfred Hitchcock. Poi è stata anche “moglie di”: Antonio Banderas, soprattutto. Per qualcuno che di anni ne abbia 25 oggi, invece, è probabile che Griffith sia meno famosa di una delle sue figlie: Dakota Johnson, cioè Anastasia di Cinquanta sfumature di grigio, nero e, nel 2018, rosso. Oggi Griffith praticamente non recita più, ma tra la seconda metà degli anni Ottanta e gli anni Novanta è stata invece molto famosa per meriti suoi e responsabilità sue: per alcuni buoni film – Una donna in carriera, Omicidio a luci rosse e Qualcosa di travolgente – e per i suoi tanti problemi con alcol e droghe e per i suoi tre matrimoni. Il più famoso è stato quello con Antonio Banderas, durato 18 anni e finito nel 2014 per “differenze inconciliabili”.
Griffith è stata candidata all’Oscar come Miglior protagonista in Una donna in carriera, ma vinse Jodie Foster per Sotto accusa. Griffith ha comunque recitato in film diretti da otto registi che hanno vinto – loro o i loro film – un Oscar: Jonathan Demme, Robert Redford, Mike Nichols, Tony Richardson, John Schlesinger, Sidney Lumet, Robert Benton e Woody Allen.
Melanie Griffith è una delle poche attrici a chiamarsi davvero così: Melanie Griffith. È nata il 9 agosto 1957 a New York ed è cresciuta un po’ lì e un po’ in California. Sua madre e suo padre – Peter Griffith, un attore di teatro – divorziarono quando lei aveva quattro anni e andò a vivere con la madre. Le cose notevoli della sua infanzia e adolescenza sono almeno due: siccome la madre e il nuovo marito stavano lavorando al film Il grande ruggito, crebbe più o meno in mezzo a tigri e leoni; siccome la madre aveva recitato per Hitchcock, questo regalò a Griffith una bambola con le fattezze di sua madre. Per anni è girata una leggenda metropolitana secondo cui Hitchcock – non è ben chiaro perché – avesse regalato quella bambola a Griffith dentro una specie di bara. Sembra invece fosse solo una normale scatola di legno.
L’attrice Tippi Hedren con sua figlia, Melanie Griffith, allo zoo di Londra per promuovere il film Il grande ruggito, 29 marzo 1982 (Central Press/Hulton Archive/Getty Images)
Griffith recitò già da adolescente e uno dei suoi primi ruoli fu nel 1973 in The Harrad Experiment, un film in cui recitò anche la madre, con alcune scene sessualmente piuttosto esplicite. Griffith era ancora minorenne: conobbe l’attore Don Johnson – che sarebbe poi diventato famoso come il Sonny di Miami Vice – e dopo un po’ lo sposò. Nel 1981 uscì Il grande ruggito, in cui anche Griffith ebbe una parte, ma i film con cui si fece notare furono Omicidio a luci rosse, del 1984, di Brian De Palma; Qualcosa di travolgente del 1986, di Jonathan Demme, e soprattutto Una donna in carriera: di Mike Nichols, del 1988, con Harrison Ford e Sigourney Weaver.
I primi due film sono, per farla breve, ruoli grazie ai quali si fece notare perché recitava bene, ma anche perché era molto bella. In Una donna in carriera interpretò invece una giovane e ambiziosa segretaria che lavora in una società di finanza a New York. Quando la sua capo rimane bloccata in Europa per un infortunio sugli sci, lei prende il suo posto senza dire nulla a nessuno, attirando anche le attenzioni del suo amante. È il film in cui dice, al personaggio di Harrison Ford: «Ho un cervello per gli affari, e un corpo per il peccato». Provò anche a ottenere la parte di Cercasi Susan disperatamente, ma le preferirono Madonna.
Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta Griffith – che nel frattempo aveva lasciato Johnson, aveva sposato l’attore Steven Bauer e poi era tornata con Johnson – provò a variare un po’ i generi ma recitò soprattutto in film che andarono male: Il falò delle vanità di De Palma; il film drammatico Milagro, di Robert Redford; La vita a modo mio, insieme a Bruce Willis e, nel 1996, la commedia Two Much – Uno di troppo, insieme a Antonio Banderas. I due iniziarono a frequentarsi sul set e poco dopo si sposarono ed ebbero una figlia, Stella Banderas.
Melanie Griffith e Antonio Banderas al Festival del cinema di Venezia, 9 settembre 1999 (La Presse)
Nel 1988 Griffith recitò in Celebrity, in cui il regista Woody Allen le fece dire: «Il mio corpo appartiene a mio marito, ma quello che faccio dal collo in su è tutta un’altra storia».
Nel 1999 recitò in Pazzi in Alabama, diretto da Banderas e in cui ci sono sia Dakota Johnson che Stella Banderas.
Poi, al cinema, non molto altro. Negli anni Zero dei Duemila Griffith ha recitato anche nelle serie tv Nip/Tuck, Aiutami Hope! e Hawaii Five-0. Nel 2003 recitò nel musical Chicago, a Broadway, e fu molto apprezzata dai critici e dal pubblico. Nel 2014 è uscito Automata, un thriller di fantascienza che nessuno si è filato un granché, in cui recita con Banderas. Nei prossimi mesi uscirà The disaster artist, il film diretto e interpretato da James Franco che prende in giro The Room, considerato uno dei film più brutti di sempre. Griffith avrà una piccola parte e interpreterà un’insegnante di recitazione.
È comunque almeno da un decennio, ma forse quasi due, che di Griffith si parla come di un personaggio, non come di un’attrice. Del suo frequente ricorso alla sua chirurgia plastica ha detto, qualche mese fa, che dopo che molti glielo hanno fatto notare è «andata da un nuovo dottore per far sparire tutto quello che avevano fatto altre dottoresse». Griffith – che vive tra Los Angeles, la Spagna e Aspen, in Colorado – ha anche superato un tumore alla pelle.
Parlando invece delle sue dipendenze da alcol e droghe, che dice di aver superato, ad aprile ha detto: «Ero una madre completamente funzionale. Non ero quella fuori di testa, ubriaca e stesa sul pavimento. Non ho fatto alcune cose che probabilmente avrei dovuto fare, ma per i miei figli ci sono stata». A dare un occhio ora al suo profilo Twitter, Melania Griffith sembra interessata soprattutto a criticare Trump. Parlando di Bruce Willis, uno dei pochi attori Repubblicani, disse, dopo averci recitato insieme: «Penso che sia quasi perfetto, peccato solo per quella cosa di essere Repubblicano».