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  • Mercoledì 5 luglio 2017

L’irruzione dei sostenitori di Nicolás Maduro nel parlamento del Venezuela

Decine di simpatizzanti del governo venezuelano hanno aggredito e picchiato i deputati dell'opposizione: ci sono dei feriti

Sostenitori del presidente venezuelano Nicolas Maduro entrano nell'edificio dell'Assemblea Nazionale a Caracas (JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)
Sostenitori del presidente venezuelano Nicolas Maduro entrano nell'edificio dell'Assemblea Nazionale a Caracas (JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)

Decine di sostenitori del governo venezuelano guidato dal presidente Nicolás Maduro hanno fatto irruzione a Caracas nella sede dell’Assemblea Nazionale, il parlamento del Venezuela, che dal 2015 è controllato dalle opposizioni. Gli assalitori hanno aggredito deputati e visitatori che stavano assistendo a una cerimonia di commemorazione dei 206 anni dalla dichiarazione di indipendenza del paese dalla Spagna. L’attacco è iniziato alle 11.50 di mercoledì mattina ora locale, alle 17.50 ora italiana: secondo quanto ricostruito dalla stampa locale e internazionale, gli assalitori sono entrati nel parlamento armati di bastoni e hanno fatto esplodere dei fuochi d’artificio nel giardino. Video e foto pubblicati sui social network mostrano alcuni deputati feriti.

La deputata Yajaira de Forero ha detto che tre suoi colleghi sono rimasti feriti, e uno di loro è stato portato in ospedale; alcuni media locali hanno parlato invece di otto persone ferite. Poco prima dell’attacco si era presentato inaspettatamente al parlamento il vicepresidente dell’Assemblea Nazionale, Tareck El Aissami, sostenitore di Maduro, insieme al capo delle forze armate, Vladimir Padrino Lopez, e ad alcuni ministri del governo: nel suo discorso di fronte all’aula, El Aissami aveva invitato il popolo a reagire contro chi, secondo la propaganda del governo, «vuole consegnare la patria agli interessi oscuri dell’imperialismo», accusando implicitamente le opposizioni di essersi alleate con gli Stati Uniti. Nonostante l’attacco, i deputati dell’opposizione sono riusciti a fissare la data di un referendum nel quale verrà chiesto ai cittadini venezuelani se vogliono che venga scritta una nuova Costituzione.

La situazione in Venezuela è molto grave da diversi mesi, ma nelle ultime settimane sembra ulteriormente peggiorata. Il 27 giugno, per esempio, un ex comandante della polizia venezuelana, Oscar Pérez, aveva rubato un elicottero a Caracas e lo aveva usato per sparare proiettili e granate contro il ministero degli Interni e la Corte suprema e per mandare un messaggio di ribellione contro il governo. Maduro aveva sostenuto che Pérez avesse legami con la CIA, l’agenzia di intelligence per l’estero degli Stati Uniti, e con Miguel Rodríguez Torres, ex ministro venezuelano che negli ultimi anni si è espresso in maniera molto critica nei confronti di Maduro e del suo governo. Rodríguez Torres aveva invece definito l’attacco una “stupida messinscena” organizzata dallo stesso Maduro per dimostrare che contro di lui c’è un “colpo di stato permanente” ordito dai suoi nemici politici, che renderebbe necessario un ulteriore rafforzamento del ruolo del presidente.

Lo scontro politico tra Maduro, le opposizioni che controllano il parlamento e i dissidenti chavisti guidati da Rodríguez Torres si è aggiunto alla gravissima crisi economica che sta colpendo il Venezuela da alcuni anni. Negli ultimi mesi si sono intensificate anche le proteste anti-governative a Caracas e in altre città del paese, di fronte alle quali la polizia ha reagito con estrema violenza, uccidendo più di 70 persone.