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  • Venerdì 30 giugno 2017

Il memoriale di Utøya non si farà più

Il governo ha cancellato il progetto che prevedeva un taglio nel promontorio di fronte all'isola in cui nel 2011 furono uccise 69 persone

Un immagine di come sarebbe stata l'installazione di Jonas Dahlberg secondo il progetto originale del memoriale
Un immagine di come sarebbe stata l'installazione di Jonas Dahlberg secondo il progetto originale del memoriale

In Norvegia si sta discutendo molto della decisione del governo di cambiare piani per la costruzione del memoriale dedicato alle settantasette persone uccise dall’estremista di destra Anders Breivik negli attentati del 22 luglio 2011 a Oslo e sull’isola di Utøya.

Il progetto annullato si chiama Memory Wound ed era stato creato dall’artista svedese Jonas Dalhberg: la sua parte più notevole sarebbe dovuto essere un taglio largo tre metri e mezzo nella roccia della penisola di Sørbråten, di fronte all’isola di Utøya, dove Breivik uccise 69 persone che partecipavano a un campo estivo per ragazzi del partito Laburista norvegese. La pietra e gli alberi rimossi dal sito del taglio sarebbero invece stati usati per creare un secondo memoriale nel distretto governativo di Oslo, dove l’autobomba messa da Breivik aveva ucciso 8 persone. Il costo previsto per l’opera era poco meno di tre milioni di euro.

Quando aveva presentato il progetto, Dahlberg aveva spiegato che aveva avuto l’idea del taglio nel promontorio dopo aver notato che la natura «si stava già rigenerando», cancellando i segni di quello che era successo e trasmettendo un sentimento di indifferenza. Per questo aveva pensato di realizzare il memoriale principale intervenendo direttamente e per sempre nel paesaggio. Il taglio doveva essere una sorta di ferita che riproducesse «l’esperienza fisica di qualcosa di sottratto», e riflettesse «la perdita improvvisa e definitiva di quelli che sono morti».

Il progetto era stato molto apprezzato e lodato per il suo forte impatto, ma il ministro norvegese per gli Affari comuni e la Modernizzazione, Jan Tore Sanner, ha fatto sapere che non verrà portato avanti in seguito all’opposizione di alcuni abitanti della zona di Sørbråten.
Circa venti persone, tra cui uomini e donne che salvarono la vita ad alcuni ragazzi durante l’attacco all’isola, hanno fatto causa allo Stato per sospendere il progetto, descrivendolo come uno “stupro della natura” che danneggerebbe il paesaggio e la comunità. Alcuni geologi, inoltre, hanno espresso qualche dubbio sull’effettiva fattibilità del memoriale.

La decisione del governo è stata molto criticata: nel 2014 l’opera di Dahlberg era stata scelta all’unanimità da una giuria apposita, composta da rappresentanti del partito Laburista e da associazioni dei familiari delle persone uccise, con il coordinamento di Koro, l’ente che si occupa di arte pubblica in Norvegia.
Dahlberg stesso ha criticato il governo dicendo che è normale che un’installazione di questo tipo generi «conversazioni difficili» e far sì che venga accettata è un processo lungo, come dimostrano le vicende di altre installazioni comparabili nel resto del mondo. Secondo Dahlberg il governo avrebbe dovuto prendersi la responsabilità di portare avanti il dialogo «con equilibrio». Ha inoltre criticato la decisione di cancellare il contratto con lui e Koro, e affidare il progetto del memoriale al ministero dei Lavori Pubblici, scelta definita preoccupante anche dal rettore dell’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo.

Comincerà ora una fase per selezionare un nuovo progetto per due memoriali: uno da costruire a Utøyakaia, da cui partono i traghetti per raggiungere Utøya, e uno, «rispettoso e discreto» secondo le parole di Sanner, nel distretto governativo di Oslo.