Taylor Swift può risolvere la crisi di vendite delle chitarre elettriche?

Da anni se ne vendono sempre di meno e i grandi produttori sono in difficoltà: la soluzione forse è puntare sulle donne

(Paul Kane/Getty Images)
(Paul Kane/Getty Images)

La crisi mondiale della musica rock è una tendenza nota da tempo, e testimoniata sia da moltissimi pareri autorevoli sia da cifre e dati. Uno dei più citati riguarda la quasi totale assenza di dischi rock nella classifica dei più venduti dell’anno – nella Top200 di Billboard, che tiene conto delle vendite negli Stati Uniti, ce ne sono solo due nelle prime 30 posizioni – ma di recente il Washington Post si è occupato di un altro dato interessante: la crisi delle aziende che vendono chitarre elettriche, lo strumento per eccellenza della musica rock.

I numeri sono piuttosto indicativi: negli Stati Uniti, negli ultimi dieci anni, si è passati da vendere 1,5 milioni di chitarre elettriche a circa un milione (non sono disponibili dati simili per l’Europa e l’Italia). I due principali produttori al mondo, Fender e Gibson – entrambe americane – sono in grande difficoltà. Qualche anno fa Fender ha dovuto abbandonare la sua quotazione in borsa, mentre i tentativi di Gibson di rinnovare il proprio catalogo – inserendo per esempio in tutti i nuovi modelli un costoso auto-accordatore elettronico – sono stati fallimentari. Guitar Center, il principale rivenditore di chitarre elettriche americano, ha debiti per circa 1,6 miliardi di dollari. Richard Ash, il presidente della più grossa azienda di negozi musicali negli Stati Uniti, ha una spiegazione molto semplice per queste cifre: «i nostri clienti stanno invecchiando, e presto non ci saranno più».

La teoria di Ash e di molti altri è che i possessori di chitarre elettriche suonano sempre di meno – o comunque ne stanno comprando sempre di meno – e che al momento non sono stati sostituiti da clienti più giovani. A sua volta questo fatto ha delle ragioni molto precise, che vanno dall’assenza di nuove rock band di successo alla scomparsa della figura del guitar hero, cioè del chitarrista carismatico e talentuoso che in passato ha ispirato centinaia di migliaia di musicisti.

Fra gli anni Sessanta e Settanta in molti iniziarono a suonare la chitarra elettrica perché desiderosi di imitare chitarristi celebri come Eric Clapton, Jimi Hendrix e Jimmy Page. La tradizione dei guitar heroes è proseguita negli anni successivi con nuovi talenti come Eddie Van Halen dell’omonima band e Slash dei Guns ‘N’ Roses, e persino con un guitar hero poco convenzionale come Kurt Cobain dei Nirvana. Poi qualcosa si è interrotto: «Al giorno d’oggi non ci sono ragazzini che vogliono emulare John Mayer, che lo ascoltano e vogliono iniziare a suonare per merito suo», ha spiegato al Washington Post un esperto venditore di chitarre, parlando di uno degli ultimi chitarristi famosi per il suo talento (ma meno per il suo carisma o le sue canzoni).

I produttori di chitarre stanno cercando di rimediare a questa carenze inventandosi altri modi per raggiungere clienti più giovani. Andy Mooney, il CEO di Fender, ha detto che a luglio l’azienda lancerà un servizio di lezioni online a pagamento rivolto ai giovani chitarristi. La stessa Fender, insieme a Gibson e altre società, di recente ha accettato di rendere disponibili alcuni dei suoi modelli per Music Experience, un’azienda americana che durante i festival musicali fa provare diversi strumenti – fra cui anche le chitarre elettriche – agli spettatori dei concerti, solitamente molto giovani.

Alcuni esperti suggeriscono inoltre che i produttori di chitarre potrebbero concentrarsi di più sul mercato delle ragazze e delle donne. Phillip McKnight, un maestro di chitarra che negli ultimi tempi si è anche riciclato come youtuber, ha raccontato che nella scuola di musica che ha fondato il numero di studentesse di chitarra elettrica è aumentato moltissimo negli ultimi anni, passando dal 4 per cento del 2006 al 60 per cento dell’anno scorso. McKnight spiega che questo aumento va attribuito soprattutto alla celebre musicista americana Taylor Swift (che in pochi anni di carriera ha già venduto decine di milioni di dischi).

La tendenza è nota – basta contare i video di cover di canzoni di Swift su YouTube – e se ne sono accorti anche i produttori di chitarre: Mooney ha detto al Washington Post che Swift è «la chitarrista più influente degli ultimi anni». Swift in effetti è una delle popstar che appare più spesso con una chitarra in mano – elettrica o acustica – nei concerti e nei suoi video: due anni fa scelse proprio la chitarra elettrica per un’esibizione solista all’accademia dei Grammy, in cui se la cavò piuttosto bene (il video qui sotto ha più di 6 milioni di visualizzazioni).

Il guaio è che ancora oggi non esistono modelli di chitarra davvero adatti per le ragazze o le donne, dato che il rock per molto tempo è stato considerato una cosa “da maschi”. McKnight ha detto che finora la rozza filosofia dei produttori di chitarre è stata semplicemente produrne alcune più piccole o di colore rosa (o addirittura con le fantasie di Hello Kitty, come ha fatto Fender): se invece fossero prodotte chitarre più comode o adatte per donne e ragazze, senza che siano necessariamente rosa, potrebbe aprirsi un nuovo mercato di giovani clienti.