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  • Giovedì 22 giugno 2017

Anche Israele sta finanziando alcuni gruppi di ribelli anti-Assad

Quelli che combattono a est delle Alture del Golan e che possono limitare l'influenza dell'Iran: lo ha scritto il Wall Street Journal

Quattro soldati israeliani durante un'esercitazione nelle Alture del Golan (JALAA MAREY/AFP/Getty Images)
Quattro soldati israeliani durante un'esercitazione nelle Alture del Golan (JALAA MAREY/AFP/Getty Images)

Qualche giorno fa il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo intitolato “Israele dà aiuti segreti ai ribelli siriani”, che è stato poi ripreso da altre testate internazionali. L’articolo, basato sulle testimonianze di fonti israeliane e siriane, racconta come Israele da tempo fornisca soldi, armi e munizioni ad alcuni gruppi di ribelli siriani anti-Assad, per tenere lontane dal suo confine le milizie sciite alleate al regime di Damasco e vicine all’Iran, principale nemico del governo israeliano. L’obiettivo di Israele sarebbe creare una specie di “zona cuscinetto” di una settantina di chilometri oltre alle Alture del Golan, territorio che Israele conquistò con la Guerra dei Sei giorni del 1967. Già in passato si era parlato di alcuni aiuti israeliani ai gruppi di ribelli anti-Assad, soprattutto di natura umanitaria e medica, ma l’articolo del Wall Street Journal sostiene che l’azione di Israele sia da tempo molto più diretta e incisiva.

Le guerre che si stanno combattendo nel sud della Siria non sono molto conosciute, perché negli ultimi anni le principali testate internazionali si sono occupate soprattutto di raccontare le battaglie del nord, finora più decisive (per esempio la battaglia di Aleppo, l’intervento turco contro i curdi siriani, le battaglie dei curdi siriani contro lo Stato Islamico, e così via). L’attenzione di Israele si è però concentrata per lo più sul sud, e in particolare su quello che succede a est delle Alture del Golan, che segnano la fine del territorio controllato dagli israeliani e l’inizio dello stato siriano (nella mappa qui sotto le Alture del Golan sono segnate in blu; questo confine non è riconosciuto dalla comunità internazionale). A sud del confine orientale c’è una porzione di territorio controllata da alcuni gruppi affiliati allo Stato Islamico (in grigio), che però finora non hanno dato grande fastidio a Israele; più a nord ci sono diverse fazioni anti-Assad, la maggior parte delle quali appartiene all’Esercito Libero Siriano (in verde), una coalizione di gruppi ribelli molto vicina alla Turchia e in passato anche agli Stati Uniti.

mappa-golanUna mappa del sud della Siria. I territori in blu sono le Alture del Golan, controllate da Israele; lo Stato Islamico è in grigio, i ribelli anti-Assad in verde e le forze alleate ad Assad in rosso (Liveuamap)

Negli ultimi anni di guerra questi gruppi di ribelli hanno combattuto principalmente contro l’esercito siriano e i suoi alleati (in rosso): usare l’espressione i suoi alleati è molto importante, perché i combattimenti sono avvenuti vicino al sud del Libano, dove è particolarmente forte Hezbollah, il gruppo sciita alleato dell’Iran che ha contribuito a garantire la sopravvivenza del regime di Assad, insieme alla Russia e ad altre milizie sciite. Israele, che è rimasto piuttosto defilato nella guerra siriana, ha però perseguito in maniera sistematica il suo obiettivo strategico: non fare avvicinare le milizie sciite appoggiate dall’Iran alle Alture del Golan, da dove potrebbero attaccare più facilmente il territorio israeliano. Per questo negli ultimi anni ha compiuto occasionalmente dei bombardamenti aerei in Siria per colpire quelli che riteneva essere convogli pieni di armi o basi di Hezbollah; e per questo potrebbe avere finanziato e armato i gruppi ribelli anti-Assad a est delle Alture del Golan.

Il gruppo più aiutato da Israele, ha scritto il Wall Street Journal, è Fursan al Joulan, che non è legato all’Esercito Libero Siriano e che ogni mese riceve 5mila dollari dagli israeliani. Il portavoce del gruppo ha detto: «Israele ci ha appoggiato in maniera eroica. Non saremmo sopravvissuti senza la sua assistenza». Israele non ha confermato il suo appoggio. Dalle informazioni disponibili, sembra che Fursan al Joulan abbia avviato i contatti con Israele per la prima volta nel 2013: durante un’offensiva militare contro le forze del regime di Assad nella provincia sud-occidentale siriana di Quneitra, i feriti del gruppo furono portati al confine con Israele dove incontrarono alcuni soldati israeliani che parlavano arabo. I feriti furono portati negli ospedali israeliani, dove furono curati. Da allora Israele ha cominciato a finanziare e armare Fursan al Joulan e altri piccoli gruppi anti-Assad in cambio della protezione del confine.

L’atteggiamento che terrà Israele in futuro è oggetto di dibattito tra gli analisti. Il governo israeliano ha detto di non poter escludere un eventuale maggior coinvolgimento in Siria, anche se finora ha preferito un atteggiamento cauto. Negli ultimi giorni le tensioni nel sud della Siria sono aumentate: sembra infatti che l’Iran voglia estendere la sua influenza e alcuni temono che possa creare una specie di corridoio che parta dall’Iran e che attraversi l’Iraq e la Siria per arrivare in Libano (è spiegato qui): in questo modo potrebbe fornire più facilmente armi a Hezbollah, che a sua volta potrebbe rafforzarsi e diventare una minaccia ancora più grande per Israele.