Nel Regno Unito i Conservatori hanno perso la maggioranza in Parlamento: quando manca ancora un collegio da dichiarare hanno ottenuto 318 seggi, meno dei 326 necessari per poter governare da soli e per Theresa May è una bruttissima sconfitta. I Laburisti, dopo una grande rimonta nei sondaggi nel corso delle ultime settimane hanno vinto in 261 seggi, ottenendo in termini di voti assoluti uno dei migliori risultati degli ultimi 15 anni. In Scozia l’SNP ha perso 21 seggi rispetto al 2015, ma è rimasto comunque il primo partito; i Liberal Democratici hanno guadagnato una manciata di seggi, mentre è del tutto scomparso lo Ukip: ha preso meno del due per cento e il suo segretario Paul Nuttall si è dimesso.
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— BBC Election (@bbcelection) June 9, 2017
In tarda mattinata, May ha detto che cercherà di formare un governo con gli Unionisti nord irlandesi, un piccolo partito molto di destra che con i suoi 10 parlamentari consentirebbe ai Conservatori di avere una risicata maggioranza alla Camera dei comuni. In un discorso tenuto davanti alla sua residenza di Downing Street, May ha detto di voler dare una guida stabile al paese in vista dei negoziati su Brexit e di voler governare per i prossimi cinque anni. Nonostante il suo ottimismo, dalle parti dei Conservatori l’umore questa mattina non era altissimo: fino a ieri avevano una maggioranza assoluta alla Camera e le elezioni anticipate sarebbero servite – nelle intenzioni di May – ad accrescerla ulteriormente. Il piano non ha funzionato, per via di qualche inciampo di May in campagna elettorale e per via della buona prova data da Jeremy Corbyn, alla sua prima elezione da leader dei Laburisti.
Nonostante la sconfitta, da queste elezioni Corbyn è uscito molto rafforzato, dentro e fuori dal partito. I Laburisti hanno avuto comunque un ottimo risultato in termini di voti assoluti e Corbyn ha dimostrato di possedere quelle capacità da leader che in molti gli rimproveravano di non avere: anche i più critici tra i suoi oppositori hanno riconosciuto la sua abilità in campagna elettorale e un certo carisma, soprattutto tra gli elettori più giovani. Nonostante di fatto questa sia la terza sconfitta elettorale di fila, questa mattina i Laburisti erano tutti molto contenti e parlavano di vittoria “politica”. Ancora dopo i primi exit poll di ieri sera – favorevoli ai Laburisti – diversi candidati avevano mostrato scetticismo sulle possibilità di un risultato così buono.
May ha annunciato l’accordo con il DUP, che però ha frenato: spiegando che ne stanno ancora parlando. Non ci sono grossi dubbi sul fatto che alla fine ci sarà una nuova maggioranza alla Camera – il DUP ha detto che fino a che l’alternativa sarà un governo di Jeremy Corbyn sosterranno i Conservatori – ma è da vedere in che termini: il DUP potrebbe limitarsi a dare sostegno esterno al governo di May o potrebbe entrare con qualche ministro, come fecero i Liberal Democratici nel 2010. Comunque vada, il prossimo governo sarà più debole del precedente: la coalizione costringerà a compromessi che potrebbero scontentare di volta in volta gruppi di parlamentare diversi, rendendo più difficile la vita a Theresa May.
Il Post ha seguito le notizie di oggi con un liveblog, qui trovate gli aggiornamenti della giornata di oggi, in ordine cronologico.
Anche Bernie Sanders – candidato alle ultime primarie del partito Democratico statunitense contro Hillary Clinton, diventato famoso per la campagna condotta su temi molto di sinistra – ha fatto i complimenti a Jeremy Corbyn per il buon risultato dei Laburisti, con un post su Facebook.
https://www.facebook.com/senatorsanders/posts/10156005319967908
Uno dei motivi di felicità per i Laburisti, nonostante la sconfitta, è che hanno fatto uno dei migliori risultati degli ultimi 15 anni in termini di voti assoluti.
2017: 12,858,652 voti (40%) – 261 seggi
2015: 9,347,304 voti (30,4%) – 232 seggi
2010: 8,606,527 voti (29%) – 258 seggi
2005: 9,552,436 voti (35,2%) – 355 seggi
2001: 10,724,953 voti (40%) – 413 seggi
L'ex Cancelliere del governo Cameron, George Osborne, ora direttore del quotidiano di Londra Evening Standard, sembra stia gustando il momento di difficoltà di Theresa May nonostante facessero parte dello stesso partito. La prima pagina del giornale di domani, diffusa già oggi, la chiama "Queen of denial", che si può tradurre liberamente come "la più grande illusa"
Un'altra conseguenza del risultato di questa notte è che la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon potrebbe rivedere i suoi piani per un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Il suo partito – l'SNP – ha perso moltissimi collegi contro candidati Laburisti e anche Conservatori e soprattutto in questi casi sembra che uno dei temi che hanno fatto la differenza sia stata l'opposizione dei Conservatori a un nuovo referendum. Al momento non è stato deciso niente e ufficialmente Sturgeon non ha ritirato la sua proposta di un referendum, ma ha detto che ci penserà e valuterà cosa fare nei prossimi giorni.
Abbiamo parlato poco fa di come possano essere ingannevoli le mappe elettorali del Regno Unito, per via della differenza di estensione territoriale dei diversi collegi elettorali: quelli più grandi sono anche i meno popolati, ma sulla mappa occupano più spazio e possono dare l'impressione che un partito sia andato meglio di quanto che in realtà. Questa mappa fatta dal Guardian mostra tutti i collegi alla stessa grandezza e i risultati dei Laburisti (rossi) e Conservatori (blu) sembrano più equilibrati.
Nel suo discorso Theresa May ha parlato esplicitamente della volontà di governare durante i prossimi cinque anni, quindi per tutta la durata naturale della legislatura: teoricamente è possibile, in pratica sarà abbastanza difficile farlo con una maggioranza così tirata e in cui sarà spesso necessario fare compromessi (che di volta in volta potrebbero scontentare questo o quel gruppetto di parlamentari). Con la maggioranza effettiva a 322, l'alleanza tra Unionisti e Conservatori dovrebbe contare su 329 parlamentari.
Le posizioni degli Unionisti sono piuttosto di destra, spesso più a destra del programma dei Conservatori: sono decisamente contro il matrimonio gay, ad esempio (che nel Regno Unito sono stati resi legali nel 2014 dal governo Conservatore di David Cameron). Nemmeno su Brexit Conservatori e Unionisti sembrano andare particolarmente d'accordo: la leader degli Unionisti Arlene Foster ha fatto campagna contro la possibilità di una "hard Brexit".
Dal discorso di May, non è chiaro se il prossimo governo sarà o meno di minoranza, come si pensava nelle scorse ore: May ha parlato chiaramente della presenza di una nuova maggioranza alla Camera dei Comuni, cosa che potrebbe indicare che gli Unionisti abbiano dato disponibilità a formare un'alleanza "esplicita" (cosa che però sarebbe davvero sorprendente).
May conferma anche che formerà un governo con gli Unionisti irlandesi.
May ha parlato con la regina per circa 20 minuti. In questo momento sta tornando a Downing Street, dove terrà una conferenza stampa appena fuori dalla sua abitazione, dove è già stato sistemato un podio.
L'ultimo seggio in ballo, quello di Kensington, rimarrà in gioco ancora per un po': è stato indetto un altro riconteggio dei voti, il terzo, per le 19 italiane. Si è deciso di tenerlo più tardi per dare la possibilità agli scrutatori di riposare un po'.
In attesa dell'incontro fra Theresa May e la regina (previsto per le 13.30 italiane), fra poco dovrebbero parlare coi giornalisti sia la leader dell'SNP Nicola Sturgeon sia Tim Farron, capo del Liberal Democratici.
Parlando col Guardian, una fonte degli Unionisti irlandesi ha ribadito che l'ambiguità dimostrata in passato da Corbyn sull'IRA – il principale movimento armato per l'indipendenza irlandese, che ha abbandonato la resistenza armata nel 2005 – è un ostacolo insormontabile per un'eventuale alleanza.
Quando manca un solo seggio alla fine dello spoglio, la situazione è questa. Occhio: dalle mappe di questo tipo sembra che i Conservatori abbiano vinto quasi ovunque, tranne in alcuni centri. In realtà è una percezione ingannevole. Le circoscrizioni più grandi – e quindi quelle più visibili – sono anche le più scarsamente popolate, dato che in linea teorica il criterio per stabilirle è quello del numero di abitanti. Londra da sola ha 73 circoscrizioni: e anche se nella cartina sono poco più grandi di un puntino, contano esattamente come le circoscrizioni giganti e disabitate del sud del Galles.
Un altro grafico di BBC che racconta bene cos'è successo ieri sera: rispetto alle elezioni del 2015 i Laburisti hanno preso quasi il 10 per cento di voti in più, mentre i Conservatori "solo" il 5,5 per cento. Quasi certamente i due principali partiti si sono divisi i voti dello UKIP, che ne ha persi complessivamente il 10,8 per cento.
Tra le cose strane e un po' antiquate del sistema elettorale britannico c'è il deposito di 500 sterline che ogni candidato deve lasciare per presentarsi alle elezioni. Chi poi supera il 5 per cento dei voti totali nel suo collegio lo ottiene indietro. Ad ogni elezione i partiti più piccoli, come i Verdi e i Liberal Democratici, perdono decine di migliaia di sterline in depositi non restituiti e quest'anno potrebbe essere lo Ukip a perdere parecchi soldi. Sky ha mandato in onda questa grafica che mostra tutti i collegi dove i candidati dello Ukip hanno preso meno del 5 per cento dei voti (150 in tutto).
Dopo il disastroso risultato di questa notte il leader dello Ukip Paul Nuttal si è dimesso: aveva preso il posto di Nigel Farage qualche mese fa ma il partito a queste elezioni si è fermato all'1,8 per cento.
I giornali danno ormai per certo l'accordo tra i Conservatori e il DUP, il Partito Unionista Democratico nord irlandese. Insieme, Conservatori e Unionisti, avrebbero 328 o 329 parlamentari, oltre la soglia della maggioranza assoluta, ma anche oltre la soglia della maggioranza di fatto, che è intorno a 322 parlamentari.
Un aggiornamento sull'incidente in un ufficio di collocamento governativo a Tyre, vicino Newcastle. Un uomo armato di coltello ha preso in ostaggio alcune persone. Al momento non ci sono molte informazioni disponibili, ma sembra che non ci siano feriti e che sul posto siano già presenti i mediatori della polizia. La polizia locale ha precisato a BBC che l'uomo è noto ai dipendenti dell'ufficio e che al momento «non c'è nessuna informazione che faccia pensare che sia un attacco terrorista».
Intanto il presidente del Consiglio Europea Donald Tusk ha messo un po' di pressione al prossimo governo britannico per i negoziati su Brexit. La data di inizio prevista era il 19 giugno, ma Tusk ha fatto notare che non è un obbligo, mentre è un obbligo che i negoziati non superino una certa data, già fissata, tra circa due anni. Sembra un sacco di tempo, ma Brexit sarà una delle trattative più complicate di sempre.
Una cosa che magari non sapete delle elezioni nel Regno Unito è che quando un collegio viene assegnato, tutti i candidati stanno su un palchetto insieme al capo del seggio, che legge i risultati. Poi il vincitore fa un breve discorso al pubblico: questa notte è successa la stessa cosa per tutti i 649 seggi che sono stati assegnati, compresi quelli dove la vittoria di un candidato era data per scontata. La scena migliore è stata quella della vittoria del Laburista Clive Lewis.
https://www.facebook.com/theguardian/videos/vb.10513336322/10155537091891323/?type=2&theater
Dal lato dei Conservatori le analisi per ora non si fanno: tutti ammettono che non sia stata una gran nottata, ma per ora sembra che si stia aspettando di vedere cosa farà Theresa May. Sky sta dicendo che la sensazione prevalente è che dentro al partito siano in maggioranza quelli che preferirebbero andare avanti con May "per senso di responsabilità", per evitare un vuoto di potere nel partito e al governo.
I Laburisti che stanno parlando questa mattina danno questa lettura delle elezioni: Theresa May non ha ottenuto il mandato politico che voleva per continuare con il suo progetto politico, e dovrebbe dimettersi. Il suo piano per Brexit è stato rifiutato dagli elettori, e lei non ha più l'autorità per condurre le trattative con l'Unione Europea. Al contrario, dicono i Laburisti, gli elettori hanno mostrato sostegno forte per il partito Laburista, che quindi avrebbe una sorta di mandato popolare per governare (anche senza avere i numeri, dicono).
Secondo un sondaggio di Sky News, il tema più decisivo per gli elettori contattati è stato quello della salute. Al secondo e terzo posto ci sono economia e immigrazione: Brexit è solamente al quinto.
Questo sondaggio sembra confermare che la perdita dei consensi dei Conservatori potrebbe essere dovuta in parte dalla cosiddetta dementia tax, una impopolare proposta contenuta nel loro programma, e più in generale dal timore di tagli nel sistema sanitario pubblico.
Il grande risultato dei Laburisti è ancora più evidente se si guarda i dati del voto popolare: era dalle elezioni del 2001, quando c'era ancora Tony Blair, che non raggiungevano il 40 per cento.
(via BBC)
I Conservatori sono a 317
I Laburisti a 261
I Lib Dem a 12
L'SNP a 35
Fino a qui abbiamo detto che la maggioranza in Parlamento è a 326 seggi, ed è vero, in teoria. In pratica i sette deputati eletti con il partito nord irlandese Sinn Fein non useranno come da tradizione il loro seggio in Parlamento: questo abbassa la soglia per la maggioranza a 321/322 parlamentari.
Tra poco dovrebbe parlare Theresa May, e intanto i giornalisti dicono che sta trattando con il DUP per capire se può formare una coalizione in Parlamento e avere una sorta di maggioranza. La possibilità di cui si parla più concretamente non è che il DUP entri nel governo con i Conservatori, ma che dia "sostegno esterno": e quindi che si impegnino a votare con i Conservatori almeno le cose più importanti (quelle che farebbero cadere il governo, come le leggi finanziarie).
Ha detto di considerare il risultato dei Laburisti una vittoria e ha ribadito di essere pronto a formare un governo, anche se ha aggiunto di non avere ancora accordi con altri partiti per trovare una maggioranza in Parlamento. Corbyn ha ribadito di credere che Theresa May dovrebbe dimettersi, visto il fallimento del suo progetto politico di indire elezioni anticipate: Corbyn ha aggiunto di essere anche pronto a cominciare le trattative per Brexit con l'Unione Europea.
Visto che se ne parla con sempre maggiore insistenza come del più probabile alleato dei Conservatori per formare un governo, è utile sapere cos'è il Partito Unionista Democratico (DUP). È il primo partito in Irlanda del Nord (ha vinto in 10 seggi sui 18) ed è il più grande partito unionista nord irlandese. Gli unionisti sono quelli che sostengono la necessità di una qualche forma di unità politica tra l'Irlanda e il Regno Unito: sono quindi a favore della permanenza dell'Irlanda del Nord nel Regno Unito.
Sempre sul risultato dei Laburisti, che oggi sembrano i vincitori: hanno perso le ultime tre elezioni di fila e in modo anche piuttosto netto. Il loro buon risultato di oggi, come il cattivo risultato dei Conservatori, è percepito come una vittoria perché ci si aspettava un loro ulteriore crollo.
"Gamble" e "fail", cioè "azzardo" e "fallimento" sono le parole del giorno.
➡️Guarda tutte le prime pagine.
Se vi chiedete come sia possibile che May abbia fatto un errore di calcolo così grande, guardate cosa dicevano i sondaggi ad aprile, quando ha deciso di indire nuove elezioni.
In blu i Conservatori, in rosso i Laburisti, in viola lo Ukip e in giallo i Lib Dem.
Theresa May è la seconda leader dei Conservatori a indire una votazione importante senza una vera ragione e a perderla clamorosamente. David Cameron aveva deciso di fare il referendum su Brexit, pensando di vincerlo e rafforzarsi dentro al partito: si è dovuto dimettere. May aveva una maggioranza alla Camera e ne voleva una più ampia: ha indetto elezioni anticipate pensando di annientare i Laburisti e si è ritrovata senza maggioranza.
Sia Sky che BBC stanno dicendo che Theresa May non ha intenzioni di dimettersi, come qualcuno aveva immaginato vista la brutta sconfitta. Una reporter di Sky ha detto di aver ricevuto conferma di questa cosa da uno dei più stretti collaboratori della prima ministra.
Una mappa di BBC: in blu i collegi vinti dai Conservatori, in rosso quelli vinti dai Laburisti, in giallo l'SNP, in arancione i Liberal Democratici, in verde scuro Sinn Fein, in bordeaux il DUP, in verde chiaro Plaid Cymru.
Jeremy Corbyn ha appena lasciato casa sua per andare alla sede del partito Laburista, a Londra. Theresa May invece è a Downing Street, nella residenza della prima ministra.
È tutto nelle mani di Theresa May, che è ancora leader del partito più grande del paese e può rimanere prima ministra. Questo è il punto di partenza, ma poi ci sono tante possibilità. May potrebbe provare a formare un governo di coalizione, con il sostegno degli unionisti nord irlandesi del DUP, oppure chiedere il loro sostegno voto per voto per formare un governo Conservatore di minoranza. May comunque ha perso di fatto le elezioni, e potrebbe anche decidere di dimettersi da prima ministra e a quel punto sarebbe tutto molto per aria.
Se May non dovesse riuscire a formare un governo, comunque, ci potrebbe provare Corbyn: ma facendo due conti per lui sarebbe anche più difficile (dovrebbe mettere insieme almeno tre partiti).
Si potrebbe tornare anche a votare, tra qualche mese: ci sarebbe un governo Conservatore di minoranza per qualche tempo, in quel caso.
- Mancano 7 seggi da assegnare
- I Conservatori ne hanno vinti 313, meno dei 326 per avere una maggioranza assoluta in Parlamento
- I Laburisti sono a 260: hanno fatto meglio del 2015, ma restano il secondo partito del paese
- Theresa May voleva allargare la sua maggioranza e rafforzarsi dentro al partito, ora bisogna vedere cosa farà (si parla anche di dimissioni)
- Non essendoci nessuna maggioranza chiara, si dovrà fare un governo di coalizione o un governo di minoranza: nessun partito per ora si è detto disposto ad allearsi con gli altri.
Questa notte ha parlato ai giornalisti anche Nicola Sturgeon, leader dell'SNP (che non era candidata alle elezioni, essendo prima ministra della Scozia). Il suo partito ha perso parecchi seggi rispetto all'ultima volta, ma anche perché l'ultima volta avevano fatto un risultato storico: quello di questa notte è il loro secondo migliore di sempre.
https://www.youtube.com/watch?v=XsugMFaUnlo
Dite ciao a Nick Clegg, intanto: l'ex vice primo ministro dei Liberal Democratici non è stato rieletto e ha salutato tutti con questo discorso.
https://www.youtube.com/watch?v=LbNJ2Gz0FWk
Noi comunque lo vogliamo ricordare così, mentre chiede scusa per essersi rimangiato tutte le promesse elettorali.
https://www.youtube.com/watch?v=KUDjRZ30SNo
Era un’ipotesi che veniva discussa ormai da qualche giorno, seppure sempre con molte cautele, e alla fine si è verificata: le elezioni politiche nel Regno Unito, che erano state indette con anticipo dalla prima ministra Theresa May sulla base della consolidata aspettativa che sarebbero state un trionfo per lei e per il Partito Conservatore, sono state invece per il governo una pesante sconfitta, e una sorprendente vittoria politica – anche se non elettorale: minoranza era e minoranza resta – per il Partito Laburista di Jeremy Corbyn. Lo spoglio dei voti è ancora in corso ma a questo punto sembra certo che il risultato sarà uno hung parliament, cioè un Parlamento senza una chiara maggioranza: e il tutto in un paese che avrebbe bisogno di un governo con un mandato forte e idee chiare, visto che si appresta a negoziare l’uscita dall’Unione Europea – procedimento delicatissimo e mai affrontato prima da nessuno – e ha avuto a che fare con tre attentati terroristici in tre mesi.
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Intanto così male si può dire solo in base alle aspettative che c'erano un paio di mesi fa, però anche quelle contano e di fatto ci si aspettava una vittoria a valanga per Theresa May, che invece oggi ha perso. Gran parte della rimonta dei Laburisti nei sondaggi è arrivata nelle ultime settimane di campagna elettorale: in parte per l'abilità di Corbyn, in parte per qualche inciampo di May. La cosa che più di tutte ha fatto la differenza nella percezione dei Conservatori, sembra, è stata una proposta contenuta nel programma elettorale per far sì che gli anziani che non fossero in grado di pagare le cure ricevute a casa lo facessero vendendo la loro casa di proprietà. La proposta è stata soprannominata immediatamente "Dementia tax", tassa sulla demenza, e dopo tre giorni May ha dovuto prendere le distanze e dire che non intendeva proprio quello. Da lì in avanti May ha perso molta sicurezza, ha evitato i confronti diretti con Corbyn e ha cominciato a giocare sulla difensiva: per una persona che si presentava come una "leader forte" non è stato un gran che.
In molti stanno dicendo che il Democratic Unionist Party (DUP) il principale partito unionista dell'Irlanda del Nord, potrebbe essere l'alleato decisivo dei Conservatori per formare un governo di coalizione. Il DUP è considerato un avversario di Corbyn e dei Laburisti e con i 10 seggi che ha ottenuto questa notte potrebbe farebbe ottenere la maggioranza ai Conservatori.
(foto: Dominic Lipinski/PA via AP)
I toni e le espressioni di gioia dei Laburisti potrebbero trarre in inganno: Corbyn ha comunque perso le elezioni, il suo partito non è il più grande del paese e non avrà una maggioranza in Parlamento per mettere in atto il suo programma. Però: due mesi fa lo davano tutti per spacciato e davano i Laburisti per finiti. Questo risultato se non altro dice che i Laburisti stanno molto meglio di quello che si pensava e che Corbyn probabilmente resterà leader del partito.
In molti si stanno chiedendo se May si debba dimettere: è stata lei a volere le elezioni anticipate pensando di vincere a valanga e invece sembra abbia perso la maggioranza che i Conservatori avevano in Parlamento. Ha fatto campagna elettorale parlando della necessità di stabilità per il paese, ed è quella che sembra aver portato a questa situazione di estrema precarietà politica.
John Curtice, esperto di sondaggi ed elezioni di BBC, ha appena detto che non crede ci siano più possibilità per cui i Conservatori potranno avere la maggioranza in Parlamento. Mancano 30 seggi da assegnare, la maggioranza è a 366 e i Conservatori ne hanno vinti fino ad ora 300.
Una cosa interessante da notare è che lo Ukip, il partito indipendentista che aveva fortemente voluto il referendum su Brexit, è scomparso. Ha preso meno del 2 per cento dei voti e non riuscirà ad eleggere nemmeno il singolo parlamentare che aveva ottenuto nel 2015. I voti dello Ukip, si è visto nel corso della serata, sono andati sia ai Conservatori che ai Laburisti, che su Brexit hanno posizioni molto diverse. I Conservatori sono per la cosiddetta "hard Brexit", lasciare l'Unione Europea a qualsiasi costo e senza l'ambizione di salvare qualcosa; i Laburisti sono per una versione più morbida di Brexit: vogliono rimanere nel mercato unico, per esempio, e vogliono maggiori diritti per i cittadini UE nel Regno Unito.
Hung Parliament è l'espressione che si sentirà di più se come sembra i Conservatori non otterranno la maggioranza assoluta: significa "Parlamento appeso" e indica un Parlamento senza la maggioranza assoluta di un partito. In casi come questo, si cerca di solito di formare un governo che sia sostenuto in Parlamento da una coalizione di due o più partiti, come successe nel 2010 con Conservatori e Liberal Democratici. Un'altra possibilità è quella di formare un governo di minoranza, che cerchi i numeri in Parlamento per ogni voto importante: è una via possibile, ma difficile.
Comunque vada a finire, i Conservatori saranno ancora il primo partito del paese e Theresa May non dovrà dimettersi stasera e potrà rimanere prima ministra. Intanto cominceranno le trattative per formare una coalizione, e insieme a May ci proverà anche Corbyn: se la prima non dovesse trovare una maggioranza entro il 13 giugno – data prevista per la prima riunione del nuovo Parlamento – mentre diventasse chiaro che Corbyn avrà avuto maggior fortuna, May si dimetterebbe e Corbyn diventerebbe primo ministro.
Se sia Corbyn che May non fossero in grado di formare un governo, si potrebbe anche andare a elezioni anticipate, dopo un periodo di transizione con un governo di minoranza. È importante ricordare che a differenza di quello che succede in Italia, la regina – il capo di stato del Regno Unito – non sceglie il primo ministro: si limita a nominare la persona che ha la maggioranza in Parlamento.
Sky News ha appena diffuso una nuova proiezione sui dati reali, dice che i Conservatori vincerebbero tra i 315 e i 321 seggi, mentre i Laburisti vincerebbero tra i 260 e i 266 seggi. Questo farebbe di Jeremy Corbyn il miglior leader Laburista dai tempi di Tony Blair, mentre May farebbe solo poco meglio di quanto fece Cameron nel 2010, alla sua prima elezione.
Un paio di cose notevoli della serata. Nick Clegg, vice primo ministro tra il 2010 e il 2015 nel governo di coalizione tra i suoi Liberal Democratici e i Conservatori di David Cameron, non è stato rieletto in Parlamento. In generale non è stata una grande nottata per i Liberal Democratici, che comunque sono andati meglio di 2 anni fa. Anche Alex Salmond, l'ex primo ministro scozzese, non è stato rieletto nel suo collegio in Scozia: la sua sconfitta è una delle tante subite dallo Scottish National Party, che 2 anni fa aveva vinto 56 su 59 seggi in Scozia e che in molti si aspettavano in calo.
Uno dei momenti più buffi della nottata è stato il "cinque" mancato da Jeremy Corbyn.
https://www.youtube.com/watch?v=YWslURCokEo
Il leader dei Laburisti ha parlato dopo la sua rielezione nel collegio di Islington North. Lui è sembrato di ottimo umore e ha chiesto le dimissioni di Theresa May, spiegando che ha voluto le elezioni per rafforzare il suo mandato e si è ritrovata senza maggioranza.
https://www.youtube.com/watch?v=qO1AmwXtyB0
La prima ministra Theresa May ha già dovuto – suo malgrado, probabilmente – parlare pubblicamente dopo essere stata rieletta in Parlamento nel suo collegio di Maidenhead. Come è comprensibile non ha fatto un discorso di grande celebrazione, con qualche evidente incertezza ha parlato della vittoria dei Conservatori (che restano il primo partito) e della necessità di stabilità per il paese.
https://www.youtube.com/watch?v=EPSRtG9NBMI
Se i Conservatori resteranno senza maggioranza, come sembra ora, in molti parlano però di sue probabili dimissioni.
Aveva 330 parlamentari Conservatori, 232 Laburisti, 56 dello SNP e 8 liberal democratici.
Mancano ancora circa 100 seggi da assegnare: se i Conservatori li vincessero tutti otterrebbero una maggioranza più piccola di quella che Theresa May aveva sperato di avere quando ad aprile aveva chiesto al Parlamento di andare ad elezioni anticipate. Per lei le cose non sono decisamente andate come voleva: se gli exit poll di ieri sera venissero confermati dai risultati reali i Conservatori perderebbero la maggioranza assoluta in Parlamento che avevano fino a ieri. Le cose stanno andando invece meglio ai Laburisti di Jeremy Corbyn, che dopo oggi dovrebbe avere più parlamentari. In Scozia lo Scottish National Party, che nel 2015 aveva vinto 56 su 59 seggi in Scozia, ha perso parecchi voti e seggi, ma è ancora il partito più votato in Scozia. Lo Ukip ha perso tutti i suoi voti e di fatto non esiste più.
Nel Regno Unito si stanno ancora contando i voti e si andrà avanti ancora per qualche ora prima che vengano dichiarati tutti i risultati di tutti i collegi. Al momento la situazione è 252 seggi per i Conservatori, 230 seggi per i Laburisti, 10 seggi per i Liberal Democratici, 33 seggi per lo Scottish National Party (SNP) e 21 per gli altri.