Hassan Rouhani (a destra) e Eshaq Jahangiri a Teheran il 13 maggio 2017 (ATTA KENARE/AFP/Getty Images)
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Il riformista Eshaq Jahangiri ha ritirato la sua candidatura per le presidenziali che si terranno in Iran venerdì

Hassan Rouhani (a destra) e Eshaq Jahangiri a Teheran il 13 maggio 2017 (ATTA KENARE/AFP/Getty Images)

Eshaq Jahangiri, vicepresidente del governo iraniano, ha annunciato martedì il ritiro della sua candidatura alle elezioni presidenziali che si terranno in Iran venerdì. Il ritiro di Jahangiri era stato previsto da diversi esperti e può essere interpretato come una mossa per non indebolire la candidatura dell’attuale presidente iraniano Hassan Rouhani, il candidato di punta sia dei moderati che dei riformisti (vale a dire, semplificando molto, che Rouhani è il leader delle forze di centrosinistra del paese). Solo due giorni fa aveva ritirato la propria candidatura anche Mohammad Baghar Ghalibaf, sindaco conservatore di Teheran dal 2005, per rafforzare il candidato principale dei conservatori Ebrahim Raisi (sempre semplificando molto, la destra). Come previsto, insomma, le elezioni presidenziali saranno una competizione a due: Rouhani contro Raisi.

In Iran il presidente è la seconda carica per importanza, dopo la Guida suprema, Ali Khamenei. Il candidato preferito da Khamenei è Raisi. L’esito delle elezioni, comunque, è ancora molto incerto.

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