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  • Lunedì 15 maggio 2017

Un’altra brutta sconfitta della SPD

I socialdemocratici tedeschi hanno perso in un land molto esteso, molto popoloso e dove tradizionalmente governavano: è la terza in un mese e mezzo

Martin Schulz dopo i risultati preliminari in Renania Settentrionale-Vestfalia, 14 maggio 2017 
 (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)
Martin Schulz dopo i risultati preliminari in Renania Settentrionale-Vestfalia, 14 maggio 2017 (JOHN MACDOUGALL/AFP/Getty Images)

Domenica 14 maggio l’Unione Cristiano-Democratica (CDU), il partito centrista tedesco di cui fa parte la cancelliera Angela Merkel, ha vinto le elezioni statali nella Renania Settentrionale-Vestfalia, un land tradizionalmente governato dai socialdemocratici (quasi ininterrottamente dal 1996), molto esteso e molto popoloso (18 milioni di abitanti). Il capo della SPD, Martin Schulz, ha commentato la sconfitta – che i principali internazionali definiscono “storica” – dicendo che era per il suo partito «una giornata difficile». La giornata è stata «difficile» anche per lui personalmente, visto che la Renania Settentrionale-Vestfalia è il land in cui è nato.

Nonostante in la campagna elettorale si sia parlato soprattutto di temi locali come scuole, trasporti e sicurezza, queste elezioni e il cattivo risultato dell’SPD stati interpretati principalmente come una sconfitta di Martin Schulz, il candidato cancelliere del partito alle elezioni federali che si terranno il prossimo 24 settembre.

L’affluenza è stata del 65,2 per cento: la CDU ha vinto con il 33 per cento contro il 31,2 dei Socialdemocratici. Il partito dei Verdi, partner di coalizione nel governo precedente guidato dall’SPD, si sono fermati a poco più del 6 per cento. Rispetto alle elezioni del 2012 l’SPD ha perso circa 8 punti percentuali, mentre la CDU ne ha guadagnati quasi 7. Il nuovo presidente dello stato si chiama Armin Laschet e ha 56 anni.

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All’inizio del 2017, quando la sua candidatura a cancelliere è diventata ufficiale, Schulz ha ottenuto un notevole aumento dei consensi nei sondaggi, che sembrava riflettersi anche in generale sull’SPD (che non esprime un cancelliere federale dal 2005). Per mesi i giornali hanno descritto l’aumento di consensi nei sondaggi come l’”effetto-Schulz”, e caricato di un significato più ampio le elezioni locali che si sarebbero tenute nei mesi precedenti a quelle federali. Finora però i risultati sono stati molto negativi per il partito: a fine marzo l’SPD ha perso le elezioni nel Saarland, uno stato tedesco al confine con la Francia, e poi all’inizio di maggio ha perso nello Schleswig-Holstein, il più settentrionale fra gli stati tedeschi, situato al confine con la Danimarca.

Entrambe queste due sconfitte potevano essere spiegate con fattori locali: nel Saarland, i socialdemocratici e il loro candidato erano stati criticati per aver ipotizzato una coalizione con il partito della sinistra radicale, cosa che aveva fermato parte dell’elettorato di centro-sinistra; nello Schleswig-Holstein durante la campagna elettorale alcuni esponenti della SPD avevano fatto delle dichiarazioni discutibili. Questa volta, dicono gli osservatori, le spiegazioni locali non sono sufficienti. La socialdemocratica Hannelore Kraft, che guidava il land dal 2010, è molto popolare nella sua regione: ma il candidato della CDU ha fatto campagna elettorale facendo leva sulla frustrazione degli elettori, parlando di questioni come la congestione del traffico, la crescente criminalità e i problemi nel settore dell’istruzione; ha promesso di migliorare la sicurezza e di aumentare i fondi a disposizione della polizia. I risultati hanno comunque a che fare, secondo gli esperti, con l’andamento nazionale dei due principali partiti tedeschi e con la perdita di consenso dell’SPD rispetto alla CDU in tutto il paese.