Emmanuel Macron è il nuovo presidente della Repubblica francese: ha ricevuto il 66,06 per cento dei voti mentre Marine Le Pen – che ha riconosciuto la sconfitta poco dopo la chiusura dei seggi – si è fermata al 33,96 per cento. L’affluenza è stata di poco inferiore al 75 per cento.
Poco dopo le 21, Macron ha tenuto il suo primo discorso dopo la vittoria: ha parlato in modo molto solenne, ringraziando il suo predecessore Hollande, rivolgendo un saluto a Marine Le Pen, e dicendo di voler lavorare per la Francia e per l’Europa per «proteggere i più fragili» e «tutelare la sicurezza e l’unità della nazione».
In modo più sciolto e con un tono più gioioso, poco prima delle 23 Macron ha parlato anche ai suoi sostenitori che lo aspettavano davanti al Louvre, dove era stata organizzata la festa per la vittoria. È arrivato al palco accompagnato dall’Inno alla Gioia, l’inno dell’Unione Europea, e dopo un breve discorso di ringraziamento ha concluso dicendo «Amici, vi servirò con umiltà, con forza, in nome della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. Vi servirò con amore. Viva la Repubblica. Viva la Francia».
Macron, che ha 39 anni, diventerà il più giovane presidente della storia delle Repubblica francese e ha una storia politica molto particolare: fino a due anni fa quasi nessuno sapeva chi fosse, poi, dopo un breve periodo come ministro nell’ultimo governo socialista, lo scorso inverno ha annunciato di volersi candidare a presidente con un nuovo movimento politico di centro, chiamato En Marche!. Inizialmente nessuno gli dava grandi possibilità di vittoria, poi, complici i problemi dei candidati dei due principali partiti di centrodestra e centrosinistra, Macron ha cominciato a crescere nei sondaggi e al primo turno delle presidenziali il 23 aprile è arrivato primo con il 23,8 per cento dei voti (mentre Le Pen è arrivata seconda con il 21,5 per cento).
Poco dopo i discorsi di Le Pen e Macron ha parlato anche Jean-Luc Mélenchon, candidato dell’estrema sinistra arrivato quarto al primo turno con poco più del 19 per cento dei voti. Mélenchon – che non aveva apertamente sostenuto Macron al secondo turno come fatto invece da molti altri politici di sinistra – ha commentato la sconfitta di Le Pen e ha chiesto ai suoi elettori di sostenerlo ancora alle elezioni legislative dell’11 e 18 giugno per non dare troppo potere a Macron. Per Macron le elezioni legislative saranno un passaggio importante e delicato, perché dalla maggioranza parlamentare che ne uscirà dipenderà gran parte della sua efficacia di governo.
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Lo scrutinio è arrivato all'85 per cento e proseguirà nelle prossime ore: Macron è al 64 per cento, Le Pen al 36 per cento. I dati in tempo reale sono qui.
Emmanuel Macron mentre tiene il suo discorso ai suoi sostenitori davanti al Louvre, a Parigi (David Ramos/Getty Images).
Macron con la moglie Brigitte Trogneux sul palco davanti al Louvre, poco dopo la fine del discorso della vittoria (THOMAS SAMSON/AFP/Getty Images).
Macron durante il suo discorso ai sostenitori davanti al Louvre (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images).
Il video del discorso tenuto da Macron ai suoi sostenitori davanti al palazzo e alle piramidi del Louvre.
Il video di pochi minuti fa dell'arrivo di Macron al Louvre e la sua camminata verso il palco, con l'Inno alla Gioia di sottofondo.
All'80 per cento circa delle schede scrutinate, Macron è al 63,4 per cento dei voti, Le Pen è al 36,6 per cento.
Emmanuel Macron raggiunge a piedi il palco montato davanti al Louvre, dove ha parlato ai suoi sostenitori dopo la vittoria alle elezioni presidenziali (AP Photo/Christophe Ena, Pool).
Più di 450 persone, secondo la prefettura di Loire-Atlantique, hanno manifestato in piazza a Nantes, nel nord della Francia, contro il nuovo presidente al grido di "Macron dimissioni" o "Macron, resistenza e sabotaggio". Le forze di sicurezza sono intervenute e hanno lanciato gas lacrimogeni. Al primo turno a Nantes, Macron era arrivato primo con circa 5 percentuali in più di Jean-Luc Mélenchon (Marine Le Pen era arrivata quinta).
Il quotidiano Libération ha messo insieme alcune informazioni “totalmente” trascurabili che riguardano il nuovo presidente Emmanuel Macron:
• È il primo presidente della Repubblica francese che si chiama Emmanuel.
• Ha studiato dieci anni pianoforte al conservatorio di Amiens.
• Ama Johnny e Charles Aznavour.
• «Il vino, è l'anima francese» ha dichiarato a L'Express: «Un pasto senza vino è un pasto piuttosto triste».
• È nato il 21 dicembre, come Kiefer Sutherland (il presidente Kirkman di Designated Survivor, serie televisiva statunitense ) e come Joseph Vissarionovitch Djougachvili, cioè Stalin.
• Il suo cane, un dogo argentino, si chiama Figaro.
• All’ENA, l’École nationale d'administration che ha sede a Strasburgo ed è responsabile per la formazione dell'alta funzione pubblica francese, era soprannominato André Rieu, a causa del suo taglio di capelli del tempo (molto diverso da quello di oggi). Rieu è un direttore d'orchestra, violinista e compositore olandese.
• Al terzo anno della scuola secondaria ha ricevuto un premio dopo uno stage.
• È alto 173 centimetri, sei centimetri in meno che la media dei francesi ed è un centimetro più basso di Marine Le Pen, che è invece dieci centimetri più alta della media delle francesi.
Macron con la famiglia, amici e sostenitori canta dal palco l'inno nazionale, questa volta con la musica.
I sostenitori di Macron hanno iniziato a intonare spontaneamente la Marsigliese, l'inno nazionale di Francia.
Macron: "Amici, vi servirò con umiltà, con forza, in nome della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità. Vi servirò con amore. Viva la Repubblica. Viva la Francia".
Macron: "Non cederemo alla paura, alle divisioni, alle menzogne, e nemmeno all'ironia, all'amore per il declino e la sconfitta. Vi devo molto e so cosa devo ai miei compagni di strada, alla mia famiglia, ai miei cari. Non sarà facile e ci saranno momenti difficili, ci aspetta un duro compito".
Macron: "Dovremo avere il coraggio della verità, come abbiamo fatto durante tutta la campagna elettorale. Dovremo costruire una vera maggioranza, forte e che sia di cambiamento, perché è quello che vuole e merita il paese. Avrò ancora bisogno di voi" (il riferimento è alle legislative del prossimo giugno).
Macron: "Il compito che ci aspetta è immenso, si comincia a lavorare fin da domani. Dovremo moralizzare la vita pubblica, rafforzare l'economia, costruire nuove tutele, dare un posto a ognuno di noi tra scuola, lavoro e cultura. Ma dovremo anche rifondare la nostra Europa e dare sicurezza a tutti i francesi. Dovremo continuare a essere audaci: stasera abbiamo deciso di essere audaci e non smetteremo di esserlo, perché è quello che il mondo si aspetta da noi. Si aspettano che la Francia li sorprenda, che la Francia sia la Francia. E noi lo faremo".
Macron: "Quella di stasera è l'energia del popolo francese. E ci troviamo in un luogo che dice proprio questo, è intriso della nostra storia. È il luogo di tutti i francesi e di tutto il paese, è il luogo che il mondo guarda questa sera".
Macron ringrazia anche chi ha votato Le Pen, invitando i sostenitori a non fischiare, e chiedendo rispetto anche per loro: "Farò tutto ciò che mi è possibile nei prossimi 5 anni per evitare che queste persone sentano di nuovo la necessità di votare per un movimento estremista".
Macron: "Ai francesi che hanno votato per la repubblica e contro l'estremismo: so che ci sono disaccordi e che non tutti la pensate come me, ma mi impegno a proteggere la Repubblica".
Macron: "Abbiamo fatto una cosa senza precedenti. Ci dicevano tutti che era impossibile, ma non conoscevano la Francia. Grazie per la vostra fiducia, per tutto il tempo dedicato e l'impegno, grazie per i rischi che alcuni di voi hanno corso. Questa fiducia mi onora: non vi deluderò, voglio essere alla sua altezza. Nei prossimi 5 anni voglio portare avanti il vostro slancio".
Macron: "Grazie per esservi battuti con coraggio e forza di volontà per mesi. Questa sera avete vinto! La Francia ha vinto!".
Macron saluta i sostenitori sul palco, allestito davanti alle piramidi costruite davanti al palazzo del Louvre. Ora terrà un discorso.
Macron raggiunge il palco del Louvre sulle note dell'Inno alla Gioia, l'inno dell'Unione Europea.
Macron è arrivato al Louvre, a breve dovrebbe salutare i suoi sostenitori e tenere un breve discorso.
Stando ai dati più recenti del ministero dell’Interno francese, l’affluenza è stata del 75,69 per cento: non succedeva dal 1969 che ci fosse un tasso di astensione così alto a un secondo turno, scrive Le Monde.
Aggiornamento sui dati reali, ormai oltre la metà dello scrutinio (57 per cento delle schede): Macron 61,9 per cento, Le Pen 38,1 per cento.
Al Louvre sono arrivate decine di migliaia di persone, in attesa di sentire Macron.
Marine Le Pen è stata pesantemente sconfitta. Tuttavia, se gli exit poll venissero confermati, il suo partito avrebbe ottenuto un numero record di voti: Marine Le Pen dovrebbe raggiungere circa 10,6 milioni di voti (la candidata, nel discorso della sconfitta ha rivendicato 11 milioni di sostenitori). Al primo turno aveva superato il record precedente, quello delle regionali del 2015, superando i 7,6 milioni di voti.
In Francia il presidente della Repubblica ha molti poteri, ma per sfruttarli appieno ha bisogno di una maggioranza in Parlamento. Il presidente della Repubblica, infatti, nomina il primo ministro e, su suo suggerimento, i ministri. In passato è accaduto spesso che presidente della Repubblica e capo del governo appartenessero a partiti diversi (la cosiddetta “cohabitation”). L’ultima volta è successo tra il 1997 e il 2002, quando il presidente era Jaques Chirac, leader del centrodestra, e il primo ministro era Lionel Jospin, capo del Partito Socialista. In questa situazione, i poteri del presidente della Repubblica sono molto limitati, al punto, sostengono alcuni esperti, da rendere la Francia una repubblica parlamentare. Macron, quindi, avrà bisogno di ottenere un buon risultato alle elezioni legislative che si svolgeranno il prossimo 11 giugno (con un secondo turno il 18).
Il problema è che dai sondaggi non sembra che le elezioni legislative riusciranno ad esprimere una vera e propria maggioranza. Il movimento di Macron, En Marche!, sembra troppo piccolo e troppo giovane per riuscire a competere alle legislative, mentre i due principali partiti tradizionali sono molto in crisi. L’eventualità più probabile, in caso di vittoria di Macron, sarà quindi una qualche forma di ampia coalizione parlamentare.
La festa dei sostenitori di Macron davanti al Louvre di Parigi, con un DJ set in attesa dell'arrivo del vincitore (PHILIPPE LOPEZ/AFP/Getty Images).
Alcuni importanti capi religiosi della Francia hanno accolto con favore la vittoria di Emmanuel Macron: il gran rabbino Haïm Korsia (che ha comunque invitato a considerare la perdita di speranza e la rabbia di molti elettori) e anche la gran Moschea di Parigi che ha pubblicato una nota in cui parla di «brillante elezione» di Macron.
Festeggiamenti dei sostenitori di Macron sugli Champs-Élysées vicino all'Arco di Trionfo (GEOFFROY VAN DER HASSELT/AFP/Getty Images)
Emmanuel Macron ha lasciato la sede di En Marche! e sta raggiungendo il Louvre.
Al 28 per cento circa delle schede scrutinate (quindi dati reali, non exit poll), Macron è al 59,7 per cento contro il 40,3 per cento di Marine Le Pen.
Inizialmente, il comitato elettorale di Macron aveva richiesto alla sindaca di Parigi il Campo di Marte, giardino pubblico sulla rive gauche delimitato a nord-ovest dalla Tour Eiffel. Anne Hidalgo non aveva però dato la sua autorizzazione perché quella zona sarà visitata il prossimo fine settimana dai rappresentanti del Comitato Olimpico Internazionale in vista della candidatura della città alle Olimpiadi del 2024. Si voleva evitare dunque il fatto che l’erba del giardino potesse essere danneggiata durante i festeggiamenti delle presidenziali. I dirigenti di En Marche! avevano escluso anche altre possibilità, a priori: Place de la Concorde era stata scartata perché connotata a destra (Nicolas Sarkozy nel 2007 aveva celebrato la sua vittoria e Jacques Chirac nel 1995); Place de la Bastille e Place de la République perché connotate troppo a sinistra. Alla fine è stato scelto il Louvre.
All'esterno del Louvre è intanto in corso un DJ set per i sostenitori di Macron, che stanno festeggiando la vittoria del loro candidato.
Il video del discorso della vittoria di Emmanuel Macron.
Il video del discorso della sconfitta di Marine Le Pen.
Il commento di Jean-Luc Mélenchon alla sconfitta di Le Pen:
«Con l'astensione, i voti bianchi e i voti nulli, il nostro paese ha massicciamente respinto l'estrema destra, perché è straniera (...) Le Pen è arrivata terza al secondo turno»
Mélenchon ha poi lanciato un appello ai suoi elettori ed elettrici del primo turno invitandoli a mobilitarsi per le legislative: «Il programma del nuovo monarca presidenziale è noto. L'irresponsabilità ecologica. (...) Le elezioni legislative saranno il momento di una scelta positiva, la scelta del futuro in comune. Chiedo alle 7 milioni di persone che si sono riunite intorno al programma per il quale sono stato candidato di mobilitarsi e di restare unite, che abbiano votato o non votato per Macron. Mettetevi insieme se vi riconoscete nell'umanesimo ecologico e sociale del nostro tempo, di cui sto cercando di essere il portavoce. Non lasciate andare nulla, non rinunciare nulla. Al nostro appello, il 18 giugno, la nostra resistenza per vincere la battaglia. E ho intenzione di mettere in campo con voi tutte le mie energie».
Alcuni commentatori politici scrivono che con il suo commento al risultato del voto Jean-Luc Mélenchon si è posto come primo oppositore di Emmanuel Macron, non volendo lasciare questo ruolo a Marine Le Pen.
Dice Le Monde: «Emmanuel Macron ha terminato il suo primo discorso da presidente, con un tono molto solenne e grave senza alcuno slancio di gioia»
Emmanuel Macron tiene il suo primo discorso dopo essere stato eletto presidente della Repubblica Francese (LIONEL BONAVENTURE/AFP/Getty Images).
Macron ha 39 anni ed è il più giovane presidente della Repubblica francese.
Secondo i nuovi exit poll: Emmanuel Macron è stato eletto con il 65,8 per cento dei voti contro il 34,2 per cento di Marine Le Pen.
Macron: "Per i prossimi 5 anni servirò con determinazione la Francia. Viva la Repubblica. Viva la Francia".
Macron: "Francesi, tutti, cari concittadini, vorrei rendere omaggio al presidente Hollande, che ha lavorato per 5 anni nell'interesse del nostro paese. Nei prossimi 5 io cercherò di eliminare le paure e riportare il nostro spirito di conquista, per affrontare le sfide enormi che ci aspettano. Alcune di queste sono opportunità, come il passaggio all'economia verde e alla digitalizzazione, altre sono sfide come il terrorismo da contrastare".
Macron: "Vorrei dire a tutti che la Francia sarà in prima linea nella lotta contro il terrorismo nel nostro paese e nella comunità internazionale".
Macron: "Mi impegno a difendere l'Europa, la comunità di destini e dei popoli del nostro continente".
Macron: "Questa sera intendo rivolgermi a tutti i francesi per indirizzare un saluto a Marine Le Pen, conosco le divisioni del paese e le sue sensibilità, il malcontento e il dubbio che si sono insinuati nella popolazione. Il mio compito sarà di proteggere i più fragili e di tutelare la sicurezza e l'unità della nazione".
È iniziato il discorso di Macron: "È un grande onore e una grande responsabilità. Vi ringrazio dal profondo del cuore".
Le Monde ha messo insieme i diversi punti del programma di Emmanuel Macron e ha elencato anche le misure che saranno invece difficilmente applicabili o realizzabili. Ne ha selezionate 17 e tra queste ci sono il dimezzamento del numero di giorni di inquinamento atmosferico, la modifica in senso proporzionale del sistema elettorale delle legislative, la riduzione dei tempi delle domande di asilo a meno di sei mesi, lo sviluppo di progetti nei paesi di partenza dei migranti o, ancora, il fatto di punire con delle multe le molestie sessuali contro le donne. Su quest'ultimo punto Macron è stato molto impreciso e criticato: ha parlato delle molestie sessuali come di un esempio di «inciviltà». L'idea generale è quella evidentemente di punire in modo più rapido ed efficiente i piccoli reati, «ma è strano», commenta Le Monde, «vedere qualificate come "inciviltà" le molestie contro le donne. Le molestie sessuali non sono un'offesa, ma un reato, punibile con due anni di carcere e 30 mila euro di multa, con un termine di prescrizione di tre anni».
Emmanuel Macron sta per parlare ai suoi sostenitori e alla nazione, da uno studio, non dalla spianata del Louvre.
Nel 2012 François Hollande aveva vinto contro Nicolas Sarkozy con il 51,64 per cento ottenendo circa 18 milioni di voti.
Se gli exit poll venissero confermati, con oltre il 65 per cento Emmanuel Macron avrebbe ottenuto circa 20 milioni di voti, risultato che, nell'analisi politica, dice Le Monde, deve comunque tenere conto dell'astensione che dovrebbe essere poco più del 25 per cento e dell'alto numero di schede bianche o nulle.
Uno dei principali alleati politici di Macron è stato il capo del partito centrista francese MoDem, François Bayrou, più volte candidato alle presidenziali in passato. Bayrou aveva posto condizioni al suo accordo con Macron e al suo sostegno: aveva chiesto che il programma di Macron prevedesse una legge sulla «moralizzazione della vita pubblica, per la lotta contro i conflitti di interesse», aveva preteso «un vero cambiamento nelle pratiche politiche, non un riciclo delle vecchie pratiche». Infine aveva chiesto il riconoscimento del valore e di una giusta remunerazione del lavoro e l’introduzione del sistema proporzionale alle elezioni legislative. Sui giornali francesi si parla di Bayrou come del possibile primo ministro di Macron, nonostante Macron stesso sia stato a riguardo piuttosto vago.
Marine Le Pen alla fine del suo breve discorso in cui ha riconosciuto la vittoria di Macron (AP Photo/Michel Euler).
Raquel Garrido, portavoce di Jean-Luc Mélenchon, ha parlato su TF1: «Sono soddisfatto che la maggioranza dei francesi sia andata alle urne per sconfiggere Le Pen». Ha spiegato che a questa vittoria hanno contribuito anche gli elettori del suo movimento, La France Insoumise, e che però «Abbiamo un problema: il presidente non è molto rappresentativo. Abbiamo ripulito la vecchia scena politica, e questo è fatto. Ma ora, c'è il rischio di rivedere quella vecchia scena di nuovo alle legislative».
Sostenitori di Emmanuel Macron a Parigi, poco dopo l'annuncio dei primi exit poll (PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images).
Nicolas Dupont-Aignan - candidato di un partito sovranista e conservatore, che al primo turno aveva preso circa il 5 per cento e che poi aveva sostenuto Marine Le Pen - ha detto che non farà parte del movimento che nascerà dal Front National. Se Le Pen avesse vinto Dupont-Aignan sarebbe diventato suo primo ministro.
L'attuale primo ministro Bernard Cazeneuve ha detto che la «sinistra di governo» deve portare il suo contributo a Emmanuel Macron e ai suoi prossimi cinque anni. Cazeneuve ha anche parlato della «lucidità degli elettori» che hanno «rifiutato il progetto funesto dell'estrema destra» e ha detto che «ora la sfida delle legislative sarà quella di dare forza e credibilità a queste aspirazioni».
François Hollande, il presidente uscente, ha detto che la vittoria di Macron dimostra che la maggioranza del popolo francese vuole "riunirsi intorno ai valori repubblicani".
Marine Le Pen ha telefonato a Emmanuel Macron per ammettere la sconfitta al ballottaggio.
Le Monde scrive che Emmanuel Macron ha rilasciato una prima dichiarazione all'agenzia di stampa Agence France-Presse: per la Francia si apre una «nuova pagina», quella «della speranza e della fiducia ritrovate».
Emmanuel Macron dovrebbe parlare intorno alle 21.
Nel 2002 Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, arrivò al ballottaggio delle presidenziali contro Jacques Chirac e prese il 17,8 per cento, poco più di 5,5 milioni di voti. Se gli exit poll di stasera venissero confermati Marine Le Pen avrebbe raddoppiato quel risultato. YouTrend ha calcolato che se Marine Le Pen ottenesse effettivamente il 35 per cento avrebbe ottenuto circa 10,5 milioni di voti.
I festeggiamenti di un gruppo di sostenitori di Emmanuel Macron a Parigi, poco dopo l'annuncio dei primi exit poll.
(CHRISTOPHE ARCHAMBAULT/AFP/Getty Images)
Secondo i dati del Ministero dell'interno francese aggiornati alle ore 17 l'affluenza era pari al 65,3 per cento. Alle stessa ora, domenica 23 aprile quando si è votato al primo turno, l'affluenza era superiore e pari al 69,42 per cento. Al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2012, e sempre alla stessa ora, l'affluenza era del 71,96 per cento. Nel 2007 era del 75,11.
L'altra notizia sella serata che i principali giornali francesi sottolineano è che quasi il 12 per cento dei voti espressi alle urne è bianco o nullo. È un dato con pochi precedenti.
Secondo le nuove stime degli exit poll, Macron ha vinto con il 65,5 per cento. In serata saranno diffusi i dati reali.
Le Pen ha fatto indirettamente riferimento alle prossime elezioni legislative, che determineranno la composizione del Parlamento francese.
Le Pen: "Il Fronte Nazionale deve profondamente rinnovarsi per essere all'altezza di questa opportunità storica offerta nel secondo turno. Propongo quindi di trasformare il Movimento e di renderlo una nuova forza politica. Nei mesi a venire avremo bisogno di tutti voi".
Marine Le Pen davanti ai suoi sostenitori: "I francesi hanno scelto un nuovo presidente della Repubblica e hanno votato per la continuità. Ho augurato buon lavoro a Macron".
I dati sul voto si conosceranno più tardi, nel corso della serata. A 39 anni, il candidato di En Marche! potrebbe diventare il più giovane presidente della Quinta Repubblica.
Gli exit-poll danno vincente Emmanuel Macron con il 65,1 per cento dei voti contro il 34,9 per cento di Marine Le Pen.
Mancano poco più di 10 minuti alla chiusura dei seggi, un ripasso: chi è Emmanuel Macron? È il favorito per il ballottaggio, ma fino a due anni fa era praticamente sconosciuto.
Il boicottaggio della stampa francese e internazionale per l'evento di questa sera organizzato dal Front National prosegue. Dopo Le Monde, anche Bloomberg ha annunciato che non manderà alcun suo giornalista a seguire la notte elettorale organizzata per Le Pen a Parigi.
Il boicottaggio è stato deciso dopo che il comitato elettorale di Le Pen aveva annunciato che diverse testate giornalistiche francesi e straniere non avrebbero potuto seguire la notte elettorale dal comitato del Front National.
A proposito di exit poll: in Francia funzionano in maniera diversa dai nostri, che prevedono sostanzialmente un sondaggio effettuato all’uscita di alcuni seggi-campione.
I sondaggisti francesi usano voti reali provenienti dai seggi che chiudono prima degli altri. In una seconda fase “aggiustano” questi dati con altre variabili, come i risultati delle precedenti elezioni, e infine producono una stima. Di solito questo metodo produce risultati abbastanza accurati: è stato così anche al primo turno delle presidenziali.
Situazione diversa per il Front National, che ha deciso di non permettere ad alcuni media francesi e internazionali di assistere alla notte elettorale organizzata dal comitato elettorale di Marine Le Pen, che si terrà a Bois de Vincennes, un parco a est di Parigi. In tanti hanno condannato la decisione del Front National, tra cui Le Monde, che ha annunciato che non manderà i suoi giornalisti a seguire lo spoglio al comitato del partito:
«Le Monde condanna duramente questa decisione, che non permette un’adeguata copertura di un grande momento democratico e mostra una scarsa interpretazione del concetto di libertà di stampa. In solidarietà con i media coinvolti nel provvedimento, abbiamo deciso di non essere presenti questa sera.»
Sono le 19, e quindi hanno chiuso o stanno chiudendo la maggior parte dei seggi in Francia. Rimangono aperti fino alle 20 quelli di Parigi, Lione e Marsiglia.
L'istituto Ipsos-Steria prevede che alla chiusura dei seggi l'astensione potrebbe raggiungere il 26 per cento: sarebbe la più alta per delle elezioni presidenziali in Francia dal 1969. Sempre per la prima volta dal 1969, l'affluenza al secondo turno delle presidenziali potrebbe essere più bassa che al primo (in cui, due settimane fa, aveva votato il 76 per cento). Nel 1969 vinse le elezioni Georges Pompidou, gollista, che morì poche settimane prima della fine del suo mandato, nel 1974.
Il sistema con cui concretamente gli elettori votano, in Francia, è diverso rispetto all’Italia: arrivati al seggio, c’è una pila di foglietti per ogni candidato, soltanto due nel caso del ballottaggio di oggi. Gli elettori li prendono tutti e due, entrano nella cabina e inseriscono il foglietto con il nome del candidato che vogliono votare in una busta fornita dal seggio. Poi inseriscono la busta nell’urna.
(GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)
Una delle cose di cui si è parlato negli ultimi giorni della campagna elettorale è la strategia di comunicazione con cui Marine Le Pen ha cercato di ottenere maggiori consensi tra le donne: mostrando di essere a sua volta una donna, e in particolare una madre. Tuttavia il programma di Le Pen e del Front National non è femminista né particolarmente attento ai diritti delle donne, come spiegano diverse analisi fatte da giornali e gruppi femministi che abbiamo riassunto qui. Quasi tutte le volte in cui Le Pen ha parlato di «diritti delle donne», molto spesso dicendo di essere l’unica a preoccuparsene, lo ha fatto per affrontare con un altro argomento il fatto di essere contraria all’immigrazione: è solita criticare il sessismo (e l’omofobia) solo quando a esserne responsabili sono delle persone di origine straniera, in particolare di religione musulmana.
Le Pen è data sfavorita da tutti i sondaggi, e già prima delle elezioni risultava perdente al secondo turno contro tutti gli altri principali candidati. I sondaggi fatti dal 24 aprile (giorno successivo al primo turno) a oggi danno Macron tra un minino del 59 per cento e un massimo del 64, mentre danno Le Pen tra un minimo del 36 per cento e un massimo del 41. Dopo il duro e confuso dibattito tra i candidati di mercoledì 3 maggio, Macron ha guadagnato consensi. La ricerca condotta da IFOP presenta comunque queste percentuali, rappresentative di tutte le ricerche più recenti condotte sul secondo turno:
Qualche giornale italiano oggi cita dei sondaggi pubblicati dalla rete belga Rtbf, che dicono che Macron sarebbe in vantaggio. Sono però rilevazioni la cui autorevolezza e attendibilità è quantomeno dubbia: i siti dei principali quotidiani francesi non li citano, anche perché c'è il divieto, per legge. Successe già al primo turno.
Gli autori dell’attacco informatico a En Marche! hanno diffuso online 9 GB di documenti appartenenti alle persone che lavorano per la campagna elettorale di Macron, tra cui email e fogli di bilancio. Secondo due diverse società che si occupano di sicurezza informatica dietro l’attacco ci sarebbe A.P.T. 28, la squadra di hacker russi legata al G.R.U (l’intelligence militare russa), che secondo la CIA è tra gli attacchi informatici condotti contro il Partito Democratico americano. Dato che i documenti sono stati diffusi poco prima che la campagna elettorale fosse ufficialmente chiusa, Macron non ha potuto parlare più di tanto dell’attacco subito: En Marche! ha solo pubblicato un comunicato in cui è detto che tra i documenti diffusi dagli autori dell’attacco ce ne sono anche di falsi.
I quotidiani francesi hanno dato la notizia dell’attacco informatico ma non hanno pubblicato nulla sul contenuto dei documenti: non lo faranno fino alla fine delle elezioni. Le Monde ha spiegato di aver fatto questa scelta per non essere strumentalizzato dagli autori dell’attacco e perché serve del tempo per analizzare i documenti e verificarne l’autenticità.
La giornata è filata piuttosto liscia, per quanto riguarda la sicurezza dei seggi. L'unica preoccupazione è arrivata intorno all'ora di pranzo, quando un'area del Louvre – il museo di Parigi dove stasera si riunirà per aspettare i risultati il comitato di Macron – riservata ai giornalisti è stata evacuata per dei controlli. La polizia ha subito spiegato che era solo una precauzione, e l'allerta è rientrata nel giro di un paio d'ore.
Buonasera, e benvenuti sul liveblog del Post sul ballottaggio delle presidenziali francesi, che andrà avanti per tutta la sera. Prima di tutto, un ripasso su chi sostiene chi, arrivati a questo punto. Dal ballottaggio sono rimasti esclusi i due grandi partiti che finora avevano dominato la politica francese: il centrosinistra del Partito Socialista e il centrodestra dei Repubblicani, rappresentati da Benoit Hamon e François Fillon, che avevano ottenuto rispettivamente il 6,3 e il 19,91 per cento dei voti. Entrambi, dopo la sconfitta, hanno invitato i loro elettori e le loro elettrici a votare contro Le Pen e dunque per Macron. Jean-Luc Mélenchon, candidato dell’estrema sinistra che al primo turno aveva ottenuto il 19,6 per cento, non ha dato invece alcuna indicazione di voto sebbene abbia parlato qualche giorno fa del «terribile errore» di un eventuale voto a sostegno del partito di estrema destra del Front National. Tra i molti che hanno già chiesto di votare per Macron al secondo turno ci sono: il presidente uscente François Hollande (ha spiegato che una vittoria della destra radicale è un rischio per tutta la Francia), la confederazione dei sindacati di polizia, numerosi leader di centrodestra e anche diversi leader religiosi, tra cui il rabbino Haïm Korsia, il pastore protestante François Clavairoly e il presidente del Consiglio francese del culto musulmano (CFCM) Anouar Kbibech.
Nicolas Dupont-Aignan, ex candidato di Debout la France, partito della destra sovranista, sostiene invece ufficialmente Marine Le Pen: Dupont-Aignan, che al primo turno aveva ottenuto il 4,7 per cento, in caso di vittoria della leader del Front National diventerà primo ministro. Anche alcune frange cattoliche conservatrici legate a La Manif pour tous, collettivo contro l’aborto, i matrimoni omosessuali e la gestazione per altri, sostengono con forza Le Pen.