La Nuova Zelanda vuole liberarsi degli ermellini con l’ingegneria genetica

Il progetto, ancora in fase di studio, fa parte di un grosso piano per eliminare entro il 2050 tutte le specie di predatori non autoctoni nel paese

(Reiner Bernhardt/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Tra i numerosi casi di specie animali invasive che dopo essere state portate dagli esseri umani in un ambiente diverso dal loro habitat naturale hanno prosperato, danneggiando o addirittura portando all’estinzione specie autoctone impreparate a difendersi o competere per le stesse risorse, c’è quello degli ermellini (Mustela erminea) della Nuova Zelanda. Questi mammiferi carnivori furono portati nel paese nel corso dell’Ottocento per regolare la popolazione di un’altra specie non autoctona – i conigli –, e ora sono una minaccia per le numerose specie di uccelli in via di estinzione che si trovano nel paese dato che si riproducono velocemente e non ci sono abbastanza predatori che ne limitino la diffusione. Per questa ragione la Nuova Zelanda vuole liberarsi dagli ermellini e proverà a farlo utilizzando una tecnica di ingegneria genetica, il cosiddetto “gene drive”, in modo che non sia necessario uccidere gli ermellini uno a uno.

Il principio del “gene drive” è di modificare uno specifico gene in un gruppo di esemplari di una specie e poi lasciare che il gene si diffonda in tutta la popolazione per via ereditaria, tramite la riproduzione. Se, come in questo caso, lo scopo è ridurre la popolazione degli animali, si può ad esempio fare in modo che nascano solo esemplari maschi. Gli ermellini della Nuova Zelanda non sono gli unici animali su cui si pensa di usare la tecnica del “gene drive”: ci per esempio piani simili per le zanzare che trasmettono la malaria. La prima volta in cui la tecnica si è dimostrata efficace è stato nel 2015, quando fu provata su una popolazione di moscerini della frutta; poi è stata provata su alcune specie di lievito, di insetti e sui topi (per cui però non è stata ancora dimostrata l’efficacia della tecnica), mai su un animale grande come un ermellino. La Nuova Zelanda potrebbe essere il primo paese a sperimentare una cosa del genere a livello nazionale.

Ci sarà comunque bisogno di altro tempo e ricerche prima che l’ingegneria genetica possa essere usata sugli ermellini, per questo nel frattempo saranno usate tecniche più tradizionali: l’uso di trappole e di pesticida 1080, a base di fluoroacetato di sodio, già usato più volte contro gli opossum, che oltre a minacciare la fauna autoctona danneggia anche le coltivazioni.
L’estate scorsa il governo della Nuova Zelanda ha annunciato un piano per sterminare tutti gli animali predatori “importati” che vivono nel suo territorio entro il 2050. Tra questi, oltre agli ermellini, ci sono i gatti inselvatichiti, i ratti, gli opossum e i furetti. Allo scopo ha anche fondato una società, la Predator Free New Zealand Ltd. È un progetto molto ambizioso e per questo è stato fissato anche un obiettivo intermedio per il 2025: eliminare almeno una di queste specie dal territorio nazionale.