Trump accusa Obama di avere intercettato le sue telefonate

Non ha portato nessuna prova, ma ha chiesto al Congresso di indagare : secondo molti è un modo per distogliere l'attenzione dal caso Sessions

(Alex Wong/Getty Images)
(Alex Wong/Getty Images)

Aggiornamento di domenica 5 marzo: Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto al Congresso di indagare su eventuali abusi di potere compiuti da Barack Obama durante la sua presidenza, in relazione alle accuse di aver ordinato l’intercettazione delle telefonate di Trump prima delle elezioni. Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca, ha detto:

Le notizie riguardo indagini con potenziali motivazioni politiche subito prima delle elezioni del 2016 sono molto preoccupanti. Il presidente Donald J. Trump chiederà che, come parte dell’indagine sulle attività russe, i comitati di intelligence del Congresso esercitino la loro attività di controllo per determinare se i poteri di indagine dell’esecutivo siano stati oggetto di abusi nel 2016. Né la Casa Bianca né il presidente faranno ulteriori commenti finché l’indagine non sarà conclusa.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accusato su Twitter l’ex presidente Barack Obama di aver intercettato le sue telefonate dalla Trump Tower prima delle elezioni dello scorso 8 novembre. Trump non ha portato prove a sostegno delle sue accuse, ma ha suggerito che le intercettazioni fossero illegali, e ha definito Obama un «tipo cattivo (o disgustoso)». Ha anche sostenuto che un tribunale avrebbe respinto una richiesta di intercettare il telefono di Trump, ma che poi l’intercettazione sarebbe avvenuta lo stesso. Trump ha anche paragonato queste supposte intercettazioni al maccartismo – cioè a quel periodo negli anni Cinquanta in cui moltissime persone sospettate di avere idee vicine al comunismo vennero indagate e in molti casi rimosse dal proprio posto di lavoro – e allo scandalo Watergate, che coinvolse il presidente Richard Nixon.

«Terribile! Ho appena scoperto che Obama aveva messo sotto controllo la Trump Tower poco prima della mia vittoria. Non ha trovato niente. Questo è maccartismo! Quanto è sceso in basso il presidente Obama per mettere sotto controllo i miei telefoni durante la così sacra campagna elettorale. Questo è come Nixon/Watergate. Cattivo e malato!»

Un portavoce di Obama ha detto in un comunicato che «una regola chiave dell’amministrazione Obama è stata che nessun funzionario della Casa Bianca ha mai interferito con un’indagine indipendente del Dipartimento di Giustizia», e che quindi «né il presidente Obama né un altro funzionario della Casa Bianca ha mai ordinato la sorveglianza di un cittadino americano. Qualsiasi ipotesi che dica il contrario è semplicemente falsa».

Per ora la Casa Bianca non ha detto nulla riguardo alle accuse rivolte da Trump. Pete Williams di NBC Nightly News ha detto di avere parlato con alcuni funzionari governativi americani che normalmente dovrebbero sapere di cosa sta parlando Trump: nemmeno loro lo sanno, però. Il New York Times scrive che un altro funzionario ha spiegato che Donald F. McGahn II, tra i principali consiglieri di Trump, stava lavorando per ottenere l’accesso a un documento che avrebbe provato l’autorizzazione arrivata dalla Foreign Intelligence Surveillance Court (FISC), il tribunale che decide se consentire o meno di mettere sotto sorveglianza persone sospettate di fare spionaggio per conto di paesi stranieri, per un qualche tipo di sorveglianza su Trump. Non ci sono però altre prove per dimostrare l’esistenza del documento. Una richiesta di questo tipo, fatta da un funzionario della Casa Bianca su un’indagine in corso, sarebbe uno strappo notevole al protocollo che prevede che i servizi di intelligence non subiscano pressioni politiche. Dopo alcune critiche, un altro funzionario della Casa Bianca ha precisato che McGahn stava solo valutando se ci fosse la possibilità di ottenere i documenti senza interferire con l’indagine. Ad autorizzare un’eventuale intercettazione ai telefoni di Trump avrebbe dovuto essere un giudice federale, al quale il Dipartimento di Giustizia avrebbe dovuto presentare sufficienti prove per dimostrare un possibile reato o una possibile attività come agente per conto di una potenza straniera, a seconda che la supposta indagine fosse criminale o di intelligence. Diversi membri dell’amministrazione Obama hanno negato categoricamente che l’ex presidente avesse ordinato le intercettazioni, e anche solo che fosse in suo potere farlo.

I tweet di Trump contro Obama sono arrivati subito dopo altri in cui Trump ha difeso Jeff Sessions, il ministro della Giustizia che il 2 marzo ha rinunciato a occuparsi personalmente dell’indagine sulle interferenze russe nella campagna elettorale americana perché ha avuto contatti con l’ambasciatore russo prima dell’elezione di Trump e ha mentito al Congresso. In molti pensano che Trump abbia scritto i tweet contro Obama per distogliere l’attenzione dal caso nato intorno ai legami della sua amministrazione con la Russia, il guaio più grosso capitato alla sua amministrazione finora.

Il Guardian e Politico hanno notato come le accuse di Trump a Obama siano arrivate qualche giorno dopo una trasmissione radiofonica in cui il presentatore conservatore Mark Levin aveva parlato di una presunta strategia dell’amministrazione Obama per danneggiare Trump durante la campagna elettorale. Trump spesso scrive dei tweet ispirati dalle notizie che sente al telegiornale (soprattutto quello di Fox News) e che legge su testate di orientamento conservatore. Levin ha parlato dell’argomento la sera del 2 marzo, ma le sue affermazioni sono state riprese ieri dal sito di estrema destra Breitbart News, uno dei siti di news più vicini a Trump.

Secondo il resoconto di Breitbart, Levin ha detto che a giugno l’amministrazione Obama aveva chiesto alla FISC di poter monitorare le comunicazioni tra Trump e molti dei suoi collaboratori. Questa richiesta, però, era stata negata dal tribunale. Probabilmente Levin si riferiva a una richiesta fatta dall’FBI alla FISC nelle indagini sul famoso dossier sui rapporti tra Trump e la Russia preparato dall’ex agente dell’intelligence britannico Christopher Steele. Levin ha anche accusato l’amministrazione Obama di avere fatto un’altra richiesta alla FISC lo scorso ottobre, questa volta riferita nello specifico a un server della Trump Tower sospettato di contenere informazioni su presunti legami con banche russe. Il 19 gennaio il New York Times aveva scritto che le agenzie di intelligence avevano intercettato alcuni tipi di comunicazioni e transazioni finanziarie nell’indagine sui rapporti tra Trump e la Russia, ma non si era mai parlato di telefonate di Trump intercettate.