• Postit
  • Venerdì 27 gennaio 2017

Contro le decisioni di Trump, i Paesi Bassi hanno proposto di creare un fondo internazionale per finanziare l’accesso all’aborto nei paesi in via di sviluppo: per ora hanno aderito altri 20 paesi

Contro la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di bloccare i finanziamenti del governo federale alle organizzazioni non governative internazionali che praticano o informano sull’interruzione di gravidanza all’estero, la ministra olandese per il Commercio e lo Sviluppo Lilianne Ploumen ha proposto di creare un fondo internazionale per finanziare l’accesso all’aborto e il controllo delle nascite nei paesi in via di sviluppo: per ora, alla proposta del governo olandese, hanno aderito altri 20 paesi. Ploumen non ha specificato l’entità del finanziamenti, ma ha detto che l’obiettivo sarebbe quello di continuare a sostenere i programmi esistenti. Tra qualche settimana nei Paesi Bassi ci saranno le elezioni. Ploumen ha però spiegato che il suo paese «ha una lunga tradizione di sostegno ai diritti sessuali e riproduttivi. Non ci saranno problemi».

Uno dei primi ordini esecutivi firmati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato quello di introdurre la cosiddetta “Mexico City Policy” con la quale le ONG che in tutto il mondo forniscono assistenza sanitaria e informazioni alle donne che scelgono di interrompere una gravidanza non riceveranno più fondi dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale, uno dei più grandi finanziatori al mondo delle organizzazioni che lavorano nei paesi in via di sviluppo. La “Mexico City Policy” si chiama così perché fu annunciata durante la Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sulla Popolazione che si tenne a Città del Messico nel 1984. I suoi oppositori però la chiamano con un altro nome, cioè “Global Gag Rule”, letteralmente “Regola del bavaglio globale”, perché colpisce anche le organizzazioni che non praticano direttamente le interruzioni di gravidanza ma si limitano a fornire informazioni in merito alle donne. Secondo gli oppositori della legge, un effetto della “Mexico City Policy” è far aumentare il numero di aborti clandestini (e spesso pericolosi) perché anche le campagne informative sulla contraccezione ne vengono danneggiate.