Negli ultimi giorni della sua campagna elettorale, Donald Trump aveva promesso ai suoi sostenitori che se fosse diventato presidente «ogni sogno che avete mai fatto per il vostro paese» si sarebbe avverato. Questa è solo una delle decine di grandi promesse fatte dal presidente eletto degli Stati Uniti che ora ci si aspetta mantenga. A gennaio avevo messo insieme un elenco di 76 promesse fatte da Trump in campagna elettorale. Da allora la lista è cresciuta e le promesse – tratte da discorsi, commenti pubblici e tweet di Trump, oltre che dai siti della sua campagna elettorale e del transition team (cioè lo staff che si sta occupando della transizione di poteri e cariche dall’amministrazione Obama a quella di Trump) – ora sono 282.
Occupazione
1. Creare almeno 25 milioni di posti di lavoro ed «essere il più grande presidente per l’occupazione che Dio abbia mai creato».
2. Riportare negli Stati Uniti i posti di lavoro nel settore manifatturiero andati in Cina, Messico, Giappone e altri paesi. Tra gli stati americani che si possono aspettare un aumento di posti di lavoro ci sono Pennsylvania, North Carolina, Michigan, Ohio, Florida, New Hampshire, Iowa, Nevada, New York e Virginia.
3. Incoraggiare i produttori a costruire o espandere le fabbriche negli Stati Uniti con incentivi fiscali.
4. Rifiutarsi di mangiare biscotti Oreo finché Nabisco, l’azienda americana che li produce, non riporterà l’intera produzione dal Messico agli Stati Uniti.
5. Dire al presidente della Ford che alla sua casa automobilistica sarà imposta una tassa del 35 per cento sulle auto importate negli Stati Uniti a meno che non vengano annullati i progetti di costruzione di un grande stabilimento dell’azienda in Messico. Trump confida di riuscirci prima di assumere l’incarico di presidente (e per due volte ha detto erroneamente di averlo già fatto).
6. «Fare in modo che Apple inizi a costruire i suoi cavolo di computer e i suoi cosi negli Stati Uniti, invece che in altri paesi».
7. Chiamare i dirigenti delle società che controlla Carrier, un’azienda che produce sistemi di aria condizionata che stava chiudendo uno stabilimento in Indiana e vuole spostarsi in Messico, e minacciare di imporre una tassa del 35 per cento sui condizionatori importati negli Stati Uniti. Secondo Trump la risposta dell’azienda sarebbe stata: «Signore, abbiamo deciso di restare negli Stati Uniti» [di recente Carrier ha annunciato di voler mantenere parte dei parte dei posti di lavoro nello stabilimento, una decisione per cui Trump si è intestato il merito ma che è vista con scetticismo da alcune analisi, ndt].
8. Riportare in Pennsylvania l’industria siderurgica e usare acciaio prodotto negli Stati Uniti in tutti i progetti infrastrutturali federali.
9. Far sì che il settore automobilistico del Michigan diventi «più grande, migliore e più forte che mai». Trump ha in programma di tornare in Michigan ogni volta che viene inaugurata una nuova fabbrica o un nuovo stabilimento automobilistico.
10. Rivitalizzare l’industria del carbone nella regione dei monti Appalachi.
11. Obbligare i datori di lavoro ad assumere dipendenti presi «dall’ufficio della disoccupazione e non da quello dell’immigrazione».
12. Mantenere il salario minimo federale a 7,25 dollari l’ora, una cifra già troppo alta.
13. Aumentare il salario minimo federale a 10 dollari l’ora, dal momento che 7,25 dollari è una cifra troppo bassa e che «il salario minimo deve aumentare».
14. Permettere agli stati americani di definire autonomamente il loro salario minimo.
15. «Con una presidenza Trump, i lavoratori americani avranno finalmente un presidente che li protegge e combatte per loro».
Approccio alla presidenza
16. «Sarò così presidenziale che vi annoierete a morte». Trump potrebbe anche smettere di usare Twitter.
17. «Mi rifiuto di essere politicamente corretto».
18. «Il mio unico interesse speciale siete voi, il popolo americano» e non i grandi finanziatori, il partito e le grandi società.
19. «Sarò la persona più in salute mai eletta presidente».
20. Rifiutare lo stipendio annuale di 400mila dollari che spetta al presidente degli Stati Uniti.
21. «Non sarei un presidente che se ne va in vacanza. Non sarei un presidente che si prende delle pause». Trump si ritaglierà del tempo per il golf, ma ha promesso di «giocare sempre con leader di paesi e persone che ci possono aiutare».
22. «Prometto che non parteciperò mai a una corsa in bici» (Trump ha criticato il segretario di Stato americano John Kerry per essersi fatto male in bici durante le negoziazioni per l’accordo con l’Iran).
23. «Quando si fanno delle trattative bisogna essere disposti ad andarsene… Se l’altra parte sa che non ve ne andrete, vincere diventa assolutamente impossibile».
24. «Se traccerò un confine, mi comporterò di conseguenza, quando viene oltrepassato».
25. «Non ricorrerò ad accordi per risolvere le mie cause legali. Non faccio queste cose» (a novembre Trump ha raggiunto un accordo stragiudiziale per chiudere alcune inchieste su delle frodi legate alla Trump University e pagherà 25 milioni di dollari).
26. Concentrarsi a pieno sulla presidenza e mettere i suoi tre figli più grandi – Donald Trump Jr., Ivanka Trump e Eric Trump – a capo delle sue società (Trump non ha preso totalmente le distanze dalle sue aziende, e i suoi tre figli maggiori stanno svolgendo un ruolo importante all’interno del suo transition team. Martedì, durante un’intervista con il New York Times, Trump ha sottolineato che legalmente potrebbe continuare a gestire le sue aziende).
Tasse
27. Diffondere le sue dichiarazioni dei redditi non appena l’Internal Revenue Service (IRS, l’agenzia delle entrate americana) avrà completato i suoi accertamenti.
28. Approvare il Middle Class Tax Relief and Simplification Act, che ridurrà il numero delle fasce di reddito da sette a quattro, abbassando l’imposta sul reddito a tutti i cittadini americani. Chi guadagna di più pagherebbe una tassa del 25 per cento. Le persone con un reddito inferiore ai 25mila dollari (circa 23.400 euro) e le coppie che guadagnano meno di 50mila dollari (47mila euro) non pagherebbero l’imposta sul reddito, ma dovrebbero presentare un modulo di una pagina all’IRS in cui si dichiara: «Ho vinto».
29. Abbassare l’aliquota fiscale alle imprese al 15 per cento ed eliminare la maggior parte delle “scappatoie” e degli incentivi fiscali alle imprese. Concedere alle società un’unica finestra in cui trasferire i soldi depositati all’estero, a cui verrebbe applicata una tassa ridotta al 10 per cento.
30. Eliminare la “falla” del carried interest (una norma fiscale americana che permette ai gestori di alcuni tipi di fondi di investimenti privati di pagare una percentuale ridotta di tasse) di Wall Street, la tassa immobiliare federale, la cosiddetta tassa minima alternativa (una tassa sul reddito integrativa imposta a persone e società che per circostanze particolari pagano meno tasse sul reddito del normale), e le maggiori tasse che negli Stati Uniti devono pagare alcune coppie sposate con redditi alti. Continuare a consentire ai contribuenti americani di dedurre dalle tasse gli interessi sul mutuo e le donazioni a enti benefici.
31. «Attueremo i più grandi tagli alle tasse da Ronald Reagan».
Commercio
32. Rinegoziare l’Accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA) o ritirarsi dall’accordo applicando l’articolo 2205.
33. Ritirarsi dal Trans-Pacific Partnership (TPP) – l’accordo commerciale simbolo della presidenza Obama, che coinvolge i paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico – il primo giorno della sua presidenza.
34. Negoziare accordi commerciali con i singoli paesi invece che con intere regioni. Trump metterebbe insieme «i negoziatori più bravi del mondo», assegnando a ognuno di loro un paese. Il miliardario manager di hedge fund Carl Icahn sarebbe il responsabile delle trattative commerciali con Cina e Giappone.
35. Individuare tutti gli abusi in materia di commercio estero che hanno conseguenze negative sui lavoratori americani e «usare ogni mezzo previsto dal diritto americano e internazionale per mettere immediatamente fine a quegli abusi»: la misura prevederebbe anche maggiore severità nei confronti delle «fabbriche messicane che sfruttano i lavoratori e che penalizzano i lavoratori americani».
36. Imporre nuove tasse sulle importazioni delle aziende che in passato avevano sede negli Stati Uniti. La cifra più spesso citata da Trump è il 35 per cento.
37. Imporre una tassa del 45 per cento sui prodotti cinesi importati negli Stati Uniti.
Economia e bilancio federale
38. «Raddoppieremo la nostra crescita e avremo l’economia più forte del mondo». Far crescere l’economia americana almeno del 4 per cento annuo, anche se Trump ha fatto capire di voler portare la crescita almeno al 6 per cento annuo, se non di più.
39. Eliminare i 19mila miliardi di dollari di debito pubblico americano nel giro di otto anni «eliminando energicamente gli sprechi, le truffe e gli abusi nel governo federale, mettendo fine ai programmi governativi superflui e facendo crescere l’economia per aumentare le entrate fiscali».
40. Non dichiarare mai default – cioè l’incapacità di ripagare i debiti contratti – sul debito pubblico, dal momento che gli Stati Uniti possono «stampare moneta» o rinegoziare la somma dovuta ai creditori, come il sedicente “re del debito” ha fatto con le sue aziende private.
41. Ridurre il bilancio pubblico del 20 per cento semplicemente ottenendo tariffe migliori o rinegoziando gli accordi esistenti.
42. Mettere in atto il cosiddetto “Penny Plan“, che ogni anno ridurrebbe la spesa netta americana del’1 per cento rispetto al totale dell’anno precedente. Così facendo nel giro di dieci anni – sostiene Trump – la spesa pubblica diminuirebbe di quasi mille miliardi di dollari. Il piano non contemplerebbe la spesa destinata a difesa e sicurezza pubblica.
43. Applicare immediatamente un blocco delle assunzioni su tutti gli enti pubblici federali per ridurre il numero di dipendenti grazie alla fine naturale del periodo lavorativo (per dimissioni, pensionamento o morte). Il settore militare, quello della sicurezza pubblica e della sanità sarebbero esentati.
44. Ordinare a tutti i capi dei dipartimenti del governo federale di «consegnare un elenco di progetti che comportino uno spreco della spesa pubblica che possiamo eliminare nei primi cento giorni del mio mandato». Esaminare tutte le agenzie pubbliche e ridurre le dimensioni del «governo gonfiato», rendendolo «più snello e più reattivo nei confronti dei cittadini».
45. Smettere di spendere soldi per l’esplorazione spaziale finché gli Stati Uniti non avranno sistemato tutte le buche sulle strade. Promuovere la crescita delle società private che si occupano di esplorazione spaziale.
46. Interrompere la cosiddetta “spesa zombie“, cioè quando il governo finanzia dei programmi la cui approvazione del Congresso è finita. Riducendo questa voce di spesa del 5 per cento, Trump calcola di riuscire a risparmiare quasi 200 miliardi dollari nel giro di dieci anni.
47. Riscuotere le tasse non pagate, che secondo Trump potrebbero ammontare a 385 miliardi di dollari l’anno.
48. Adottare misure severe contro i pagamenti ingiustificati da parte del governo, che secondo Trump superano i 135 miliardi di dollari all’anno.
49. Smantellare la Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act, che ha l’obiettivo di impedire l’eccessiva assunzione di rischi all’interno nel settore finanziario. La proposta fu fatta diventare legge da Obama nel 2010.
Norme
50. Emettere una moratoria su tutte le nuove norme federali, escluse quelle rese obbligatorie dal Congresso o che riguardano la sicurezza pubblica. Per ogni nuova norma introdotta devono esserne eliminate due già esistenti. Le nuove norme dovranno superare un esame: questa norma fa bene ai lavoratori americani?
51. Ordinare ai capi delle agenzie e dei dipartimenti governativi di individuare «tutte le norme inutili che uccidono l’occupazione» e rimuoverle.
Assistenza sanitaria
52. «Abrogare completamente» l’Affordable Care Act – la riforma sanitaria introdotta dall’amministrazione Obama, meglio conosciuta come Obamacare – e rimpiazzarla con qualcosa di «magnifico» e «molto migliore, molto migliore, molto migliore». I cittadini americani riceveranno «un’assistenza medica grandiosa a una frazione del costo attuale». Per farlo Trump ha in programma di convocare una sessione speciale del Congresso, che probabilmente sarà superflua.
53. Eliminare l’obbligo di dotarsi di un’assicurazione sanitaria, perché «nessuno dovrebbe essere costretto a comprare un’assicurazione se non la vuole».
54. Permettere ai cittadini di dedurre l’intero ammontare dei pagamenti dei premi assicurativi dalla dichiarazione dei redditi.
55. Abbattere le barriere normative che riguardano l’assicurazione medica tra gli stati americani, facendo sì che i piani sanitari siano diffusi a livello nazionale e non solo regionale. «I costi delle assicurazioni scenderanno e salirà la soddisfazione dei clienti».
56. Ampliare l’utilizzo dei Health Savings Accounts, dei conti che permettono ai lavoratori di mettere da parte dei soldi destinati a spese mediche, su cui non viene applicata l’imposta federale sul reddito. Questi fondi potranno aumentare, potranno essere passati ai propri eredi ed essere usati da qualsiasi membro di una famiglia.
57. Incoraggiare i singoli stati a istituire gruppi di compagnie assicurative che gestisca soggetti ad alto rischio che non hanno mantenuto una copertura continuativa.
58. Mantenere Medicare e Medicaid – i programmi assicurativi federali rivolti rispettivamente ad anziani e poveri – incoraggiando però gli stati a eliminare truffe, sprechi e abusi. Fornire agli stati ampi finanziamenti a Medicaid per garantire loro maggiore libertà nella progettazione di programmi d’assistenza ai cittadini con i redditi più bassi.
59. Ridurre il numero di persone coperte da Medicaid o che ricorrono al Children’s Health Insurance Program, un programma che fornisce finanziamenti agli stati per l’assicurazione medica di famiglie con figli. Trump ridurrebbe ogni forma di assicurazione medica rivolta agli immigrati clandestini.
60. Rendere la marijuana a scopo medico ampiamente diffusa tra i pazienti e permettere ai singoli stati di decidere sulla piena legalizzazione.
61. Spingere la Food and Drug Administration, l’ente del governo che regolamenta i prodotti alimentari e quelli farmaceutici, ad approvare più velocemente le migliaia di farmaci che al momento sono sotto revisione. Trump vuole anche «migliorare la ricerca e lo sviluppo nel settore dell’assistenza sanitaria».
62. Abbassare il prezzo dei farmaci importando medicinali più economici dall’estero e consentendo a Medicare di negoziarne il prezzo.
63. Obbligare gli enti che erogano prestazioni sanitarie a essere trasparenti sui prezzi, in modo che i pazienti possano scegliere la prestazione più economica.
64. «Potrete di nuovo scegliere il vostro medico».
Sicurezza al confine
65. Finanziare interamente la costruzione di un «impenetrabile muro fisico» lungo il confine meridionale con il Messico. Il muro supererà di 30 centimetri l’altezza della Grande muraglia cinese, sarà «bello da un punto di vista artistico», e verrà costruito usando cemento armato e acciaio. A causa delle barriere naturali il muro coprirà solo 1.600 degli 3.000 chilometri del confine, e Trump è aperto alla possibilità di usare delle recinzioni in alcune parti del confine.
66. Far pagare il muro al Messico, «al 100 per cento». Nel caso in cui il Messico dovesse rifiutarsi gli Stati Uniti sequestreranno le rimesse pagate grazie agli stipendi degli immigrati irregolari, taglieranno gli aiuti stranieri, introdurranno nuovi dazi, annulleranno i visti ai capi della comunità imprenditoriale messicana e ai diplomatici, e aumenteranno il costo dei visti, dei documenti d’identità che permettono ai cittadini messicani di attraversare il confine e dell’utilizzo dei porti.
67. «Far pagare al Messico 100mila dollari per ogni persona che attraversa illegalmente il confine perché la cosa è un problema».
68. «Trovare e smantellare le gallerie» lungo il confine che gli immigrati clandestini usano per entrare negli Stati Uniti.
69. Integrare il muro con «sensori di superficie e sotterranei, torri, personale e sorveglianza aerea». Assumere altri cinquemila agenti di frontiera e aumentare il numero delle basi della polizia di frontiera.
70. Mettere fine alla cosiddetta “catch-and-release“, la pratica di fermo e liberazione immediata di chi commette un reato. Chiunque attraversi il confine illegalmente sarà trattenuto fino alla sua espulsione dagli Stati Uniti.
Immigrazione
71. Annullare gli ordini esecutivi di Obama relativi all’immigrazione nel primo giorno del suo mandato.
72. Triplicare il numero degli agenti della Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale statunitense che si occupa di controllo dei confini e di immigrazione.
73. Cancellare i finanziamenti federali alle cosiddette “città asilo“, che decidono di non perseguire gli immigrati clandestini che si trovano illegalmente negli Stati Uniti.
74. Creare una task force che si occupi dell’espulsione degli immigrati irregolari.
75. Espellere immediatamente gli immigrati clandestini che abbiano commesso un reato, facciano parte di una banda criminale o rappresentino una minaccia alla sicurezza. Trump calcola che siano tra i due e i tre milioni, anche se per gli esperti il numero è molto più basso.
76. Espellere i milioni di immigrati clandestini che si trovano negli Stati Uniti con un visto scaduto.
77. Espellere gli immigrati clandestini che beneficiano di programmi di assistenza del governo come i sussidi alimentari o gli aiuti abitativi.
78. Emettere degli ordini di detenzione per gli immigrati irregolari arrestati per qualsiasi tipo di reato e avviare immediatamente la procedura di espulsione.
79. Non concedere l’amnistia agli immigrati che si trovano illegalmente negli Stati Uniti. «Chiunque sia entrato negli Stati Uniti illegalmente è soggetto a espulsione» e le persone che vogliono ottenere lo status di immigrati regolari dovranno tornare nel loro paese di origine e fare richiesta per poter tornare.
80. Ripristinare il programma di espulsione Secure Communities, terminato dall’amministrazione Obama nel 2014 e che consisteva in una collaborazione tra forze dell’ordine federali, statali e locali con l’obiettivo di identificare ed espellere gli immigrati clandestini.
81. «Ampliare e rivitalizzare» l’utilizzo della sezione 287(g) dell’Immigration and Nationality Act, che permette al dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti di delegare agli stati e alle forze dell’ordine locali le funzioni di agenti federali per l’immigrazione.
82. Chiedere al Congresso di approvare la “legge Kate“, che prende il nome da Kate Steinle, una donna che la scorsa estate è stata uccisa da un immigrato irregolare a San Francisco. Trump vuole approvare la “legge Kate” il primo giorno della sua presidenza, per «fare in modo che gli immigrati che abbiano commesso reati e siano stati condannati per essere rientrati illegalmente negli Stati Uniti siano soggetti a delle pene minime severe».
83. Introdurre leggi intitolate a Michael Davis Jr. e Danny Oliver, due agenti delle forze dell’ordine uccisi da un immigrato clandestino nel 2014 in California. Le leggi accelererebbero l’espulsione di «immigrati criminali e terroristi» (a giugno 2015 il senatore dell’Alabama Jeff Sessions, nuovo attorney general degli Stati Uniti, aveva proposto il Davis-Oliver Act, che però non è mai stato approvato).
84. Non emettere più visti a paesi che rifiutano di riprendersi i loro cittadini emigrati illegalmente negli Stati Uniti.
85. Consentire l’ingresso negli Stati Uniti a «un numero enorme» di immigrati regolari sulla base di un «sistema di merito» che selezioni gli immigrati che contribuiranno a far crescere l’economia americana.
86. Ridurre il numero degli immigrati regolari dal momento che è «semplicemente troppo alto per poter svolgere controlli adeguati» e perché questi immigrati potrebbero togliere posti di lavoro agli americani.
87. Aumentare il numero di visti H-1B, quelli rivolti ai lavoratori altamente qualificati, in modo che un numero maggiore di «persone di talento» che si laureano nelle più prestigiose università americane – quelle della cosiddetta “Ivy League” – possano rimanere negli Stati Uniti e lavorare nella Silicon Valley.
88. Sbarazzarsi del programma per i visti H-1B perché per i lavoratori americani è «davvero, davvero pessimo».
89. Continuare a consentire l’accesso negli Stati Uniti ai lavoratori stranieri pagati poco che arrivano con dei visti di lavoro temporanei affinché raccolgano l’uva e lavorino nei resort stagionali.
90. Istituire un processo di «controlli estremi» a tutti gli immigrati.
91. Mettere fine alla concessione del diritto di cittadinanza a tutte le persone nate negli Stati Uniti, garantendolo solo ai bambini i cui genitori si trovano legalmente nel paese.
92. Imporre una scadenza alle leggi sui visti, forzando il Congresso a riesaminarle e modificarle periodicamente.
93. Applicare delle date di scadenza severe ai visti. Completare il sistema di rilevamento biometrico per i visti in entrata e in uscita, che è stato autorizzato dal Congresso ma non è stato ancora completamente realizzato.
94. Rafforzare e ampliare l’utilizzo di E-Verify, un sistema che permette ai datori di lavoro di verificare l’idoneità al lavoro di un potenziale dipendente.
95. Incoraggiare l’integrazione perché «il nostro sistema di governo e la cultura americana sono le migliori al mondo e produrranno i migliori risultati possibili per chi le adotta».
96. Realizzare nei primi mesi più riforme sull’immigrazione di quante siano state realizzate dai politici americani negli ultimi cinquant’anni. Grazie a queste riforme Trump promette che «la criminalità calerà, gli attraversamenti del confine crolleranno, le gang scompariranno e lo sfruttamento del welfare diminuirà».
97. Far sì che l’immigrazione illegale diventi un «ricordo del passato».
Difesa e sicurezza nazionale
98. Essere imprevedibili e tenere segrete tutte le strategie militari. «Nessuno potrà toccarci perché io sono davvero imprevedibile».
99. Cambiare i generali perché «sotto la guida di Barack Obama e Hillary Clinton credo che i generali siano stati ridotti in macerie». Sfoltire la burocrazia militare.
100. Trovare dei generali fantastici – come i defunti generali George Patton e Douglas MacArthur – e non permettere loro di spiegare le loro strategie militari durante programmi televisivi. Trump preferisce generali bruschi, sboccati e amati dalle loro truppe.
101. Non appena insediato, chiedere al Congresso di abrogare il cosiddetto “sequester” nel settore della difesa, cioè una serie di tagli automatici che hanno posto delle limitazioni al bilancio militare.
102. Rafforzare le forze armate in modo che siano «così grandi, così forti e così grandiose» che «nessuno ci farà arrabbiare».
103. Dotare le truppe del «migliore equipaggiamento conosciuto al genere umano».
104. Ammodernare e rinnovare l’arsenale nucleare degli Stati Uniti.
105. Portare l’esercito a 540mila soldati in servizio attivo, dagli attuali 470mila.
106. Ammodernare e ampliare la flotta della marina a 350 tra navi di superficie e sottomarini. Oggi la marina americana ha una dotazione di 272 navi da battaglia utilizzabili.
107. Espandere l’aeronautica militare ampliandone la flotta a 1.200 caccia.
108. Espandere il corpo dei marine a 36 battaglioni, portando le forze in servizio attivo dall’attuale obiettivo di 182mila a 200mila.
109. Coinvolgere tutti i 50 stati americani nella ricostruzione e nello sviluppo di nuove tecnologie per le forze armate. Creare migliaia di posti di lavoro costruendo nuove navi a Philadelphia, Portsmouth (New Hampshire) e a Hampton Roads (Virginia). Un ruolo fondamentale sarà svolto anche dal cosiddetto “Triangolo della ricerca” in North Carolina.
110. Sviluppare un sistema missilistico di difesa «all’avanguardia» e ammodernare gli incrociatori navali dotandoli di un sistema difensivo di missili balistici. Ogni rinnovamento costerà 220 milioni di dollari.
111. Lasciare le truppe americane in Afghanistan perché il paese «è un casino».
112. Aumentare la presenza militare americana nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale.
113. Tenere aperta la prigione militare di Guantanamo Bay.
114. Continuare a usare gli attacchi condotti con i droni, ponendo però un’enfasi rinnovata sull’attività di intelligence umana per la raccolta di informazioni e sfruttando tecnologie come «la stampa 3D, l’intelligenza artificiale e la guerra informatica».
115. Buttare giù da un aereo in Afghanistan e senza paracadute quello «sporco, corrotto traditore» di Bowe Bergdahl, il sergente americano rapito dai talebani e poi accusato di diserzione. Trump ha anche fatto capire che qualcuno dovrebbe sparare a Bergdahl.
116. «Non esiterò a impiegare le forze militari quando non ci sono alternative. Ma se l’America combatte, deve combattere per vincere».
Sicurezza informatica
117. Mettere insieme una «squadra per la revisione della sicurezza informatica» composta dai migliori esperti presi dalle forze armate, la società civile e il settore privato per esaminare approfonditamente tutti i sistemi e le tecnologie di sicurezza informatica, partendo da quelli più delicati. Il gruppo si aggiornerà anche sui nuovi metodi di attacco e elaborerà protocolli per tutte le agenzie americane e i funzionari governativi.
118. Istituire un programma di addestramento per i dipendenti governativi per assicurarsi che capiscano quali difese hanno a disposizione e le utilizzino. Punire chi viola le regole sulla classificazione delle informazioni nella misura massima consentita dalla legge.
119. Richiedere i consigli del segretario della Difesa e del Joint Chiefs of Staff, l’organo che comprende tutti i capi di stato maggiore delle forze armate americane, per rafforzare e ampliare il Comando informativo del paese.
120. Ordinare al dipartimento di Giustizia l’istituzione di task force congiunte per il coordinamento della risposta alle minacce informatiche (l’FBI gestisce già delle “task force informatiche” in ognuno dei suoi 56 uffici locali).
121. Sviluppare armi informatiche migliori.
Reduci di guerra
122. Nominare un segretario del dipartimento degli Affari dei Veterani il cui «unico obiettivo sarà servire i reduci di guerra».
123. Riformare ampiamente il dipartimento degli Affari dei Veterani. Licenziare i dirigenti «corrotti e incompetenti» e rendere più semplici i licenziamenti per il segretario. Trump promette di tutelare e promuovere i «dipendenti onesti» che segnaleranno le violazioni, a cui verranno dati dei bonus.
124. Creare una commissione che indaghi su «tutti i casi di truffe, insabbiamenti e violazioni avvenute all’interno del dipartimento degli Affari dei Veterani». Presentare i risultati dell’indagine al Congresso per sollecitare una riforma legislativa.
125. Creare una linea telefonica diretta con la Casa Bianca, attiva 24 ore su 24, a cui risponderanno persone reali. La linea si occuperà dei reclami dei reduci di guerra inerenti ai casi di violazione all’interno del dipartimento degli Affari dei Veterani, e farà in modo che «nessun reclamo finisca nel dimenticatoio».
126. Consentire di ricevere assistenza medica a tutti i reduci che portano il loro cartellino di identificazione militare in una struttura sanitaria che accetta i pazienti coperti da Medicaid. I reduci di guerra possono anche decidere di ricevere assistenza «nei centri privati di loro scelta». Trump promette che «sotto la sua presidenza nessun reduce di guerra morirà in attesa di ricevere assistenza. Quel periodo sarà finito a partire da gennaio 2017».
127. Istituire cliniche satellite per i reduci di guerra all’interno di ospedali e aree rurali o poco servite, e garantire che nel personale di ogni ospedale per i reduci di guerra ci siano sempre ostetriche e ginecologi.
128. Aumentare i finanziamenti per le cure del disturbo post traumatico da stress, lesioni cerebrali traumatiche e problemi di salute mentale. Aumentare il numero degli esperti di salute mentale.
129. Fare in mondo che gli immigrati clandestini non ricevano servizi sanitari migliori dei reduci di guerra.
130. I reduci di guerra che si candidano a un lavoro in una struttura a loro dedicata riceveranno cinque punti aggiuntivi al punteggio che viene usato per valutare l’idoneità all’impiego. Per tutti i posti di lavoro negli Stati Uniti dovrebbe essere data priorità ai reduci rispetto agli immigrati.
131. Investire di più in programmi che favoriscano il ritorno dei reduci di guerra alla vita da civili, tra cui quelli di formazione professionale e di inserimento lavorativo.
132. «Garantire che i nostri reduci di guerra ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno dove e quando ne hanno bisogno. Basta tragitti lunghi. Basta aspettare all’infinito. Basta burocrazia eccessiva».
Politica estera
133. «Un’amministrazione Trump non metterebbe mai l’interesse di un paese straniero davanti all’interesse del nostro paese. D’ora in avanti l’America verrà prima».
134. Obbligare i paesi membri della NATO a pagare di più per la loro difesa e accorrere in aiuto di altri paesi solo nel caso in cui abbiano «rispettato gli obblighi nei nostri confronti». In particolare, Trump si aspetta che Germania, Giappone, Corea del Sud e Arabia Saudita paghino di più per la sicurezza garantita loro dagli Stati Uniti.
135. Convocare un vertice con gli alleati della NATO e un vertice separato con gli alleati asiatici per discutere di «un riequilibrio degli impegni finanziari» e dell’adozione di nuove strategie, come l’aggiornamento della «missione e della struttura obsolete della NATO».
136. Andare d’accordo con il presidente russo Vladimir Putin. «Spero che riusciremo ad andare d’accordissimo con Putin perché sarebbe fantastico avere un buon rapporto con la Russia». Trump ha detto che avrebbe anche esaminato l’ipotesi di rimuovere le sanzioni imposte alla Russia dopo l’annessione della Crimea.
137. Instaurare un dialogo con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un in merito al suo programma nucleare: sarebbe un grande cambiamento per la politica americana verso il paese, oggi isolato. «Ci parlerei, non avrei nessun problema a parlarci», ha detto Trump riferendosi a Kim Jong-un.
138. Rimanere fuori dalla guerra civile siriana. Nonostante consideri il presidente siriano Bashar al Assad «pessimo», Trump ha detto che gli Stati Uniti hanno priorità più importanti e che, a livello globale, preferisce la stabilità ai cambi di regime.
139. Annullare gli ordini esecutivi di Obama e le sue «concessioni nei confronti di Cuba finché non saranno ripristinate le libertà» nel paese. Trump ha promesso di «esigere che vengano concesse le libertà politiche e religiose al popolo di Cuba».
140. «Stare dalla parte delle persone oppresse in Venezuela che vogliono la libertà».
141. Aiutare Haiti e il suo «popolo incredibile» a ricostruire il paese.
142. Essere «dei veri amici per Israele». Trump ha detto che gli Stati Uniti «lavoreranno a strettissimo contatto con Israele, a strettissimo contatto».
143. Non organizzare una sfarzosa cena di stato per il presidente cinese Xi Jinping, come ha fatto Obama l’anno scorso, ma offrirgli invece un «doppio Big Mac» e dirgli: «Abbiamo del lavoro da fare».
144. Nel caso in cui non venisse accolto adeguatamente in un paese straniero, girarsi e andarsene.
145. «È tempo di togliere la ruggine dalla politica estera americana. È tempo di invitare nel gruppo nuove voci e nuove visioni». Trump vuole «mettere in piedi una politica estera che duri per diverse generazioni».
Iran
146. Stralciare l’accordo con l’Iran e rinegoziarlo «completamente».
147. Negoziare la liberazione di tutti i prigionieri americani detenuti in Iran prima dell’inizio del suo mandato (durante la campagna elettorale sono stati liberati cinque americani, tra cui il giornalista del Washington Post Jason Rezaian; Trump si è attribuito parte del merito dell’operazione).
148. Non rivolgersi al leader dell’Iran usando il suo titolo preferito. «Gli dirò: “Ehi tesoro, come va?”. Non lo chiamerò mai “leader supremo”».
149. «Non si può permettere all’Iran di avere un’arma nucleare. Con un’amministrazione Trump non permetteremo che succeda».
Cina
150. «Non possiamo continuare a permettere alla Cina di stuprare il nostro paese, perché è questo che sta facendo».
151. Ordinare al segretario del Tesoro di definire la Cina un “manipolatore di valuta“.
152. Ordinare al rappresentante americano per il commercio di avviare cause commerciali contro la Cina, sia negli Stati Uniti che all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio. Se necessario imporre delle tariffe contro la Cina in accordo con le sezioni 201 e 301 del Trade Act del 1974 e con la sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962.
153. Adottare una «politica di tolleranza zero» contro gli hacker cinesi e contro chi ruba le idee e la proprietà intellettuale americane.
154. Applicare maggiore severità nei confronti delle «permissive norme ambientali e sul lavoro» della Cina.
Lotta allo Stato Islamico
155. Chiedere immediatamente ai generali americani di presentare un piano nel giro di 30 giorni per sconfiggere e annientare lo Stato Islamico.
156. Usare spesso l’espressione “terrorismo islamico radicale”.
157. Convocare una conferenza internazionale per discutere di come fermare la diffusione dell’«ideologia d’odio dell’Islam radicale».
158. Permettere alla Russia di occuparsi dello Stato Islamico in Siria e/o collaborare con Putin per annientare il nemico comune.
159. Lavorare con gli alleati degli Stati Uniti per bloccare i finanziamenti allo Stato Islamico, aumentare l’attività di condivisione di informazioni d’intelligence e utilizzare gli strumenti della guerra informatica per interrompere e rendere inefficace la propaganda e l’attività di reclutamento dello Stato Islamico. Lavorare a stretto contatto con la Nato e «i nostri alleati e amici arabi in Medio Oriente». Collaborare con Israele, re Abdullah II di Giordania e il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e «tutti quelli che riconoscono che questa ideologia di morte debba scomparire».
160. «Ricoprire lo Stato Islamico di bombe» e «metterli al tappeto». Bombardare i giacimenti petroliferi controllati dallo Stato Islamico, confiscare il petrolio e destinare i ricavi ai reduci di guerra americani feriti durante i combattimenti.
161. Prendere di mira e uccidere i parenti delle persone sospettate di terrorismo (cosa che sarebbe una violazione del diritto internazionale).
162. Chiudere parzialmente internet in modo che i terroristi dello Stato Islamico non possano usarlo per reclutare ragazzi americani.
163. Reintrodurre il waterboarding, una forma di annegamento controllato ampiamente considerata una tortura, e usare tecniche di interrogatorio che sono «molto ma molto peggio del waterboarding». Anche nel caso in cui queste tecniche non dovessero funzionare, Trump dice che i sospettati di terrorismo «se lo meritano comunque, per quello che fanno» (dopo le elezioni, tuttavia, Trump ha fatto capire che sta riconsiderando questa posizione per via di una conversazione avuta con un generale su posizioni contrarie).
164. Istituire una commissione sull’Islam radicale che comprenda «posizioni riformiste all’interno della comunità musulmana» e individui le avvisaglie della radicalizzazione, istruisca l’opinione pubblica americana e sviluppi dei protocolli per gli agenti di polizia, gli investigatori federali e chi si occupa di controlli all’immigrazione.
165. Vietare temporaneamente ai musulmani non americani l’accesso negli Stati Uniti «finché i rappresentanti del nostro paese non capiscono cosa sta succedendo». Trump farebbe delle eccezioni per le persone che hanno un incarico pubblico, imprenditori, atleti e chi abbia «dato prova» di se stesso. Nonostante i suoi collaboratori, i suoi surrogati e il vicepresidente eletto, Mike Pence, abbiano ribadito che Trump non vuole più introdurre il divieto, il presidente eletto deve ancora prenderne completamente le distanze e l’idea è ancora pubblicata sul sito della sua campagna elettorale.
166. Sospendere temporaneamente «l’immigrazione da alcune delle regioni più pericolose e instabili del mondo che in passato hanno esportato il terrorismo». Ordinare ai dipartimenti di Stato, della Sicurezza interna e della Giustizia di creare un elenco di queste regioni e di questi paesi, che probabilmente comprenderebbe anche Siria e Libia.
167. Elaborare una prova di controllo ideologico da sottoporre a tutte le persone che fanno richiesta di ingresso negli Stati Uniti, con l’obiettivo di «tenere i terroristi islamici fuori dal paese». Agli immigrati dall’Iraq e dall’Afghanistan, per esempio, verrebbe chiesto di esprimere la loro opinione sui delitti d’onore, la sharia, le donne, i gay e le minoranze.
168. Sorvegliare molto attentamente le mosche degli Stati Uniti. Trump ha detto che avrebbe «preso in seria considerazione» l’ipotesi di chiuderne alcune.
169. Incoraggiare le comunità musulmane a «collaborare con le forze dell’ordine e consegnare le persone che sanno essere cattive: e loro sanno chi sono».
170. Espellere chi «è ospite nel nostro paese e predica odio».
171. Indagare energicamente e incriminare chiunque fornisca materiale di sostegno al terrorismo.
172. «La nostra amministrazione sarà amica di tutti i riformisti musulmani moderati nel Medio Oriente e amplificherà le loro voci. Questo include prendere posizione contro l’orribile pratica del delitto d’onore».
173. «Se e quando succederà che il Vaticano – che tutti sappiamo essere il massimo trofeo dello Stato Islamico – venga attaccato dallo Stato Islamico, posso assicurarvi che il papa spererebbe e pregherebbe che il presidente fosse stato Donald Trump, perché con lui non sarebbe mai successo».
Profughi
174. Vietare ai profughi siriani l’ingresso negli Stati Uniti e buttare fuori quelli che vivono già nel paese, perché potrebbero essere «il cavallo di Troia perfetto».
175. Creare un database dei profughi siriani. Trump è sembrato anche aperto all’idea di creare un database dei musulmani negli Stati Uniti, nonostante i suoi collaboratori abbiano negato.
176. Creare delle zone sicure in Siria e obbligare le nazioni ricche del Golfo Persico, come l’Arabia Saudita, a finanziarle. «Saranno loro a mettere tutti i soldi. Noi non ce ne metteremo. Noi guideremo la cosa e faremo un lavoro fantastico. Ma faremo pagare gli stati del Golfo».
177. Non fare entrare negli Stati Uniti nessun profugo senza il sostegno della comunità locale che dovrà accoglierlo.
Energia e ambiente
178. Limitare, se non eliminare del tutto, l’Agenzia per la tutela ambientale, che Trump ha definito una «sciagura».
179. Annullare tutti gli atti esecutivi sull’ambiente firmati da Obama.
180. Eliminare tutte le norme «invasive» e «qualsiasi regola che sia superata, superflua, negativa per i lavoratori, o contro l’interesse nazionale». Eliminare i duplicati nelle norme, rimettendosi alle autorità e ai residenti locali. Rimuovere le “barriere drastiche”, per permettere ai progetti di infrastrutture energetiche e di sviluppo di andare avanti.
181. Eliminare la Clean Water Rule, che definisce le «acque degli Stati Uniti» e garantisce una maggiore tutela agli affluenti che hanno un impatto sullo stato delle acque a valle.
182. Smantellare il Clean Power Plan, che riduce la quantità di inquinamento da anidride carbonica generato dalle centrali elettriche. Secondo Trump la mossa potrebbe far risparmiare agli Stati Uniti 7,2 miliardi di dollari all’anno.
183. Opporsi all’introduzione di una carbon tax sui combustibili fossili che potrebbe essere usata per annullare i danni ambientali causati dall’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.
184. Revocare le restrizioni sulle nuove tecnologie di perforazione e sostenere le tecniche “di fratturazione idraulica sicura” per creare “milioni di posti di lavoro”. Dare in locazione più terreni federali, comprese “ampie aree delle nostre risorse energetiche offshore”.
185. Alleggerire le norme federali sull’estrazione di carbone per rivitalizzare il settore. Eliminare la moratoria di Obama sulle nuove locazioni di terreni federali destinati all’estrazione di carbone.
186. Trattare il cambiamento climatico come l’«imbroglio» che Trump sostiene sia (in una recente intervista al New York Times, Trump è sembrato però voler ammorbidire la sua posizione).
187. Cancellare tutti i finanziamenti ai programmi nazionali e internazionali rivolti al cambiamento climatico, che Trump calcola ammontare a un totale di 100 miliardi di dollari per due mandati. Trump spenderebbe quei soldi per progetti infrastrutturali negli Stati Uniti.
188. Uscire dall’accordo di Parigi, firmato di recente da 196 paesi che si impegnano a ridurre le loro emissioni di gas serra.
189. Diventare il leader mondiale nel settore della produzione energetica. Raggiungere «la completa indipendenza energetica americana» in modo che gli Stati Uniti non debbano più dipendere dal petrolio straniero.
190. Abbassare il prezzo dell’energia per i consumatori.
191. Chiedere alla società energetica TransCanada di rinnovare la sua domanda di autorizzazione per la realizzazione dell’oleodotto Keystone XL.
192. «Mettere in moto una rivoluzione energetica che porterà una nuova e grande ricchezza al nostro paese». Creare almeno 500mila posti di lavoro all’anno, generando un aumento di oltre 30 miliardi di dollari in stipendi annuali nel giro di sette anni, che a sua volta farà aumentare il PIL degli Stati Uniti di oltre 100 miliardi l’anno. Usare le entrate derivanti dalla produzione energetica per ricostruire strade, scuole, ponti e infrastrutture pubbliche.
193. Risanare e proteggere le Everglades – un’area paludosa a sud della Florida – anche se la zona «non ha un bell’aspetto».
194. Fare in modo che gli Stati Uniti abbiano «un’acqua limpidissima e pulita» e «un’aria bella e immacolata».
Infrastrutture
195. Incoraggiare una spesa di 1000 miliardi di dollari dal settore pubblico e privato per progetti infrastrutturali nell’arco di dieci anni. Investire sui «trasporti, l’acqua pulita, una rete elettrica moderna e affidabile, telecomunicazioni, infrastrutture di sicurezza e altre urgenti necessità nel settore delle infrastrutture» senza aumentare il debito nazionale.
196. Fare in modo che il costo di questi progetti sia un terzo rispetto a quanto gli Stati Uniti pagano attualmente. «Tagliare la spesa inutile su lavori sprecati» rendendo più efficienti i processi di concessione e approvazione dei permessi.
197. Fornire incentivi fiscali per incoraggiare collaborazioni tra settore pubblico e privato.
198. Ricorrere a contratti basati sugli incentivi per garantire che i progetti vengano completati in tempo e senza sforare il budget.
199. Triplicare i finanziamenti ai programmi di prestiti rinnovabili per aiutare le amministrazioni statali e locali a migliorare le infrastrutture per l’acqua potabile e le acque reflue.
200. Creare «migliaia di nuovi posti di lavoro nel settore edile, della produzione siderurgica e in altri settori» per poter attuare i progetti. Per questi posti di lavoro verranno assunti esclusivamente «americani».
201. Ammodernare gli aeroporti e i sistemi di controllo del traffico aereo. Riformare la Federal Aviation Administration e la Transportation Security Administration per ridurre i tempi di attesa e i disagi di chi viaggia.
202. Ispirarsi al presidente Dwight D. Eisenhower, che sostenne lo sviluppo del sistema di autostrade interstatali americano.
Riforme etiche
203. «Prosciugare la palude» di Washington e «tagliare i ponti con i politici falliti del passato».
204. Proporre un emendamento alla Costituzione per imporre un limite di mandati a tutti i membri del Congresso: tre mandati, o sei anni, per i deputati, e due mandati, o dodici anni, per i senatori.
205. Imporre un’interdizione di cinque anni a tutti i funzionari della Casa Bianca e del Congresso che diventano dei lobbisti dopo aver terminato l’incarico (Trump sta già facendo firmare delle promesse in questo senso ai membri del suo staff e del suo governo).
206. Imporre un’interdizione a vita ai funzionari della Casa Bianca che fanno lobbying per conto di un governo straniero.
207. Vietare ai lobbisti stranieri di raccogliere soldi per le elezioni americane.
208. Nominare un attorney general – grossomodo l’equivalente del ministro della Giustizia nell’ordinamento italiano – che riformi il dipartimento della Giustizia «come era necessario fare dopo lo scandalo Watergate».
Hillary Clinton
209. «Rinchiuderla in galera». Ordinare all’attorney general di nominare un procuratore speciale che indaghi sulla «situazione [di Hillary Clinton] perché non si sono mai viste così tante bugie e tanti inganni». Trump aveva detto che l’indagine si sarebbe occupata anche dell’uso da parte di Clinton di un server privato di posta elettronica durante il suo mandato da segretario di Stato e della raccolta di finanziamenti da parte della Clinton Foundation (il 22 novembre Trump ha detto al New York Times che l’indagine non è più una priorità assoluta: «Voglio andare avanti, non indietro. E non voglio danneggiare i Clinton, davvero», ha detto).
Istruzione
210. «Quando sarò presidente lavorerò per fare in modo che tutti i nostri figli siano trattati allo stesso modo e siano tutelati allo stesso modo».
211. Limitare l’influenza del dipartimento dell’Istruzione e dare maggiore controllo ai distretti scolastici locali. Il bilancio del dipartimento potrebbe anche subire grossi tagli.
212. Sbarazzarsi della cosiddetta Common Core – un’iniziativa che stabilisce degli standard che gli studenti americani dall’asilo alle superiori devono raggiungere alla fine di ogni anno – perché è «un disastro» e «una cosa davvero pessima».
213. «Essere il più grande sostenitore dei programmi di orientamento scolastico negli Stati Uniti», usare «il pulpito della presidenza» per fare campagna elettorale a favore di una maggiore scelta scolastica in tutti i 50 stati americani e sostenere l’elezione di funzionari locali, statali e federali che sostengano l’idea.
214. Permettere alle famiglie di reindirizzare la loro quota di spesa destinata all’istruzione verso le charter school (le scuole che ricevono finanziamenti pubblici), le cosiddette “scuole calamita” (istituti con programmi specializzati che attirano studenti da un’area più ampia delle normali scuole), le scuole religiose o l’insegnamento domiciliare. Destinare 20 miliardi di dollari a finanziamenti che gli stati potranno usare per aiutare i bambini di famiglie a basso reddito a iscriversi a scuole private e charter school.
215. Sostenere il pagamento di bonus basati sul merito agli insegnanti.
216. Ampliare i programmi di formazione professionale e tecnica.
217. Rimuovere le agevolazioni fiscali e altri vantaggi ai college e alle università che non «si impegnano davvero» a ridurre il costo della retta e il debito studentesco.
218. «Rendere le opzioni di istruzione universitaria più economiche e accessibili grazie a modelli tecnologici».
219. Spingere le università a usare le loro «sovvenzioni multimiliardarie» per alleggerire le rette, agevolare la vita e gli alloggi degli studenti.
220. Porre un tetto alla restituzione dei debiti studenteschi federali al 12,5 per cento del reddito disponibile di ogni persona e condonare il saldo residuo dopo 15 anni. I piani attuali basati sul reddito prevedono pagamenti del 10/15 per cento del reddito disponibile, con un condono del debito residuo dopo 20/25 anni.
221. Ridurre o porre fine al ruolo del governo nei debiti studenteschi.
222. Garantire che ci siano posti di lavoro disponibili per i diplomati e i laureati.
Servizi all’infanzia
223. Riscrivere le leggi fiscali in modo che i genitori possano dedurre totalmente le spese per i figli fino a quattro anni e per gli anziani non autonomi (per alcune di queste spese la legge americana prevede già delle deduzioni).
224. Creare dei conti di risparmio per le persone a carico e fornire dei finanziamenti integrativi alle famiglie a basso reddito.
225. Creare nuovi incentivi per i datori di lavoro che offrono servizi per l’infanzia ai dipendenti. Trump ha detto che per le aziende sarebbe «una cosa molto semplice» da fare e poco costosa perché «servono solo un paio di persone, qualche mattoncino giocattolo, qualche altalena e dei giochi».
226. Garantire sei settimane di maternità retribuita modificando le condizioni dell’assicurazione per la disoccupazione di cui i datori di lavoro devono obbligatoriamente dotarsi.
Povertà e violenza nel centro delle città
227. «Ogni volta che farò qualcosa, mi chiederò: questa cosa migliora le vite dei giovani americani a Baltimora, Chicago, Detroit, Ferguson che hanno lo stesso diritto di realizzare i loro sogni di qualsiasi altro ragazzo in America?».
228. Ricostruire e sistemare il centro delle città, soprattutto quello di Detroit. «I centri delle città sono incredibilmente pericolosi. L’istruzione è pessima, la sicurezza terribile e non c’è lavoro. Io dico a tutti: “Cosa avete da perdere? Sistemerò le cose”».
229. Porre fine velocemente alla violenza nei centri delle città, che Trump ha più volte paragonato a zone di guerra. «Farò sì che quando camminate per strada nel centro della vostra città, o dovunque siate, non vi sparino. Non spareranno ai vostri figli».
230. Creare «posti di lavoro e opportunità per gli afroamericani e i latinoamericani».
231. Ridurre il numero delle persone che ricevono sussidi pubblici.
232. «E finiti i quattro anni del mio mandato vi garantisco che prenderò più del 95 per cento dei voti degli afroamericani. Ve lo prometto, perché otterrò dei risultati».
Polizia
233. «La criminalità e la violenza che oggi affliggono la nostra nazione finiranno presto. Dal 20 gennaio 2017 la sicurezza verrà ripristinata». Quel giorno, dice Trump, «gli americani si sveglieranno finalmente in un paese dove le leggi degli Stati Uniti vengono applicate».
234. Fermare l’aumento di reati violenti e di omicidi a Chicago nel giro di «una settimana».
235. «Smantellare tutte le bande criminali rimaste e i cartelli che minacciano le nostre città… Non saranno in giro ancora per molto. Se ne andranno».
236. Porre immediatamente fine alle uccisioni degli agenti di polizia. «Questa cosa sta per finire, d’accordo? Sta per finire. Avremo legge e ordine: questa cosa sta per finire».
237. Firmare un ordine esecutivo che introduca la pena di morte per chiunque sia giudicato colpevole dell’omicidio di un agente di polizia.
238. Aumentare i finanziamenti per l’addestramento della polizia.
239. Fare in modo che non si spari ai vigili del fuoco quando intervengono per un incendio.
240. Ampliare l’uso del cosiddetto “stop and frisk” – una controversa pratica di fermo e perquisizione da parte della polizia – che secondo Trump «ha funzionato incredibilmente bene» a New York.
241. Incoraggiare la polizia a condurre attività di profilazione e prendere di mira «le persone che sembrano sospette».
242. «Non abbandonerò mai la polizia e le forze dell’ordine di questo paese, ricordatevelo».
Corte suprema
243. Nominare giudici della Corte Suprema che siano «davvero grandi giuristi», contrari all’aborto e sostenitori del secondo emendamento, quello che sancisce il diritto di possedere armi negli Stati Uniti. Scegliere un sostituto del defunto Antonin Scalia da un elenco di oltre venti candidati, che è già stato diffuso.
Libertà religiosa
244. «Se diventerò presidente torneremo tutti quanti a dire “Buon Natale”».
245. Sbarazzarsi dell’emendamento Johnson, che vieta alle organizzazioni esentate dal pagamento delle tasse, come le chiese, di appoggiare o esprimere ufficialmente la loro opposizione a candidati politici.
246. Firmare il First Amendment Defense Act nel caso in cui venga approvato dal Congresso. Il disegno di legge, presentato dal senatore Repubblicano dello Utah Mike Lee, impedirebbe alle agenzie federali di negare l’esenzione dalle tasse, finanziamenti, contratti, licenze o certificazioni a persone, associazioni o società che discriminano le persone gay.
247. «Saremo un popolo con un solo Dio».
Aborto
248. Rimuovere i finanziamenti a Planned Parenthood, un insieme di organizzazioni americane che difendono il diritto di aborto, e destinarli a centri sanitari comunitari.
249. Firmare e far diventare legge il Pain-Capable Unborn Child Protection Act, che vieterebbe l’aborto trascorse le venti settimane di gravidanza, il momento dopo il quale secondo gli attivisti anti-aborto il feto è in grado di provare dolore.
250. Rendere permanente l’emendamento Hyde. Dal 1976 il Congresso americano approva ogni anno l’emendamento che vieta l’uso di soldi federali, e in particolare i fondi Medicaid, per finanziare gli aborti, eccetto nei casi di stupro, incesto o pericolo per la vita della madre.
Armi da fuoco
251. Abolire il primo giorno di presidenza le cosiddette gun-free zones, le aree in cui è vietato introdurre armi da fuoco, all’interno di basi militari, centri di reclutamento e, in alcuni casi, scuole. Queste aree, secondo Trump, sono come «un tiro a segno per gli psicopatici e i malati di mente».
252. Usare il «buon senso» per aggiustare il sistema della cura della salute mentale, per evitare le sparatorie di massa. Ampliare i programmi di cura, riformare le leggi e agevolare le misure preventive.
253. Eliminare le azioni esecutive di Obama inerenti al controllo sulle armi da fuoco.
254. Armare più persone tra «i buoni» che sono in grado ridurre l’intensità delle sparatorie di massa. Eliminare i divieti a certi tipi di armi da fuoco e caricatori in modo che «le persone brave e oneste» possano possedere le armi che preferiscono.
255. Aggiustare il sistema dei controlli preventivi sull’acquisto di armi da fuoco per garantire che gli stati registrino adeguatamente i dati penali e sanitari degli acquirenti.
256. Far sì che i permessi per il cosiddetto “porto celato” – che consente di trasportare armi senza che siano visibili – vengano riconosciuti in tutti i 50 stati americani.
257. Imporre una condanna minima di cinque anni in centri di detenzione federali per i criminali violenti che commettono un reato usando un’arma da fuoco, senza concedere la possibilità della condizionale o della scarcerazione anticipata.
258. Espandere programmi come il Project Exile, un programma federale avviato nel 1997 in Virginia che prevedeva la condanna dei criminali in possesso di armi illegali a diversi anni di detenzione in carceri federali lontani dalle loro case.
259. «Il diritto delle persone di possedere e portare armi da fuoco non sarà violato. Punto».
Media
260. «Cambiare le nostre leggi sulla diffamazione in modo che quando vengono scritti di proposito articoli negativi, terribili e falsi, potremo fare causa e ottenere un sacco di soldi».
261. Contrastare l’uccisione di giornalisti. «Odio alcune di queste persone, ma non le ucciderei mai».
262. Impedire alla compagnia telefonica AT&T di comprare Time Warner, la società che controlla CNN. Agli enti antitrust statunitensi spetterebbe il compito di esaminare e approvare fusioni di questo di tipo.
263. «È il momento di opporsi alle élite politiche e dei media che hanno dissanguato il nostro paese».
Altro
264. Aggiustare il sistema truccato.
265. Fare causa alle donne che lo hanno accusato di molestie o aggressione sessuali. «Quando le elezioni saranno finite farò causa a tutte queste bugiarde».
266. Fare causa al New York Times per aver pubblicato le accuse delle donne che sostengono di essere state palpeggiate da Trump.
267. Riaprire la Trump University (a novembre Trump ha pagato 25 milioni di dollari nell’ambito di un accordo stragiudiziale per un caso di frode contro i corsi organizzati dalla società di Trump, che non esistono più).
268. Fare in modo che le prime primarie presidenziali americane continuino a essere svolte in Iowa.
268. Potenziare l’agricoltura americana riducendo le norme ambientali e garantendo che le aziende agricole familiari non vengano tassate il doppio.
270. Spingere gli enti regolatori federali ad aumentare la quantità di etanolo che viene miscelato nella benzina americana.
271. «Mi prenderò cura delle donne, ho grande rispetto per loro. Apprezzo davvero le donne e mi prenderò cura di loro».
272. Far sì che la montagna più alta del Nord America torni a chiamarsi monte McKinley, abolendo il suo nuovo nome, monte Denali.
273. Garantire maggiori finanziamenti alle cure per i tossicodipendenti, soprattutto per le persone dipendenti da eroina. «Lavoreremo davvero sodo con i professionisti del settore medico in modo da prenderci cura delle persone che hanno una dipendenza così forte».
274. Difendere i sussidi di previdenza sociale.
Promesse di carattere generale
275. Il giorno delle elezioni «cambierà l’intera psiche [degli Stati Uniti]».
276. «Che votiate per me o meno, io sono dalla vostra parte. Non vi abbandonerò mai».
277. «Vi darò tutto».
278. «Prometto di proteggere e difendere tutti gli americani che vivono all’interno dei nostri confini. Indipendentemente da dove vengano, da dove siano nati, tutti gli americani che vivono qui e rispettano le nostre leggi saranno protetti. L’America avrà una società aperta e tollerante».
279. Essere un sostenitore dell’America e riportare lo spirito americano. «Unire tutti noi americani. Viviamo in una nazione divisa. Viviamo in una nazione molto divisa. Torneremo a unirci».
280. Riportare il sogno americano. «Prendere il marchio degli Stati Uniti e farlo tornare grande».
281. «Torneremo a vincere, a vincere come non avete mai visto».
282. «Insieme faremo tornare l’America ricca e prospera. Torneremo a rendere l’America forte. Torneremo a rendere sicura l’America. E torneremo a rendere l’America grande».
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