Membri del Loyal White Knights durante il cosiddetto "White Pride", Rome, Georgia, 23 aprile 2016 (AP Photo/Mike Stewart)

Il gruppo antirazzista che si è infiltrato nel Ku Klux Klan

Si chiama "Hope Not Hate" e alcuni suoi membri hanno passato 15 mesi in una delle sezioni più estreme dell'organizzazione

“Hope Not Hate” è un gruppo britannico che combatte contro il razzismo e che ha infiltrato per quindici mesi alcuni suoi membri in una delle sezioni più estreme del Ku Klux Klan degli Stati Uniti, i Loyal White Knights. Entrare nel gruppo e guadagnare la fiducia del suo leader ha permesso agli attivisti di “Hope Not Hate” di raccogliere una grande quantità di informazioni: immagini, nomi, indirizzi e recapiti di centinaia di membri del gruppo o simpatizzanti.

Il Ku Klux Klan (KKK), l’organizzazione di suprematisti bianchi più famosa nella storia degli Stati Uniti, è nato come gruppo terroristico dopo la guerra civile americana. Negli anni Venti venne rilanciato come movimento nazionalista e poi negli anni Sessanta divenne quello che è entrato nell’immaginario collettivo grazie a storie, film e libri: un diffuso squadrone di vigilantes contro i movimenti per i diritti civili americani, cappucci bianchi, tuniche e croci infuocate. Nella propria storia il KKK è stato responsabile dell’uccisione di migliaia di persone e di crimini contro gli afroamericani per motivi razziali, e in parte minore contro i bianchi che non erano d’accordo con le sue idee. Dal 1882 il KKK è illegale negli Stati Uniti, ma ha avuto un periodo di rinnovata celebrità fra le due guerre mondiali e nel secondo dopoguerra. Negli ultimi anni ha cercato di rinnovare la sua immagine: tra le altre cose, sostiene di aver largamente abbandonato la violenza, limitando le proprie azioni a raduni o riti tradizionali sostanzialmente innocui. Il tono della sua propaganda è rimasto comunque molto aggressivo. Ci sono diverse stime su quanti membri attivi del Ku Klux Klan rimangano oggi in circolazione: quelle più diffuse parlano di un numero compreso fra le tremila e le cinquemila persone.

Oggi il KKK è diviso in una decina di gruppi diversi e perlopiù scollegati tra loro. Tra questi ci sono anche i Loyal White Knights, nonostante il loro leader, Chris Barker, non sia ben visto all’interno dell’organizzazione originaria e sia stato anche espulso da tre sezioni del KKK a causa dei suoi legami con i neonazisti, come quelli dell’Aryan Nationalist Alliance, di cui è membro. I Loyal White Knights sono attivi in diverse città degli Stati Uniti e sono stati fondati da Chris Barker nel 2012 nel North Carolina. Barker è anche un criminale: è stato condannato per incendio doloso e furto, ed è stato accusato di aggressione. Dopo essersi avvicinati a Barker e alla moglie, gli attivisti di “Hope Not Hate” hanno cominciato a osservare l’attività del gruppo e hanno avuto accesso ai dati e ai contatti di centinaia di membri. I Loyal White Knights sono diffusi soprattutto negli stati del sud, con una base associativa consistente in Louisiana, Mississippi, Alabama e Georgia e, naturalmente, in North Carolina, dove si trova la loro sede. Ne fanno parte membri provenienti da tutti gli Stati Uniti, compresa la California. E ci sono associati anche in Australia, Regno Unito e Canada.

“Hope Not Hate” è riuscita in particolare a scoprire l’identità di 270 dei membri, tra cui alcuni agenti di polizia e un marsigliese di 44 anni che fa propaganda soprattutto contro l’Islam. Gli infiltrati hanno anche ottenuto un elenco dei membri espulsi per vari tipi di violazioni: aver fatto uso di droghe, avere avuto a che fare con pornografia asiatica, aver fatto sesso con «una puttana ebrea» e avere un «bambino misto», che rende colpevoli i membri di aver tradito la razza. Nell’inchiesta realizzata da “Hope Not Hate” si dice: «Una volta dentro, abbiamo visto da vicino le forme di razzismo più estreme che mai avevamo incontrato prima. Abbiamo ottenuto informazioni precise sulla pericolosa ideologia del gruppo e su una cultura che incoraggia la violenza». Un’altra cosa citata dall’inchiesta è il fatto che i Loyal White Knights organizzano manifestazioni chiamate White Lives Matter in contrapposizione con il movimento Black Lives Matter, che si è sviluppato negli Stati Uniti dopo una serie di uccisioni violente da parte della polizia contro uomini neri.

Una volta ottenuto l’accesso a sezioni e informazioni vietate ai non membri, gli attivisti di “Hope Not Hate” hanno scoperto diverse cose sui Loyal White Knights: per esempio che in passato avevano compiuto attacchi contro alcuni attivisti antifascisti, avevano assunto posizioni negazioniste sull’Olocausto e a favore dell’antisemitismo e dell’omofobia. Lo scorso febbraio i membri dei Loyal White Knights avevano organizzato una manifestazione anti-immigrazione in California: c’erano stati degli scontri, cinque persone erano rimaste ferite e tredici erano state arrestate. Pochi giorni dopo Barker aveva inviato una mail a uno degli infiltrati, vantandosi di quello che era successo, dicendo che c’era stata una battaglia con un gruppo di «comunisti» e che i Loyal White Knights ne avevano accoltellati tre. Tutte le persone arrestate quel giorno erano state poi rilasciate.

“Hope Not Hate” ha parlato dell’esistenza di circoli dove i membri più influenti fanno e producono materiali per la propaganda antisemita, in cui si fanno fotografare con armi e cappi tra le mani, in cui si dice che i musulmani «stuprano le nostre donne bianche» e in cui circolano volantini di Obama impiccato. Intervistato sui risultati dell’inchiesta, Barker ha negato ogni accusa di incitamento alla violenza e all’odio. Ha aggiunto che l’Olocausto è una «truffa per fare soldi», ha confermato le sue posizioni omofobe e ha spiegato che i membri del suo gruppo non vogliono far altro che proteggere loro stessi.

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