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  • Giovedì 29 settembre 2016

I programmi delle FS per i prossimi dieci anni

Cosa succederà ai treni ma anche agli autobus e alle strade (e forse al ponte sullo Stretto) nel piano industriale presentato ieri

L'amministratore delegato di FS Renato Mazzoncini su una scala mobile della stazione Tiburtina con Matteo Renzi, Graziano Del Rio e la Presidente di Ferrovie dello Stato Gioia Ghezzi 
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
L'amministratore delegato di FS Renato Mazzoncini su una scala mobile della stazione Tiburtina con Matteo Renzi, Graziano Del Rio e la Presidente di Ferrovie dello Stato Gioia Ghezzi (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

L’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini, ha presentato mercoledì 28 settembre il nuovo “piano industriale” dell’azienda, che malgrado il nome un po’ grigio è, in questo caso, un progetto per il futuro pieno di storie e intenzioni che riguardano gli italiani molto concretamente: sia perché interessa il modo in cui tutti si muovono più o meno spesso – coi treni – sia perché riguarda il modo in cui può modificarsi l’economia, ma anche il paesaggio dell’Italia. E il piano di Mazzoncini intende provare a cambiarli non poco, dal suo punto di vista: e si è dato il tempo di un decennio, addirittura, dal 2017 al 2026.
Alla presentazione nella stazione di Roma Tiburtina, per dire, erano presenti sia il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, sia il Presidente del Consiglio Matteo Renzi: e almeno un centinaio di giornalisti hanno affollato la lunga conferenza stampa successiva. I temi sono stati di diverse scale, ma molte cose sono interessanti da sapere, da italiani che guardano passare i treni, e non solo i treni.

Cosa vuole essere Ferrovie dello Stato
L’idea che Mazzoncini ha dell’azienda ha un carattere nuovo fondamentale: trasformarla da una società che si occupa di trasporto su ferrovia in una società che si occupa di trasporti. Per tutta la sua esposizione, Mazzoncini non ha più contrapposto il trasporto su rotaia a quello su gomma, come avveniva in una tradizionale competizione propria della storia italiana: ma il trasporto “privato” – nel senso di quello individuale, di chi si muove col proprio veicolo – a quello collettivo, gestito da società come Trenitalia (Ferrovie dello Stato è una holding che contiene diverse controllate, come Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana e Grandi Stazioni). Il progetto di Mazzoncini è di acquisire dentro Ferrovie dello Stato altre aziende di trasporto metropolitano e non, o di costruire accordi e collaborazioni (con società di trasporti su gomma, o car sharing, per esempio) in modo che FS diventi il gestore di un sistema di “trasporto integrato”: una società di “viaggi”, potremmo dire, che gestisce e vende il prodotto viaggio.

Esempi di trasporto integrato
FS ha già acquisito partecipazioni importanti in aziende di trasporto locale, come ATAF a Firenze, ma sta lavorando anche alla fusione con ANAS, esempio più vistoso della volontà di fare entrare il trasporto su strada nelle priorità dell’azienda. Mazzoncini ha spiegato che “i treni non vanno dappertutto” e FS si vuole proporre come fornitore di trasporti dovunque ci sia domanda. Alcuni esperimenti, citati come successi, sono già attivi: navette che portano i viaggiatori dell’Alta Velocità dalle stazioni AV a città di grosso traffico turistico, come Siena o Matera.
Nelle intenzioni del piano, FS vuole passare dalla quota del 5% sulla mobilità attuale degli italiani (l’80% è del trasporto privato individuale) al 20%.

Allargarsi sulle ferrovie
FS ha in corso “riflessioni” ma anche progetti avanzati per entrare in possesso di società ferroviarie locali finora sostanzialmente autonome: come Sud Est in Puglia, Trenord in Lombardia, Ferrovia Centrale in Umbria (in questo caso sfruttando un tratto che permetterebbe di accorciare di mezz’ora il collegamento tra Perugia e Roma).

Il Sud
L’idea di Mazzoncini è che l’Italia Meridionale possa essere “avvicinata” – quasi sollevata – al resto dell’Italia grazie a migliori collegamenti ferroviari. Napoli, ha detto, è ormai a un’ora di treno da Roma, come Bologna rispetto a Milano o Firenze rispetto a Bologna: Mazzoncini ha provato a mostrarla come una quasi conurbazione Napoli-Roma. E i cantieri dell’Alta Velocità Napoli-Bari sono partiti. Il tema adesso, è come avvicinare a questa conurbazione le regioni più meridionali fino alla Sicilia, e come renderle il terminale del “corridoio scandinavo”, ovvero uno dei grandi progetti di infrastrutture europee, che il ministro Delrio ha citato come essenziale per rendere l’Italia “il molo mercantile dell’Europa”. Il primo tema è lo sviluppo e il potenziamento del tratto Salerno-Reggio Calabria.

Il Ponte sullo Stretto
Dopo che il giorno prima Matteo Renzi aveva resuscitato il delicato e antico tema del ponte che unisca Calabria e Sicilia, la questione è ridiventata attuale e nella presentazione FS non è stato possibile eluderla. Renzi, nel suo breve intervento, si è limitato a dire che malgrado le polemiche nate nelle precedenti 24 ore, se si vuole avere una visione completa sui collegamenti di tutta l’Italia, “è naturale che ti poni il problema del collegamento Napoli-Palermo e quindi del ponte sullo Stretto”. Mazzoncini è stato attento a scegliere le parole per non passare come un promotore dell’opera, ma ha fatto esplicitamente capire che FS lo tiene in grande attenzione, e che i suoi costi stimati sono complicati molto dagli oneri finanziari legati alle complessità del progetto di trasporto automobilistico: e che quindi pensarlo come solo un collegamento ferroviario potrebbe rendere tutto economicamente molto meno rischioso (sulla fattibilità, Mazzoncini, l’ha descritto come un progetto tecnicamente del tutto praticabile).

La quotazione in Borsa
È stata probabilmente la meno “concreta” ma la più importante notizia della presentazione: Mazzoncini ha definito per la prima volta tempi e modi di una quotazione di Borsa di cui si parla già da tempo. FS ci sta lavorando perché avvenga probabilmente tra un anno, e ha deciso di creare una società quotata fatta in sostanza delle Frecce e degli Intercity, scorporandoli dai treni regionali dentro Trenitalia. Questo perché le Frecce e gli Intercity sono gli unici settori (insieme alla parte merci) “a mercato”, ovvero non coinvolti in sistemi di finanziamenti e accordi di fornitura pubblici, che complicano o impediscono legalmente la quotazione.

FS nel mondo
Le due acquisizioni europee più importanti per FS sono state in questi anni quella del secondo gruppo ferroviario tedesco Netinera e della società greca TrainOSE. Ma Mazzoncini ha annunciato di voler considerare FS un’azienda europea e di cercare ulteriori acquisizioni o partecipazioni. E ha poi citato i molti contesti internazionali in cui FS sta lavorando, soprattutto nella costruzione delle reti, dall’Iran all’Arabia Saudita al Congo al Sudafrica.

I treni
Mazzoncini ha esibito cifre di investimenti che dessero l’impressione che il trasporto regionale e le attenzioni ai pendolari non fossero sottovalutate, accusa che FS riceve di frequente: ma in questo senso ha soprattutto mostrato ed elencato i nuovi treni con cui negli ultimi anni e nei prossimi FS ha scelto di affrontare il tema dell’inadeguatezza del trasporto regionale, treni per la cui “bellezza” ha avuto estasiate parole di lode nel corso di una presentazione altrimenti molto più di sostanza. In conferenza stampa, invece, sia lui che il presidente di FS Gioia Ghezzi hanno contestato le accuse contro i prezzi alti dei treni dell’Alta Velocità, sostenendo che siano i più bassi d’Europa nel loro genere, ed elencando i costi di viaggio delle Frecce in totale assenza di sostegno pubblico su questo tipo di trasporto.

Il “long haul”
Mazzoncini ha dichiarato “vinta” la competizione con Alitalia (Renzi ha addirittura citato FS come caso di successo paragonato ad Alitalia dove “abbiamo visto com’è andata”) e ha citato molte nuove iniziative di trasporti come potenziali alleati nella costruzione di una rete “integrata”. Gli unici che ha descritto come degli avversari da cui difendersi sono i sistemi di trasporto su bus di lunga distanza e low price, e invenzioni come Flixbus, “la Uber dei pullman”: su questi terreni, ha detto, FS deve diventare competitiva nella gestione dei viaggi – con la sua Busitalia – e dei biglietti prima che sia troppo tardi.

Le merci
Il settore del trasporto merci è stato finora “il pulcino nero” del gruppo, ha detto Mazzoncini: che vuole investire molto, tra le altre cose, sulla digitalizzazione del sistema delle spedizioni per essere competitivo con i maggiori protagonisti del campo come DHL. E che ha annunciato di voler rinominare tutta quella società “Mercitalia”, adducendo come principale ragione una rinnovata motivazione e complicità di chi ci lavora.

Altre notizie
Matteo Renzi ha annunciato l’inaugurazione della nuova stazione dell’Alta Velocità di Brescia per il 10 dicembre, sostenendo di non aver voluto rischiare accuse di strumentalizzazione se l’inaugurazione fosse avvenuta prima del referendum del 4. Mazzoncini non ha voluto chiarire cosa sarà del controverso progetto della stazione dell’Alta Velocità a Firenze, rinviando alle decisioni che saranno prese in un incontro con un “tavolo tecnico” il prossimo 18 ottobre. Sulla società romana ATAC – tra i sorrisi dei presenti – Mazzoncini e il responsabile delle strategie Fabrizio Favara hanno detto chiaramente che FS non è interessata a collaborazioni con aziende che “funzionano male”, citando invece come esempio virtuoso ATM a Milano. Le domande dei giornalisti sui minacciati interventi sugli abbonamenti per pendolari sulle Frecce sono state piuttosto eluse citando riflessioni in corso.